“E’ necessario – prosegue la nota – bloccare il tentativo di introdurre criteri meritocratici nel mondo della scuola attorno ai quali stabilire finanziamenti e stipendi e quindi creare nuove disparità e disuguaglianze, che hanno il solo scopo di creare scuole di serie A e scuole di serie Z.
Per tali ragioni invitiamo insegnanti, genitori e studenti, a boicottare i test INVALSI, rendendo così pubblico il loro dissenso e la loro opposizione allo smantellamento del sistema di istruzione pubblica, rivendicando così il rispetto e l’attuazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione.
E’ inoltre auspicabile un confronto pubblico su questi temi per proporre a tutto il mondo della scuola un punto di vista differente da quello dominante, bloccando così il tentativo di rendere la scuola pubblica sempre più a servizio delle logiche manageriali.
Di fatto un grave impoverimento culturale e materiale della scuola pubblica (a vantaggio della privata non sottoposta ai medesimi vincoli), così com’è.
D’altronde la scuola che ha in mente Renzi è diseguale (i ricchi vincono sempre), gerarchica (un uomo solo al comando) e sempre più privata.
Non è un caso che Confindustria, l’associazione padronale, sostenga questo disegno di tipo integralista e totalizzante, che dalla scuola dell’infanzia all’Università metta in riga e riscriva l’assetto sociale come una piramide, con una base sempre più larga, nella quale ai poveri toccheranno solo le briciole, mentre i ricchi continueranno a dettare legge.
Così come pensiamo che sia ingiusto, oltre che anticostituzionale, regalare soldi alle scuole private; il governo, invece, vuole ingrossare il fiume di danaro che già viene destinato alle scuole private con sgravi fiscali per le rette e altre agevolazioni.
Le controriforme degli ultimi anni che hanno impoverito la qualità della scuola, devono essere cancellate, perché pensiamo che la gestione della scuola debba essere democratica, con la partecipazione di tutte le componenti scolastiche – genitori, docenti, personale ATA e, nelle scuole superiori, gli studenti”.