FONDI – Un monastero che ha un elemento caratterizzante nel suo storico dna: quando fu edificato nella seconda metà del III secolo dopo Cristo fu considerato un segno di speranza e di forza perché testimone di uno degli episodi più cruenti della persecuzione dell’imperatore romano Decio. Tentarono qui di salvarsi due martiri cristiani, poi dichiarati santi, Magno e Paterno, ma fu tutto inutile mentre cercavano di nascondersi negli anfratti di Monte Arcano.
Il monastero di San Magno a Fondi, per tanti secoli veicolo di promozione della regola benedettina nell’attuale provincia di Latina, ora è sede di una frequentata fraternità e, su impulso dell’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari e del suo Rettore, don Francesco Fiorillo, ha deciso di spalancare le porte a favore di coloro, i volontari della Croce Rossa Italiana, vogliono aiutare la comunità di Fondi a superare l’ulteriore fase emergenziale decretata dalla Regione con la chiusura della città per contrastare la diffusione del Covid 19. Questi volontari arriveranno da ogni parte d’Italia per prendersi cura a Fondi delle tante persone fragili che, più di tutte, stanno subendo le prescrizioni del governo contro la diffusione del Coronavirus.
Insomma il Monastero di San Magno vuole continuare ad esercitare la propria missione: dopo aver dato risposte ai pellegrini e alle popolazioni nei momenti più bui e di grande crisi, ora ospiterà tra le sue antiche pietre volontari speciali nel tentativo di “ripartire insieme e- come auspica don Francesco Fiorillo – per trasformare ogni ferita in feritoia”.
Saverio Forte