ROMA – “Abbiamo ritenuto di disporre la chiusura delle attività fino al 15 di questo mese”, queste le parole del Presidente Giuseppe conte in conferenza stampa. La misura dovrebbe essere adottata con un decreto in vigore da oggi. La ministra dell’Istruzione: “Chiesto un approfondimento al comitato scientifico”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha confermato in conferenza stampa la chiusura delle scuole e delle Università in tutta Italia da domani e fino a metà marzo. La misura è pensata per contribuire al contrasto del coronavirus.
Sono 2.706 i malati di coronavirus censiti dalla Protezione civile. Tra loro 276 i pazienti guariti. Il totale dei decessi è arrivato a 107, oggi se ne sono aggiunti altri 28. Questi i dati dell’ultimo bilancio comunicato da Angelo Borrelli. In totale finora i contagi sono stati 3.089.
Scuole chiuse nelle zone rosse e attività didattica sospesa nel resto d’Italia
Scuole chiuse
La chiusura delle scuole comporta il divieto di accesso ai locali per tutto il personale e per gli alunni.
Le assenze non vanno giustificate, non comportano decurtazione economica o richieste di recupero. Il Dirigente Scolastico e il DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi) possono comunque procedere, attraverso la firma in remoto, ad emettere gli atti di competenza.
In casi particolari, ad esempio del personale impiegato nelle aziende agricole annesse agli istituti agrari o nei casi di deperibilità delle merci, i Dirigenti Scolastici possono procedere, con le necessarie cautele, a garantire i servizi essenziali e indifferibili.
Sospensione attività didattiche
“La sospensione delle attività didattiche comporta l’interruzione delle sole lezioni. Pertanto, le scuole rimarranno aperte e i servizi erogati dagli uffici di segreteria continueranno ad essere prestati. Il Dirigente Scolastico e il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) sono tenuti a garantire il servizio ed eventuali assenze devono essere giustificate.”
Non sono invece possibili decisioni unilaterali da parte della Dirigenza, come risulta da alcune segnalazioni ricevute dai sindacati in questi giorni. Numerose le richieste pervenute ai docenti:
- richieste di presenza in servizio dei docenti per mero obbligo di firma pur in assenza di attività didattiche o riunioni di organi collegiali programmate;
- convocazioni di docenti per collegi straordinari convocati con preavviso minimo (la sera precedente per la mattina seguente);
- convocazioni di collegi docenti e/o di altre riunioni a scuola con modalità e tramite canali non ufficiali (messaggi scritti o vocali tramite applicazioni come whatsapp)
- convocazioni collegi docenti con un unico punto all’ordine del giorno che prevedeva “comunicazioni del dirigente scolastico”;
- convocazioni per effettuare le ore di programmazione (per docenti scuola primaria) pur in regime di sospensione dell’attività didattica e/o comunicazioni da parte di dirigenti scolastici in ordine alla necessità di recuperare tali ore ove non effettuate.
- Al contrario, i Dirigenti Scolastici possono attuare, quali datori di lavoro – anche nei confronti del personale ATA, tutte le misure atte a tutelare la salvaguardia della salute.
Azzolina, scuole chiuse decisione d’impatto
“E’ una decisione di impatto, spero che gli alunni tornino al più presto a scuola”. Così la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, assicurando “l’impegno” perché questo “servizio pubblico essenziale continui anche fornito a distanza”.
Borrelli,su scuole decisioni governo appropriate
“Sulle scuole sono in attesa di decisioni del governo, saranno quelle più appropriate per l’emergenza. Ci sono regole di prudenza e cautela adottate dal primo giorno, proporzionate rispetto alla situazione e dovremo abituarci a nuove e diverse indicazioni rispetto a quelle pregresse. Dipende dalla situazione in cui potremmo trovarci a fine settimana”. L’ha detto il commissario straordinario Angelo Borrelli nella conferenza stampa alla Protezione civile.
Bonetti, ora misure a sostegno delle famiglie
“In questo momento – prosegue Bonetti – siamo chiamati come Paese a mettere in campo tutte le misure straordinarie necessarie per contenere e rallentare la diffusione del virus. Lo dobbiamo in particolare alle persone che si trovano in situazione di fragilità e sono più esposte a livello sanitario