MINTURNO – Il basket a Scauri è una cosa seria (da sempre) e la prematura e tragica scomparsa di uno dei miti della palla a spicchi come Kobe Bryant ha provocato un mix di tristezza e di incredulità contrariamente a quello che rappresenta la pallacanestro: energia e vitalità. Il drammatico incidente di domenica scorsa sulle colline alla periferia di Los Angeles, dove il “24” dei Lakers ha perso la vita a bordo di uno suo elicottero insieme alla sua primogenita Gianna, ha affermato una nobile considerazione: se il basket è qualcosa di più di un’attività sportiva, i suoi eroi non possono e non devono essere dimenticati. E così che da sabato mattina un murales dedicato al fuoriclasse cestista americano appena scomparso campeggia su uno delle mura perimetrali dell’arena “Filippo Mallozzi” di Scauri.
Ed il luogo è altamente simbolico, sia per la storia della pallacanestro scaurese, che ha appena raggiunto il traguardo dei primi 70 anni di vita, che per i rapporti mai interrotti tra la pallacanestro americana e quella sovietica e dell’est europeo durante gli anni grigi e terribili della “guerra fredda”. Se questo cordone ombelicale non è stato reciso il merito è stato proprio del prestigioso torneo internazionale estivo che il Basket Scauri ha organizzato nel corso degli anni sessanta e settanta sul rettangolo di gioco dell’impianto intitolato a quella promessa venuta prematuramente meno che si chiamava Filippo Mallozzi Quella manifestazione estiva, grazie alle riprese e alle dirette di una pioneristica Rai, ha contribuito a promuovere la bellissima immagine turistica di Scauri e della stessa Minturno.
Vi hanno “partecipato – ha scritto il collega Antonio Lepone sul sito on line del quotidiano “Il Messaggero” e nella sua ultima fatica letteraria “Il Basket a Scauri, volti e storie” – anche cestisti statunitensi, guidati dal “santone” Jim McGregor e riuniti nelle formazioni Gillette e Riccadonna All Stars Usa. Tra le varie squadre vincitrici della competizione scaurese vanno ricordate, oltre alla Gillette, la Nazionale Sovietica del maestro Alexander Gomelsky, lo Slavia Praga dei campioni Bohumil Tomasek e Jiri Zednicek, la Fides Partenope Napoli del coach Tonino Zorzi e la Forst Cantù allenata da Arnaldo Taurisano e sospinta da Bob Lienhard, Renzo Tombolato e da Fabrizio Della Fiori”. L’Arena “Filippo Mallozzi” ha ospitato, poi, tra il 1979 ed il 1985, le gare casalinghe del Basket Scauri, durante la sua seconda partecipazione nel campionato di serie B:” In particolare, tra i vari successi, memorabili restano quelli, ottenuti nella stagione 1982-83, contro la Butangas Lazio dell’ex nazionale Giulio Iellini (102-101, dopo due tempi supplementari), e contro il Sella & Mosca Sassari (103-85, con il tiratore locale Antonio Riscolo autore di ben 40 punti”.
Ma chi è stato a voler ricordare, con un gesto spontaneo e dunque altrettanto bello, il grande Kobe Bryant? E’ un personaggio, che come tutta la sua famiglia, mastica pane e pallacanestro: è stato Paolo Sardelli, 50 anni, si è “fermato” nelle giovanili del Basket Scauri, società di cui il papà Marcello e lo zio Pino, sindaco di Minturno tra il 2005 ed il 2010, sono stati rispettivamente presidente e direttore sportivo. “A realizzare questo piccolo murales ho impiegato davvero poco tempo – ha commentato Paolo Sardelli – Ha fatto altrettanto lo stesso compianto Kobe per farsi apprezzare su un parquet di gioco e ora farsi ricordare anche da chi non ha mai praticato e seguito questa disciplina sportiva”.
Saverio Forte
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