FONDI – Fondi resta una città blindata, entrare ed uscire praticamente impossibile e i controlli si sono fatti più serrati con le fermate dei treni soppresse e le attività ferme, almeno sino al 5 aprile. Ma resta un interrogativo in piedi: poteva essere evitata la severa ordinanza emessa giovedì sera dalla Regione di Lazio di chiusura di fatto della città a causa dell’aumento delle persone decedute, di quelle contagiate dal Covid 19 e costrette all’isolamento domiciliare? Secondo il comune, la risposta è affermativa se non ci fosse stato un conflitto di competenza tra la Protezione civile nazionale e le autorità sanitarie laziali e pontine.
L’amministrazione del sindaco facente funzione Beniamino Maschietto aveva chiesto di avere l’elenco copia delle persone positive o costrette alla quarantena per avviare, di concerto con le forze dell’ordine, una preventiva azione di monitoraggio sulle loro presenze fisiche. L’iter autorizzativo era stato prima concesso, poi sospeso e di nuovo aveva conosciuto un esito favorevole. Ma quando è arrivato il nulla osta della Protezione civile l’ordinanza regionale del vice presidente Leodori, richiesta anche dalla Prefettura di Latina, era stata già approntata e, dunque, pronta alla firma finale con l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato.
Che ci sia stato un mini corto circuito istituzionale lo conferma anche l’assessore ai servizi sociali del comune Dante Mastromanno, di professione medico di famiglia. In una clamorosa intervista all’AdnKronos ha promosso una polemica che non ha avuto risposte: “Sono anche il medico curante della maggior parte degli anziani del centro, dove è stata fatta la festa di Carnevale. Se fossi stato avvisato per tempo, se avessi saputo, avrei chiuso la struttura ancor prima di quanto ho fatto. Invece niente, continuavo a chiedere e nessuno mi dava dati dei contagiati. Ci hanno detto che si trattava di una banale influenza, è stata una grossa bugia. Questa è una seria epidemia e c’è qualcuno che non ci ha detto la verità. Ho visitato il paziente 1 qui nel territorio e fortunatamente mi sono messo da solo in autotutela, chiudendomi a casa per 14 giorni”.
L’assessore Mastromanno ha evidenziato la “gravità” della situazione e ha posto al centro delle sue preoccupazioni il Mof: “1000, 1500 persone che ogni giorno vanno in treno a vendere la merce (trasportata nei camion) nei vari mercati rionali di Roma hanno dovuto buttare tutto: litri e litri di latte ma anche carne, verdura e frutta buttati perché i commercianti non si possono spostare. Fortunato chi a Roma ha qualcuno che può vendergli la merce portata su strada nei banchi, chi invece è solo non ha modo di esporla e con le consegne a domicilio che siamo riusciti a concedere, mettendo una pezza al problema, non si riesce comunque a smaltire. Le perdite sono imponenti e intanto questi poveri coltivatori continuano a dover far fronte alle spese, perché in Italia si continua a pagare, non bloccano nulla”.
Intanto resta “attenzionato” proprio il Mercato ortofrutticolo di Fondi, il secondo in Italia per importanza ed indiscusso motore economico della città e del comprensorio. La struttura domenica mattina alle 5 ha riaperto i battenti per chiuderli alle 14 (orario in vigore anche martedì e giovedì) dopo lo stop settimanale di sabato per realizzare la prevista sanificazione. Sono partiti i controlli con il telescanner all’ingresso del Mof, la temperatura è stata rilevata ad oltre 600 ma persone e 63 di loro che presentavano sintomi influenzali hanno effettuato un test attraverso la Tac polmonare. “Giù le mani dal nostro mercato ortofrutticolo” è lo slogan utilizzato dal neo parlamentare europeo di Forza Italia ed ex sindaco di Fondi Salvatore De Meo.
Il direttore del Mof, Roberto Sepe, è andato oltre: “Il Coronavirus Covid-19 non si trasmette con gli alimenti, come emerge con evidenza scientifica dalle linee guida del Ministero della Salute: E’ del tutto ingiustificato l’allarmismo che sta penalizzando Fondi e il suo Centro agroalimentare all’ingrosso. L’Italia si è scandalizzata per il disgustoso video francese sulla pizza, ora siamo noi italiani a etichettare senza criterio i nostri prodotti. Sono sotto gli occhi di tutti le nostre difficoltà nel trasportare le merci, in prevalenza ortaggi ma anche frutta e agrumi, oltre la zona rossa del Comune di Fondi. Il Mof è una realtà straordinaria – sottolinea Sepe – fatta di centinaia di aziende, di cooperative e di produttori locali che da generazioni, con dedizione e sacrifici, portano sulle tavole degli italiani i migliori frutti della nostra terra, la Piana di Fondi. Un vero e proprio brand di eccellenza, riconosciuto da tutta Italia. Siamo, tra l’altro, l’unico mercato ad avere un laboratorio di analisi interno, per il controllo costante della eventuale presenza di fitofarmaci. La qualità è quindi il nostro impegno principale”.
L’appello di Sepe è simile ad un monito: “Non vorremmo che notizie distorte e senza alcuna validità scientifica possano essere utilizzate in modo strumentale per mettere in ginocchio una realtà che già subisce forti limitazioni forti a causa dell’emergenza Coronavirus. Non possiamo accettare questa situazione – ha concluso il direttore del Mof – anche perché le restrizioni imposte al mercato ortofrutticolo, che soddisfa il fabbisogno annuale di 4 milioni di italiani e coinvolge oltre 4mila imprese agricole, rischiano di mettere in ginocchio un settore cruciale, colpendo i lavoratori e danneggiando il tessuto produttivo e l’economia del territorio”.
Saverio Forte