PONZA – Il Comune di Ponza non vuole che Acqualatina installi un dissalatore provvisorio, modello Skid, in località Cala Dell’Acqua in una zona urbanisticamente vietata avendo una destinazione rurale vincolata: vi è consentita esclusivamente la costruzione di fabbricati necessari per la conduzione di fondi rustici.
E’ iniziata davanti il Tar del Lazio-sezione di Latina la discussione di un ricorso – uno straordinario inizialmente era inviato al Presidente della Repubblica e Acqualatina ha chiesto al comune di Ponza di discuterlo davanti il Tar – con cui l’amministrazione isolana ha chiesto di bloccare il progetto che, a fronte delle varie crisi idriche verificatisi negli ultimi anni, è stato approvato nel dicembre 2018, naturalmente con il voto contrario dello stesso comune, dalla conferenza di servizi convocata dalla segreteria tecnico-operativa dell’Ato 4. Le remore della Giunta del sindaco Francesco Ferraiuolo sono state e sono diverse e riguardano innanzitutto la promessa non mantenuta da Acqualatina nel 2016 che si era impegnata a realizzare il dissalatore provvisorio entro 100 giorni.
Nel frattempo le condizioni emergenziali relative alla carenza idrica non si sono più verificate e lo stesso servizio di approvvigionamento idrico era stato regolarmente svolto. Appena insediato il neo sindaco eletto Ferraiuolo aveva revocato un’ordinanza del proprio predecessore Pietro Vigorelli che spingeva, invece, per la realizzazione di un impianto di approvvigionamento idrico autonomo attraverso la dissalazione dell’acqua marina. E il ragionamento che ha fatto nel 2018 il comune di Ponza, assistito dall’avvocato Luca Scipione, è stato il seguente: Acqualatina non ha realizzato nei due anni successivi quanto previsto nel cronoprogramma prospettato nel 2016 e sono venute meno le ragioni per realizzare un impianto di dissalazione che, se venisse costruito, contrasterebbe con i principi di economicità che sottendono l’azione amministrativa.
Nella prima udienza per la discussione del ricorso Acqualatina e la Regione Lazio si sono costituiti attraverso gli avvocati Salvatore Scafetta ed Elena Prezioso – l’Ato 4 non si è costituito – e i giudici amministrativi in considerazione della delicatezza della controversia – nel frattempo l’ente gestore ha avviato le procedure per lo svolgimento di una gara d’appalto di 4 milioni di euro – hanno rinviato la loro decisione al prossimo 25 marzo.
Saverio Forte