ITRI – Un’altra iniziativa pubblica dell’Arcivescovo di Gaeta di vicinanza alle persone contagiate dal Coronavirus sul territorio del sud pontino e in memoria dei pazienti, ben 12, che hanno perso la vita sinora a causa del Covid 19 nell’intera provincia di Latina. Se Monsignor Luigi Vari venerdì, nonostante il tempo inclemente, si era raccolto in preghiera davanti la stele che nel cimitero di Castagneto a Formia ricorda tutti i defunti, lo stesso presule della chiesa del Golfo domenica mattina, nella quinta del periodo di Quaresima, ha deciso di celebrare messa presso il Santuario della Madonna della Civita ad Itri.
Un riferimento all’emergenza sanitaria in corso Monsignor Vari non poteva non farlo commentando nell’omelia il passaggio evangelico della resurrezione di Lazzaro: “Questa pagina del Vangelo ci dice di essere vivi in questo tempo in cui sentiamo numeri, grandi , di vite che finiscono, numeri che non ci fanno nemmeno reagire per quanto sono preoccupanti. Questo passo del vangelo ci suggerisce, in questo periodo in cui siamo provati, impauriti e ansiosi, ad riscoprire una nuova catechesi sulla vita. Dobbiamo fare tutti, nessuno escluso, fare un grande sforzo, a non lasciarci imprigionare dalla notte e non decide di mettersi in cammino ‘alla cieca”. Gesù, alla notizia della malattia dell’amico Lazzaro, non si lascia prendere dall’angoscia e dal panico ma rimane protagonista, detta i tempi, decide i passi, aiuta i suoi discepoli- ha aggiunto Monsignor Vari – a non essere schiacciati di fronte a questa dolorosa notizia prima della malattia e poi della morte di Lazzaro. In questo la Madonna ci è maestra. Era viva sotto la croce, era lì a mantenere il figlio in vita con gli occhi, a tenere in vita la speranza dei discepoli dopo la morte. Gesù ci insegna che essere vivi è essere capaci di fiducia, di credere in qualcosa di nuovo e di diverso, di credere che non tutto dipende da te ma c’è un Dio in cielo che capisce, sa e si prende cura di te.. Maria nello strazio, nel dolore e nella solitudine continua a credere e ci aiuta a credere. Essere vivi significa abbandonarsi al pianto, condividere il dolore degli altri. Non bisogna – ha aggiunto l’Arcivescovo di Gaeta nella sua omelia – scoraggiarsi da nessun sepolcro, da nessuna barriera, da nessuna lapide e considerazione.”
Monsignor Vari ha lanciato un inno alla speranza: “Quante preghiere in questi giorni, in diverse lingue e luoghi e al proprio Dio. Un mondo che prega è un mondo vivo”. L’Arcivescovo di Gaeta prima della benedizione finale si è rivolto in preghiera, come segno di speranza, davanti il dipinto che raffigura la vergine nera, la compatrona della Arcidiocesi di Gaeta, e le ha affidato i tanti operatori sanitari in prima persona per sconfiggere questa pandemia, i “fratelli e sorelle ammalate”, “quelli che vanno via a volte senza una carezza ed una lacrime dei propri cari e familiari”.
Saverio Forte
VIDEO Preghiera Monsignor Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta
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