ITRI – Il piano triennale anti corruzione del comune di Itri va rivisto e aggiornato, quello attuale in alcuni sue parti è obsoleto e a rischio. Continua a menare la danza la neo consigliera comunale e capogruppo misto al comune di Itri, l’avvocato Vittoria Maggiarra, che, lasciata tra mille polemiche la maggioranza che sostiene il sindaco Antonio Fargiorgio, ha alzato di nuovo l’asticella della polemica politica nel momento in cui la responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza del Comune, la Segretaria Comunale Caterina Nicoletti, ha pubblicato un avviso pubblico per recepire le osservazioni da parte delle forze sociali, politiche e sindacali (oltre che dagli stessi cittadini) che potrebbero diventare parte integranti in vista dell’elaborazione del piano triennale anti corruzione 2020-2022.
Il termine dell’avviso è scaduto il 27 gennaio dopo una pubblicazione di una sola settimana e tra i pochi a presentare via Pec i propri suggerimenti è stata l’avvocato Maggiarra perché “la trasparenza, la correttezza e la legalità sono valori imprescindibili che certificano il buon operato e la buona gestione di un’amministrazione pubblica, capaci di garantire ovvero di recuperare la fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni” e poi perché “il fenomeno della corruzione, intesa in senso lato, mina gravemente non soltanto l’impianto gestionale- amministrativo ma anche l’etica pubblica ed il mercato, andando ad indebolire le regole della concorrenza e, ad un tempo, il reale rapporto di competizione tra gli operatori economici”. A dire della neo consigliera comunale del gruppo misto il vigente il vigente piano anticorruzione del comune di Itri va urgentemente adeguato “alle misure di rischio previste dal piano nazionale anti corruzione approvato dalla delibera numero 1064 dell’Anac del 13 novembre scorso”.
Per l’avvocato Maggiarra urge prevedere “una nuova analisi ed una nuova metodologia nella valutazione del livello di esposizione degli Uffici al rischio di corruzione e, al contempo, indicare gli interventi organizzativi e gestionali volti a prevenire il rischio corruttivo medesimo. Dovranno essere presi in considerazione tutti i fattori legati al territorio itrano e a quello provinciale, le relazioni e le possibili influenze esistenti con i portatori ed i rappresentanti di interessi esterni, le variabili culturali, criminologiche, sociali ed economiche del territorio che possano favorire il verificarsi di fenomeni corruttivi al proprio interno”. L’esponente dell’opposizione, poi, invita la dottoressa Nicoletti ad obbligare ad un spirito di “collaborazione e di corresponsabilità i vari responsabili di servizio, in quanto dotati di posizioni organizzative” . E i compiti cui dovrebbe assolvere la macchina burocratica dell’ente comune sono davvero tanti e significativi: adottare tutte le misure atte ad individuare le varie criticità e a garantire l’integrità dei comportamenti individuali nell’organizzazione e gestione della macchina amministrativa; censire una mappatura dei rischi all’interno delle singole unità organizzative comunali e dei processi gestiti, mediante l’individuazione, la valutazione e la definizione degli indicatori di rischio, progettare e formalizzare le azioni e gli interventi necessari e sufficienti a prevenire la corruzione e i comportamenti non integri da parte dei dipendenti e dei collaboratori in occasione di lavoro.
L’avvocato Maggiarra nelle sue osservazioni afferma che “soltanto attraverso il potenziamento di regole generali di ordine gestionale e procedurale, applicabili trasversalmente a tutti i settori della macchina amministrativa, si potranno affrontare e risolvere anche criticità, disfunzioni e sovrapposizioni condizionanti la qualità e l’efficienza operativa dell’Amministrazione.” E gli strumenti che suggerisce alla responsabile anti corruzione del comune di Itri sono numerosi. Sono almeno quattro: prevedere l’istituzione di un “registro dei processi a rischio” e di una “Mappa/Registro dei rischi”, ai fini di una mappatura e definizione precisa dei processi che, in funzione della situazione specifica del Comune, presentano possibili criticità e rischi per l’integrità, classificandoli in relazione al grado di pericolosità alla stregua delle norme anti-corruzione: attuare, in linea con le direttive dell’Autorità nazionale anti corruzione, una adeguata e sistematica rotazione del personale all’interno dei vari settori costituenti l’apparato amministrativo-comunale in cui è maggiormente elevato il rischio corruzione; istituire un “Registro”per l’Accesso civico e per l’Accesso civico generalizzato in osservanza della normativa nazionale vigente, dotando in tal modo l’Ente comunale di uno strumento di trasparenza e di pubblicità dell’operato dell’Amministrazione tutta e integrare, per motivi di trasparenza, celerità e snellezza amministrativa, il vigente regolamento del Comune di Itri in materia di Accesso civico e Accesso civico generalizzato, a prevedendo che gli amministratori comunali con funzioni di controllo politico-amministrativo abbiano visione e copia degli atti e dei documenti amministrativi richiesti, ritenuti necessari e funzionali all’espletamento delle attività di controllo loro attribuite, al momento stesso della presentazione dell’istanza di accesso.
La consigliera Maggiarra è consapevole che la sua è una provocazione quando propone di “procedere a verificare, ad intervalli regolari, la possibilità di istituire settori multifunzionali che consentano la rotazione dei dipendenti comunali impedendo di fatto il consolidamento di posizioni “privilegiate” nell’esercizio diretto di attività particolarmente esposte al rischio di commettere reati di corruzione, e, tuttavia, contestualmente salvaguardando la continuità e unitarietà dell’indirizzo politico-amministrativo e la competenza tecnica delle strutture comunali. E poi polemizza contro quello che definisce un “grave andazzo” quando scrive alla segretaria comunale Nicoletti che… “risulta fortemente contrastante con ogni logica di efficienza e di buona amministrazione la prassi, adottata dagli Uffici del Comune di Itri e, segnatamente, dagli organi di gestione apicale (dirigenti comunali,ndr), di riscontrare le istanze di accesso dei Consiglieri comunali nell’ampio arco temporale di 30 giorni dalla presentazione delle stesse svilendo, di fatto e per atti particolarmente importanti, la funzione di controllo dei consiglieri comunali”.
Un capitolo specifico, infine, viene riservato alla previsione di “maggiori controlli nelle procedure di affidamento diretto dei lavori e/o servizi pubblici comunali, sia nei termini di rispetto dei criteri generali fissati dal legislatore, sia in quelli di osservanza del “principio della rotazione” nell’affidamento dei lavori e/o servizi ai vari operatori economici. L’amministrazione comunale – ha osservato la consigliera comunale di minoranza – dovrebbe adoperarsi da subito per prevedere “misure più efficaci e stringenti atte a monitorare le proroghe di convenzioni e contratti stipulati dall’Ente comunale, in osservanza dei requisiti e dei criteri soggettivi ed oggettivi stabiliti dal Nuovo Codice degli Appalti pubblici ma anche adottare maggiori misure di monitoraggio per la definizione dei procedimenti amministrativi, impedendo così lo stallo delle fasi amministrative istruttorie e, al contempo, garantendo certezza in ordine alla chiusura delle procedure e alla tutela dei beni e degli interessi pubblici e privati”.
Saverio Forte