Cronaca

Fondi / Omicidio nella zona rossa: nuova ordinanza di custodia cautelare per il pakistano

FONDI – Una nuova ipotesi di reato è stata formulata nei confronti di Abdul Majid Khan, il 44enne pakistano regolare in Italia che il 23 marzo con un oggetto contundente, al termine di una lite, ha ucciso Emilio Maggiacomo, il bracciante agricolo di 69 anni colpito, in maniera davvero feroce, all’interno del proprio podere in via Molelle, in contrada San Raffaele, una zona molto impervia ai confini dei comuni di Fondi e Itri. E’ quanto si evince dalla nuova ordinanza di custodia cautelare che, richiesta dal sostituto procuratore Alfredo Mattei, è stata emessa dal Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce nel momento in cui il fascicolo per questo delitto, per meno di cinquanta metri, è stato inviato alla Procura competente per territorio, quella di piazzale Labriola.

Il Gip Di Croce ha confermato l’impianto accusatorio avallato dal collega di Latina La Rosa ma ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare per il pakistano ravvisando il solo reato di omicidio volontario derubricando le aggravanti rappresentate dai futili motivi. La difesa del pakistano, rappresentata dagli avvocati Maurizio Forte e Gianluca Cesarini, intanto ha impugnato davanti il Riesame la stessa ordinanza di custodia cautelare del Gip Di Croce che, essendo un provvedimento per certi versi fotocopia del collega di Latina, non merita un nuovo interrogatorio di convalida. Il pakistano chiede, in effetti, l’annullamento o, in subordine,l’attenuazione della misura cautelare in carcere semplicemente per il fatto di trovarsi nella proprietà della vittima perché a bordo della sua Lancia Fedra aveva sbagliato strada. Ha negato, poi, di aver aggredito Maggiacomo che, invece, lo avrebbe minacciato di chiamare i Carabinieri. E per rassicurare il 69enne gli ha consegnato una copia della sua tessera sanitaria.

Intanto continuano le indagini su questo fatto di sangue che ha avuto il suo clamore per l’ipotesi che il pakistano abbia sbagliato strada,nei giorni in cui Fondi era “zona rossa” a causa del Covid 19, nel tentativo di consegnare un preventivo ad un suo cliente ad Itri. Le ha disposte il sostituto procuratore Alfredo Mattei che, avocando a se il fascicolo, ha chiesto al commissariato di Polizia di Fondi di acquisire lunedì le dichiarazioni del figlio della vittima. L’uomo, che ha nominato quale legale di parte civile l’avvocato Giulio Mastrobattista, ha raccontato, confermandole agli inquirenti coordinati dal commissario Franco Pellegrino, quanto aveva già detto subito il delitto del padre bracciante agricolo: di essere stato chiamato al telefonino dal familiare preoccupatissimo dell’atteggiamento violento e minaccioso del 44enne pakistano da oltre 20 anni in Italia.

L’autopsia, disposta dal sostituto Claudio De Lazzaro ed eseguita presso il cimitero di Fondi dal medico legale Alessandro Mariani, aveva accertato come Maggiacomo fosse stato ucciso in maniera davvero cruenta a causa di numerosi traumi contusivi multipli, soprattutto al torace e al cranio, ed una copiosa emorragia interna. Forse vittima di numerosi colpi di un oggetto contundente, forse una biglia di ferro. Il figlio di Maggiacomo ha detto di aver notato il pakistano mentre andava via a bordo, tra i boschi delle Molelle, della sua utilitaria ma dopo un tentativo di investire il povero Maggiacomo nel frattempo caduto a terra al termine di una lite che non ha ancora un movente.

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