FONDI – Un ospedale diventato ombra di se stesso con il taglio di servizi essenziali, il blocco dei ricoveri nel reparto di medicina dopo le ore 20, la carenza di personale, il depotenziamento del servizio di endoscopia e il mancato utilizzo di ben tre sale operatorie. Nonostante la giornata feriale è stata davvero importante la partecipazione popolare alla riuscita manifestazione organizzata dal vivace comitato pro-ospedale a difesa del “San Giovanni di Dio” di Fondi.
E tanti ed impegnativi sono stati gli slogan presi in prestito – “Non ci fermeremo” e “Vogliamo un ospedale aperto” per fare qualche esempio – con cui è stato risposto all’appello lanciato da giorni dal portavoce del comitato pro ospedale Lucio De Santis. La manifestazione, per la cronaca, si è snodata da piazza San Pietro per concludersi davanti al “San Giovanni Di Dio” dove c’è stato un partecipato sit in alla presenza di un centinaio tra cittadini, studenti, amministratori comunali, esponenti politici e gli stessi operatori sanitari.
“Sono ormai mesi – ha spiegato De Santis – che i cittadini devono rivolgersi ad altri nosocomi. Recentemente c’è stata l’assunzione di 32 medici a tempo indeterminato, nessuno dei quali è stato indirizzato, con nuovi materiali lavorativi, verso l’ospedale di Fondi”. Il comitato ha puntato il dito anche contro le numerose difficoltà gestionali dell’importante struttura ospedaliera, soprattutto nel reparto di colonscopia. E il comitato pro ospedale ha preso un impegno: la vertenza a favore del “San Giovanni di Dio” proseguirà senza sosta sino a quando la Regione Lazio non assumerà misure concrete per dotare il comprensorio di un servizio sanitario efficiente e di una struttura adeguata alle esigenze del vasto bacino di utenti.
Saverio Forte