GAETA – Sette persone denunciate, tra cui due minorenni. Questi i numeri dell’operazione del commissariato di Polizia di Gaeta, impegnato nei controlli per verificare il rispetto delle misure previste dal DPCM per contrastare l’epidemia da Coronavirus. Infatti, nonostante i provvedimenti emergenziali restrittivi della libera circolazione delle persone, a giornata ancora non conclusa, gli agenti del Commissariato hanno contestato la violazione dell’art. 650 del C.P. a 7 gaetani, dei quali due minorenni.
Dalla verifica delle circa 20 autocertificazioni acquisite in mattinata, a firma di altrettanti utenti in transito sulle principali arterie viarie, gli agenti ne hanno individuate quattro da approfondire – una poi risultata legittima -, tutte relative ad urgenze veterinaria. Una donna, dovendo accompagnare il proprio cane alla visita di controllo, benché munita di patente di guida e di propria autovettura, veniva accompagnata da due parenti, con lei non conviventi, presso una locale struttura sanitaria. E’ stato accertato che, all’atto pratico, per condurre un cane dal veterinario si sono dovute muovere ben tre persone – nessuna convivente con l’altra – motivando il fatto da situazione di necessità. Benché quanto dichiarato è stato accertato corrispondere al vero e fosse pure ritenuto legittimo per la sola proprietaria del cane, non poteva certamente giustificare la condotta dei congiunti, evidentemente non del tutto consapevoli dei rischi e della crescente emergenza che coinvolge il Sudpontino.
Nel primo pomeriggio gli agenti fermavano due sedicenni apparentemente a spasso sul lungomare, invitandoli a rincasare. I giovanissimi, asserendo di doversi recare al supermercato, dopo il controllo, venivano lasciati proseguire per le loro faccende. Dopo un paio d’ore, senza alcuna busta della spesa al seguito, gli stessi due minorenni venivano individuati mentre s’intrattenevano a bere birra e fumare con tre loro concittadini maggiorenni. Il classico assembramento vietato, alla vista degli agenti veniva sciolto, in quanto la combriccola si dava a precipitosa fuga, scavalcando la recinzione di un cantiere navale. Convinti di averla fatta franca, all’uscita dalla proprietà privata, dal lato opposto del cantiere, venivano tutti e fermati e controllati.
Alcuni di loro non erano nuovi a pregiudizi penali e di polizia. Pur dichiarando che effettivamente non avevano alcun giustificato motivo per incontrarsi, venivano tutti denunciati per la violazione dell’art. 650 C.P.. I due sedicenni dovranno rispondere delle loro condotte alla Procura per i Minorenni di Roma, ma intanto venivano riaffidati ai rispettivi genitori fatti intervenire sul posto a riprenderli.