VENTOTENE – Un gesto per sottolineare uno sforzo di uno statista, lungimirante ma controverso, intelligente ma detestato dalla sua collocazione politica, la sinistra, che, più e prima di tutti, aveva pensato alla riforma dell’idea dello Stato che, per realizzarsi, avrebbe avuto bisogno – cosa che non c’è mai stata – di un’Europa diversa. Daniele Coraggio è un affermato imprenditore di mezza età di Ventotene e in questo week end è a Hammamet, in Tunisia, confuso tra pezzi importanti della Prima Repubblica giunti nel paese nordafricano per commemorare Bettino Craxi a 20 esatti dalla sua scomparsa. Un personaggio tornato recentemente alla ribalta per il film “Hammamet” di Gianni Amelio, attualmente nelle sale cinematografiche, e la magistrale interpretazione di Pierfrancesco Favino.
Il leader socialista e presidente del Consiglio dei Ministri non è mai stato a Ventotene, a differenza del figlio Bobo che, capeggiando una delegazione in cui figurano, tra gli altri, la sorella Stefania, l’ex assessore regionale del Lazio ai rapporti con gli enti locali Donato Robilotta, l’ex presidente della Provincia di Caserta Luigi Cesaro, l’ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ma anche dirigenti storici del Psi come Ugo Intini e Fabrizio Cicchitto ed il cantautore Eugenio Bennato, ha condiviso e apprezzato la “provocazione” dell’imprenditore ventotenese. Coraggio ha portato ad Hammamet un pugno di sabbia raccolta dalle due principali isole di Ventotene, Cala Rossano e Cala Battaglia, per depositarla sulla tomba in cui riposa Craxi, per cui un esule, per altri (soprattutto per i giudici di Milano) un latitante.
La sabbia è stata depositata in un contenitore di vetro e sarà sistemata sul tomba del leader socialista nella giornata di domenica quando è previsto il clou delle commemorazioni in ricordo ed in memoria di Craxi. Ma perché questo gesto della sabbia di Ventotene? Coraggio, che non ha vissuto le vicende politiche nazionali degli anni settanta ed ottanta, dice di aver letto molto sulla figura e sul pensiero di Craxi, ispirato molto dal Manifesto per l’Europa libera ed unita scritto sulla seconda isola pontina da Altiero Spinelli e Sergio Colorni durante gli anni più bui dell’ultima guerra mondiale.
“Craxi aveva visto giusto quando anch’egli aveva auspicato un’Europa spinelliana con un esercito ed una politica esterna comuni e con un legame economico finanziario reale. Se fossero state realizzate l’Europa non si sarebbe trovata nella situazione di stallo in cui è. E poi una comune politica sull’immigrazione che non è stata mai promossa – conclude Coraggio che conferma di non essere un socialista – Craxi nella seconda metà degli anni ottanta aveva pensato che l’immigrazione si combatte laddove il fenomeno nasce, in Africa. E non a caso aveva dato vita e sostenuto la convocazione della conferenza dei Paesi africani chiamati a sostenere, con l’apporto dell’Europa, le popolazioni in fuga. Ma quell’Europa non c’è mai stata”. Nonostante l’insegnamento partito da Ventotene…
Saverio Forte