CISTERNA – Una vera e propria holding del crimine operante a Cisterna di Latina con due forti specializzazioni: lo spaccio di droga ed il recupero crediti con una forte caratterizzazione estorsiva. Con questa consapevolezza investigativa il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario, accogliendo una specifica richiesta del sostituto procuratore Valerio De Luca dopo due anni di laboriose e mirate indagini dei Carabinieri, ha emesso otto ordinanze di custodia cautelare, cinque in carcere e tre ai domiciliari, nell’ambito della brillante operazione “Buffalo”.
Eccellenti i nomi delle persone arrestati dai Carabinieri della stazione di Latina e del reparto territoriale di Aprilia con le ipotesi a vario titolo di tentata estorsione, lesioni aggravate, cessione di droga, porto abusivo di ami da fuoco, danneggiamento aggravato, ricettazione e maltrattamenti. Tra queste spicca Gianluca Zuncheddu, di 39 anni, il padre di Desirèe Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata senza vita il 19 ottobre del 2018 all’interno di uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo, a Roma. Le misure restrittive in carcere sono state notificate anche nei riguardi di Antonio Di Noia, 39 anni, già coinvolto nell’ambito dell’operazione “Astice”, suo cognato Vincenzo Avagliano, di 44 anni, Stefano Speranza, di 53 anni e Franco Iacomussi, di 45 anni. Il Gip Cario, invece, ha disposto la detenzione domiciliare per Luca Di Noia, 24 anni, nipote di Antonio e peri fratelli Simone e Sandro Amabile, rispettivamente di 24 e 22 anni. Tranne che Speranza, residente ad Aprilia, gli altri sette indagati sono di Cisterna,componenti – secondo la Procura e i Carabinieri – di un’organizzazione che, dedita allo spaccio di cocaina, marijuana e hashish, della cui esistenza è stata ipotizzata nel febbraio di due anni quando un giovane di Cisterna venne aggredito per costringerlo a pagare un debito di droga contratto da un suo cugino.
Le indagini dei Carabinieri hanno appurato che ai vertici del gruppo c’era proprio il padre di Desirèe Mariottini, Gianluca Zuncheddu, in grado di gestire una rete di pusher ai quali consegnava la droga da spacciare a Cisterna. Due di loro vennero arrestati in flagranza il 30 giugno 2018, in possessori di 200 grammi di marijuana; erano Luca Di Noia e il padre Carmine, fratello di Antonio. Questa organizzazione ha cominciato a mal sopportare la pressione investigativa dei Carabinieri del Colonnello Gabriele Vitagliano che Vincenzo Avagliano e Antonio Di Noia, grazie al ruolo dell’apriliano Stefano Speranza,a bordo di un Smart bianca rubata,hanno cominciato a monitorare le auto private dei Carabinieri impegnati nelle indagini. Il gesto più eclatante e clamoroso l’hanno messo a segno il 19 maggio 2018 quando esplosero quattro colpi di arma da fuoco contro l’utilitaria,una Peugeot, di un maresciallo in servizio presso la stazione di Latina dell’Arma.
Le indagini del Pm De Luca hanno accertato come i componenti dell’organizzazione fossero in procinto di compiere altri gesti intimidatori, anche più gravi, contro altri Carabinieri di Latina e i loro familiari e si siano resi protagonisti di violenze e minacce di morte nei confronti di alcuni parenti.