ITRI – Oggi, 10 febbraio, ricorre il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 con legge n. 92 del 30 marzo 2004, per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”. Una ricorrenza importantissima, per far luce su una tragedia che per troppo tempo è stata sottaciuta se non, ancor peggio, colpevolmente negata.
Il massacro delle Foibe (nome derivato dalle cavità carsiche in cui, oltre ai corpi delle vittime, venivano gettate anche persone ancora vive) comportò secondo gli storici l’eccidio da 5 ad 11 mila persone e fu poi seguito dall’esodo della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia, territori del Regno d’Italia prima occupati dall’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia. Si stima che i giuliani, i quarnerini e i dalmati italiani che emigrarono (o furono costretti ad emigrare) dalle loro terre di origine ammontino ad un numero compreso tra le 250 000 e le 350 000 persone.
Le dimensioni della tragedia rendono perciò ancora più inspiegabile ed inaccettabile il silenzio e l’oblìo che per tanto tempo si è registrato ed è calato intorno e su di essa. Il compito di tutti è perciò quello di preservare e rafforzare la memoria di una tragedia, coinvolgendo le nuove generazioni affinché non dimentichino questa tristissima pagina del ‘900.
L’Amministrazione comunale ricorderà la tragedia in un incontro che si terrà lunedì 24 febbraio alle ore 10,30 in aula consiliare con la presentazione del libro “Senza salutare nessuno. Un ritorno in Istria”, che vedrà la partecipazione dell’autrice, Silvia Dai Prà.
Il Sindaco Fargiorgio ritornando sulle due tragedie del ‘900 ha affermato “Penso sia arrivato il momento in cui Itri dedichi finalmente due vie, due piazze o due spazi pubblici alle vittime, ai martiri della Shoah e delle Foibe. Lo ritengo un atto di grande civiltà e di responsabilità storica che, mi auguro, possa infondere nelle nuove generazioni il significato che ha la preservazione della memoria di quelle tragedie. Mi attiverò in prima persona perché gli adempimenti amministrativi necessari per l’intitolazione possano procedere speditamente”.