FORMIA – L’evento è storico per tante e oggettive ragioni: per la prima volta il consiglio comunale di Formia si svolgerà in video conferenza giovedì 16 aprile, alle 15.30. L’ha deciso la conferenza dei capigruppo che, allargata alla commissione bilancio, ha dovuto prendere atto, dopo l’adozione di uno specifico decreto da parte del presidente dell’assemblea Pasquale Di Gabriele per autorizzare lo svolgimento del massimo consesso cittadino in video conferenza, come al Comune serve come il pane la delibera “madre” per reggere l’urto finanziario per le spese sostenute sinora e quelle da effettuare nei prossimi giorni e settimane per supportare le famiglie e le imprese in difficoltà a causa dell’emergenza del Covid 19.
La maggioranza Villa aveva una bozza di bilancio previsionale pronta da un mese ma si è resa conto, ricorrendo al buonsenso, che forse non è più valida perché il mondo, l’Italia e la stessa Formia (sul piano sociale ed economico) non sono più gli stessi rispetto a quattro settimane fa. Il 9 marzo, nelle fasi iniziali della pandemia, la Lega ma anche Forza Italia, l’Udc e i Fratelli d’Italia avevano presentato un emendamento al bilancio che prevedeva l’istituzione di un fondo di emergenza di 100mila per gli effetti del Coronavirus. Alla luce di quanto già verificato in questi giorni, sta avvenendo e purtroppo accadrà nelle prossime settimane per la Lega deve essere rimpinguato “almeno sino ad un milione di euro” intervenendo in una duplice direzione: sostenere le attività economiche con la liquidità necessaria a farle ripartire e sostenere i cittadini e le famiglie in disagio economico”.
La maggioranza sta decidendo cosa tagliare nel proprio bilancio già pronto per non farsi trovare impreparata ai prevedibili attacchi politici del centro destra e dello stesso Pd. Ma le rinunce ai propri capitoli di spesa hanno creato un serrato confronto all’interno della coalizione di governo perché nessun’assessorato vuole privarsi di ciò che ha intenzione di fare nel corso dell’anno. Al momento il capitolo a favore delle famiglie e dalle attività economiche di Formia colpite dalla scure del Covis è arrivato a quota 350mila euro grazie alla rinuncia ad ospitare in estate un campionato mondiale di vela della Formula 18, ad organizzare una campagna di “sensibilizzazione a tutela dei cani e dei gatti” e ad alcune poste della cultura. Ma non basta assolutamente. E lo sa il presidente del consiglio Pasquale Di Gabriele che ha cominciato a mediare tra la sua maggioranza e le varie minoranze: “Contiamo di portare la consistenza di questo fondo ad almeno 600-650mila euro”.
Ma non bastano queste somme – secondo le opposizioni – per dare risposte alle famiglie, alle imprese e soprattutto alla prima voce del Pil cittadino, il commercio ed il turismo. Si vuole raggiungere il tetto del milione di euro e la maggioranza ha dato appuntamento alla conferenza dei capigruppo di lunedì, allargata alla commissione bilancio. La soluzione è di elaborare un maxi emendamento che, per evitare di rifare l’iter di approvazione del bilancio, deve avere la firma dei 24 consiglieri comunali di Formia. Nessuno escluso.
Il capogruppo del Pd Claudio Marciano sta partecipando alla lenta attività amministrativa in videoconferenza da Torino dove insegna sociologia presso la locale Università. A suo dire “la discussione in corso tra le forze politiche cittadine sul bilancio di previsione 2020 rischia di diventare un macabro esercizio di disperazione. Il documento contabile approvato dalla Giunta a febbraio non ha più alcun valore. Semplicemente, il Covid-19 si è portato via il mondo in cui quel documento è stato pensato, almeno per quest’anno. Il Comune, se non vuole andare sottosopra, deve prenderne atto e riprogettarlo completamente”. E l’esponente Dem l’ha spiega unitamente al neo coordinatore comunale del suo partito, Luca Magliozzi: “La base imponibile su cui si sono calcolati Imu, Tari, Tosap e l’ddizionale Irpef non è più attendibile, come non lo è la previsione di entrata sui parcheggi, sulle sanzioni stradali o sugli oneri di urbanizzazione. Questo vuol dire che tutte le spese finanziate con quegli importi sono a rischio: rifiuti, manutenzioni, servizi sociali, sicurezza, lo stesso personale comunale”. Insomma costituire un fondo di emergenza finanziato con entrate fittizie “non ha alcun senso. E’ una presa in giro, specie se si propone, come fatto finora, di riempire il fondo con le magre risorse destinate alla cultura o al turismo. Riempiamo di aria una scatola vuota.”
Il Comune non può erogare la cassa integrazione ai lavoratori, né dare liquidità alle imprese. Non è uno Stato, nè una banca: “Perpetuare ambiguità su questo tema rischia di produrre aspettative infondate. Il Comune ha invece il dovere di anticipare lo scenario peggiore riducendo la pressione fiscale dove possibile, redistribuendo il peso su chi può o non ha perso finora reddito (dove possibile), ristrutturando tutti i suoi servizi con una forte compressione della spesa, rimodulando l’offerta di servizi cercando di dare pari dignità a tutti i bisogni (compresi quelli culturali).” Marciano, nonostante la sua giovanissima età, è stato assessore alla sostenibilità urbana e all’ambiente nel Bartolomeo ter e quater, dal 2003 al 2008 e nel quinquennio 2013-2018, quindi sa cosa significa affrontare i problemi di una cittadina, di confine, di quasi 40mila che è Formia. La sua priorità è l’azzeramento già pronto per essere discusso e approvato dal consiglio comunale subito dopo Pasqua e propone l’adozione di un piano Marshall che sia davvero generalizzato: “Bisogna coinvolge – suggeriscono Marciano e Magliozzi- sindacati, imprese, istituti di credito, associazioni culturali e di volontariato, per come riorganizzare i servizi per quest’anno (e cioè come condividere i sacrifici). E’ necessario correggere la manovra formulando uno scenario prudente. Non pensiamo ad un percorso che duri mesi, ma settimane. Si tratta di rinviare di un mese l’approvazione di un bilancio- osserva – che nella versione attuale è un documento sbagliato e inadeguato ai dati del presente”. Per Marciano questo percorso non inficia minimamente la tempistica sulle emergenze sociali: “Formia, già oggi, ha la disponibilità di 450mila euro per spese alimentari e sanitarie da Governo e Regione. Inoltre, la legge consente di superare il limite dei dodicesimi di spesa per garantire la continuità dei servizi essenziali. Perché, quindi, non provare questa strada?” – conclude interrogandosi.
La situazione economica peggiora di giorno in giorno a Formia e Marciano rileva come il bando per l’accesso ai buoni spesa del Comune “sia pieno di ambiguità e tortuosità. Andrebbe rivisto interamente. Nel merito – secondo il capogruppo del Pd – può avere accesso ai buoni solo chi dichiara di guadagnare meno di 400 euro al mese, senza alcuna distinzione per la numerosità del nucleo familiare: Se quindi una famiglia ne guadagna 450 ma ha due figli non può avere accesso”. Il limite dei 400 euro di reddito oltre il quale non si ha più diritto al sostegno “è inferiore alla soglia minima di povertà assoluta stabilita dall’Istat, per l’Italia, in circa 550 euro al mese per componente del nucleo familiare”. La stessa modalità di assegnazione Marciano la definisce “lenta e farraginosa”: Addirittura, per chi non ha internet, è prevista la consegna a mano della richiesta presso gli uffici dei servizi sociali, in barba al motto #stateacasa. Per la consegna dei buoni si deve attendere una graduatoria e non è chiara la modalità di erogazione”. Poi il Comune si riserva la facoltà di mettere il naso nella busta della spesa della gente, andando a verificare cosa ha acquistato e perché. Il modulo prevede esplicitamente una liberatoria in questo senso:”Ci chiediamo quale commissione di esperti dovrà valutare quali alimenti sono ammessi e quali no. In nessun altro bando che abbiamo consultato in Italia è presente questa clausola da distopia collo diana”.
Marciano aggiunge definendo la ripartizione dei fondi per nucleo familiare ambigua, scritta con i piedi (la regola io l’ho capita alla sesta – settima lettura) ed iniqua. Si riconosce 5 euro al giorno per componente adulta, 7 per minori, ma si blocca il tetto massimo erogabile a 400 euro. Questo vuol dire che un nucleo di 2 persone riceve 300 euro, mentre uno di 6 ne riceve al massimo 400”. Questo bando, forse per la fretta di questi, “è pieno di altre lacune e ambiguità. Nessuna forza consiliare è stata coinvolta nella condivisione di requisiti e modalità di accesso del bando. Eppure le risorse sono consistenti (tra Governo e Regione circa 450mila euro) e l’argomento è di urgenza politica unica. I criteri del bando vanno immediatamente rivisti nella capigruppo consiliare – conclude Marciano – l’accesso al contributo ampliato a tutte le persone che dichiarano di essere in condizione di bisogno e non hanno risorse per sostentarsi. Punto e basta”.
Saverio Forte