PONZA – Qualche laico che ha avuto la fortuna, più o meno casuale, di entrare nella chiesa parrocchiale di Ponza, intitolata a Santa Domitilla e al patrono San Silverio e chiusa per le note misure anti Covid 19 emanate dal governo e dalla Regione, giura di aver visto “allungati e più belli” i fiori spuntati lungo la circonferenza della corona di spine del Cristo in croce. Questo non è un crocifisso come tanti, da tempo è meta di devozione di tanti isolani e, di pescatori in particolare, che s’intrattengono in preghiera per chiedere protezione.
Insomma un segnale di speranza in occasione della Pasqua che per i credenti e i cristiani in particolare costituisce un momento di passaggio e di svolta: “Dalla corona ora nasce la vita e una speranza per noi tutti”. L’anomala fioritura della corona di spine era iniziata in autunno e a Natale “feci notare ai fedeli che la corona stava facendo fiori e foglie. Li’ per li’ si e’ pensato all’umidità, senza dare altre connotazioni straordinarie al fenomeni – ha aggiunto il parroco di Ponza – ma ora dobbiamo pensare a qualcuno di più serio”.
Per far fronte a questo fenomeno Padre Ramon ha dovuto chiudere la sua chiesa che, realizzata in stile vanvitelliano, guarda il porto borbonico dell’isola. L’ha dovuto fare dopo che il crocifisso era diventato meta di tanti fedeli ma anche di semplici curiosi “per vedere con i loro occhi”. Il crocifisso sinora si trovava sulla destra appena all’interno della chiesa e in pochi la notavano. Ora, in occasione della Settimana Santa è stato spostato nei pressi dell’altare maggiore con la Madonna e si possono vedere più foglie, segno di speranza che tutto risorgerà”.
Ponza, come la vicina Ventotene, è uno dei pochi comuni pontini ad essere stato graziato dal Covid e il parroco dell’isola rivolge una speciale preghiera: “Dobbiamo ringraziare Dio che nessuno è stato contagiato. In caso contrario sarebbe terribile”.
Saverio Forte
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