PONZA – Anche a Ponza, dopo Gaeta (ex Avir) e Formia (ex pastificio Paone), si applica la rivoluzionaria informativa delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che, pubblicata il 30 gennaio 2020, ha previsto che in caso di lottizzazione abusiva, nelle ipotesi in cui il reato sia prescritto (è trascorso il tempo massimo previsto dalla legge per ottenere una sentenza di condanna) il Giudice penale deve procedere alla dichiarazione di estinzione del reato senza poter disporre la confisca dei beni.
Sulla principale isola pontina cala il sipario, dunque, dopo tredici lunghi annui, il procedimento riguardante la realizzazione di una lottizzazione abusiva in località Chiaia di Luna, in prossimità del rinomato arenile. Otto sono stati sinora gli imputati a vario titolo, venditori, acquirenti e tecnici che, difesi dagli avvocati Pierluigi Angeloni e Massimo Signore, erano accusati tutti, in concorso, di aver realizzato una lottizzazione abusiva a scopo edificatorio di terreni nel Comune di Ponza in località Chiaia di Luna in zona agricola. Antonio ed Elisa Ottolini, Biagio Tucciarone, Anna Maria Tulin, Maria Giovanna Raponi, Armando Marconi Giorgio e Conte Maria Cristina erano indagati per aver trasformato un’area, assoggettata a vincolo paesaggistico, attraverso la creazione di una strada, in particolare per aver eseguito una serie di frazionamenti e compravendite di lotti nonché per aver eseguito una molteplicità di manufatti ad uso residenziale, opere di urbanizzazione a servizio di detti manufatti.
Il Tribunale di Latina ha ormai aderito all’orientamento giurisprudenziale definitivamente cristallizzatosi con l’informativa delle Sezioni Unite della Suprema Corte e ha proceduto alla dichiarazione di estinzione del reato senza poter disporre la confisca dei beni. “Finalmente viene stabilito un principio di assoluta legalità nel rispetto soprattutto delle esigenze dei terzi acquirenti in buona fede di beni immobili che – hanno commentato gli avvocati Angeloni e Signore – a distanza di anni correvano il rischio di vedere i propri beni confiscati anche senza una formale pronuncia di condanna nei propri confronti” .
Saverio Forte