LATINA – Prigionieri come topi su alcune navi da crociere italiane che non hanno ancora la possibilità di scendere a terra e tornare a casa per colpa del Coronavirus. Dei 130 ospiti italiani a bordo della “Costa Magica” che si trova bloccata al largo della Florida, negli Stati Uniti, ci sono diversi crocieristi, perlopiù giovani, provenienti dalla provincia di Latina, residenti nel centro capoluogo ma anche in alcune località del sud-pontino. Quella della “Costa Magica” è stata sinora un’autentica odissea per quello che doveva essere un viaggio di piacere nei Caraibi. E invece questa “città galleggiante” non ha potuto attraccare nel porto della Martinica, a Cuba e, l’altro giorno, a Miami, in Florida.
A chiedere alle autorità italiane, in particolar modo al Ministero degli Esteri, e a quelle diplomatiche negli Stati Uniti di sbloccare questa empasse è stato oggi il Senatore pontino dei Fratelli d’Italia Nicola Calandrini: “Se è vero che sulla nave ci sono casi di Coronavirus, è altrettanto vero che ci sono persone sane, che non presentano sintomi, che devono sbarcare con tutte le dovute precauzioni, ed essere messe nelle condizioni di tornare nei loro paesi e nelle loro case. Il dramma dei marittimi della Costa Magica è lo stesso di tanti italiani che allo scoppiare dell’emergenza, per piacere o per lavoro, si trovavano lontano dall’Italia e ora sono impossibilitati a rientrare. L’Italia non può abbandonarli, non sono cittadini di serie B, il loro rientro deve essere garantito”.
Un marittimo di Formia sulla Costa Victoria
Stesso copione per un altro gioiello della Costa che non riesce ad attraccare nel porto di Civitavecchia. Si tratta della “Costa Victoria” che la sua crociera l’aveva iniziata il 7 marzo a Dubai, negli Emirati Arabi, per arrivare nel Mediterraneo dopo aver lambito il porto di Salah, in Oman. 726 turisti e 776 membri dell’equipaggio – e tra questi un marittimo di Formia – sono quindici giorni che non riescono a toccare terra. Quando la nave si trovava davanti le coste israeliane la società armatrice genovese aveva comunicato che la speciale crociera, come le tante altre in corso di svolgimento, sarebbe finita praticamente in quel momento. Nel frattempo la “Victoria” è giunta mercoledì, come richiesto dalla stessa Costa, nella rada del porto laziale di Civitavecchia ma ha conosciuto il divieto del sindaco leghista Ernesto Tedesco che non vuole che nessuno dei quasi 1500 partecipanti alla crociera nel Golfo Persico attraversi la sua città una volta sbarcati a terra. Il motivo? Sino a domenica a bordo c’era una turista argentina che, positiva al Coranavirus, è stata costretta a scendere nel porto greco di Creta per essere ricoverata nel locale ospedale. Il sindaco di Civitavecchia è stato irremovibile nonostante le garanzie ricevute dal Prefetto di Roma e dai vertici dell’Autorità portuale e dal Ministro delle infrastrutture Paola De Micheli in persona: “Nessuno può lasciare il porto della città anche se mi rendo conto che i turisti e i membri dell’equipaggio devono fare ritorno nelle rispettive residenze”. Insomma chi si trova a bordo della “Costa Victoria” sta trascorrendo una quarantena nelle proprie cabine in attesa di tornare a casa. Il marittimo di Formia ha lanciato un appello a tornare tra i suoi affetti e le sue parole veicolate dai canali social sono piene di amarezza e rabbia: “Forse sarebbe stato meglio ammainare la bandiera italiana che portiamo, non ha più senso farla sventolare. Se questi colori non significano più nulla, sarà meglio riporla. Cosa devo dire a mia moglie? Quale altra scusa devo accampare con i miei bambini? Come faccio a spiegargli le belle parole che ho speso per fargli capire che quel drappo tricolore non fosse solo una bandiera colorata, ma il simbolo di un Paese, e pertanto andava maneggiata con rispetto? Quei colori ci rendono nazione. Per questo gliene ho spedita una grande, appena qualche giorno fa, da appendere al balcone. Poi lo stato di quella stessa bandiera, che ho comprato con tanto orgoglio, mi lascia in mezzo al mare, in balia degli eventi, che si preannunciato sempre più difficili. Come faccio a spiegarglielo? Provo una profonda vergogna. Se non avessi il profondo rispetto dello Stato avrei fatto rimuovere la bandiera dal balcone, ma sarebbe stato troppo facile. Il difficile è desistere dal farlo”.
A Itri possibile focolaio per una comitiva partecipante a una crociera ai Caraibi
L’ultimo positivo al Covid 19 per quanto riguarda il comune di Itri – il quarto in assoluto – si trovava anch’egli su una nave che aveva effettuato una crociera ai Caraibi dal 28 febbraio all’8 marzo. A bordo c’era una comitiva di 35 persone, tra i 50 e i 70 anni, che, partita da Itri, volò da Fiumicino con destinazione Antigua per salire successivamente a bordo di una nave della Costa. I quattro contagiati di Itri hanno avuto tutti a che fare con questo viaggio: tre partecipanti alla stessa crociera e l’autista di un società di trasporto extraurbano che a bordo del suo pullman riportò la comitiva a casa da Fiumicino. Il conducente del mezzo – il terzo ad Itri ad essere stato infettato dal virus – è stato sottoposto a isolamento domiciliare solo perché il suo quadro clinico fortunatamente non è stato giudicato grave tale da richiedere un ricovero in una struttura sanitaria. Il quarto infettato – come aveva riportato l’altro “Il Messaggero” – aveva inizialmente la febbre alta e purtroppo l’esito del secondo tampone ha confermato che si tratti di Covid-19. Intanto, il sindaco di Itri Antonio Fargiorgio ha spiegato che gli altri componenti di questa comitiva, volata da Fiumicino per prendere ad un viaggio desiderato chissà da quando, stanno tutti bene, hanno terminato la quarantena domiciliare avendo di questa crociera un ricordo positivo solo a metà.
Saverio Forte