Acqualatina, i chiarimenti dell’Ad Marco Lombardi: “Cassa integrazione è indispensabile”

Attualità Latina

LATINA – Probabilmente è ‘figlia’ della proposta del deputato e del Senatore di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli e Nicola Calandrini la dura presa dell’amministratore di Acqualatina Marco Lombardi che ha illustrato le ragioni che hanno spinto la società, pubblico-privata, ad attivare la procedura per la cassa integrazione gestione ordinaria per oltre 300 dipendenti dell’ente gestore per far fronte al periodo di emergenza del Covid 19. I due esponenti del partito di Giorgia Meloni hanno proposto un emendamento che impedire che le società pubbliche in attivo ricorrano agli ammortizzatori per i propri dipendenti con una presunta aggravante: la richiesta sarebbe stata formalizzata senza l’avallo dei sindacati. Uno in particolare: la Cisal Federnergia che,attraverso il segretario provinciale Antonio Pisterzi, ha dichiarato che i lavoratori dell’ente gestore non avrebbero ricevuto alcuna comucazione di essere in Cigo dal 6 aprile scorso.

L’Ad Lombardi ha deciso di “fare chiarezza, nel rispetto di un criterio di trasparenza d’informazione e di confronto” dopo aver sottolineato come Acqualatina, in occasione delle prime avvisaglie dell’emergenza sanitaria in corso, abbia predisposto la completa riorganizzazione delle proprie attività, “avendo come priorità assolute la continuità del servizio e la tutela della salute, tanto dei dipendenti che degli utenti”. Molte sono state le attività sospese per tutelare la salute di tutti, limitando i contatti e riducendo le probabilità di contagio, sono stati immediatamente chiusi gli sportelli al pubblico, sono stati bloccati i cantieri rinviabili, fermate le attività di lettura contatori e di recupero del credito a tutti i livelli. Tutto questo potenziando, contestualmente, i servizi on-line per consentire di gestire le pratiche e le segnalazioni più urgenti.

Per l’amministratore Lombardi Acqualatina, come molte altre nel settore, “sta affrontando una contrazione del fatturato, con ogni probabilità dovuta alla temporanea chiusura di molte attività commerciali e industriali, e una flessione ancora più importante degli incassi. Con le attività fortemente ridotte, prima per senso di responsabilità e iniziativa autonoma della Società, e poi anche su indicazione dell’autorità nazionale di regolazione Arera, si è reso necessario trovare – ha aggiunto Lombardi – una soluzione per gestire la condizione dei lavoratori impattati da tale contingentamento. La soluzione adottata della cassa integrazione ha garantito l’equità di trattamento per i dipendenti, per cui un sacrificio viene richiesto a tutti i dipendenti, senza alcuna eccezione, e modulato in base all’attività lavorativa svolta, al relativo contingentamento seppur temporaneo, ma anche in base ad uno spirito di solidarietà aziendale”. Insomma il ricorso a questo ammortizzatore sociale, anche da parte di una società che vanta utili importanti, secondo Marco Lombardi “è cautelativo sia in un’ottica di continuità del servizio e di mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario aziendale, sia per la tutela dei lavoratori”. In generale l’intero operato della Società ha tutelato i lavoratori: se da subito è stato consentito a tutti di limitare i contatti, con lo smart working ma anche con una turnazione degli operai di cui la Società si è fatta interamente carico, in un secondo momento, e non appena possibile, la strada intrapresa ha l’obiettivo di “garantire loro il posto di lavoro, a prescindere dalla contingenza negativa. Questo – conclude Lombardi – i dipendenti hanno dimostrato in larghissima parte di averlo compreso; ne ho contezza diretta perché, oltre alle comunicazioni ufficiali a tutto il personale, ed alle comunicazioni quotidiane tra me ed i responsabili dei servizi e di questi ultimi ed i loro collaboratori, ho personalmente contattato moltissimi dipendenti al fine di condividere le ragioni alla base di questa iniziativa e recepire le loro richieste ed indicazioni.”

L’emergenza sanitaria del coronavirus non deve assecondare un altro problema di cui Formia e il comprensorio meridionale della provincia potrebbero essere vittime la prossima estate,quello temutissimo di una possibile carenza idrica dopo l’esperienza drammatica del 2017. L’ha detto l’altro giorno il sindaco Paola Villa partecipando in video conferenza all’assemblea dei rappresentanti dei comuni dell’Atoèè 4.

Che il problema possa riproporsi lo mette in conto anche il capogruppo del Pd al comune di Formia Claudio Marciano che parte da un dato: il livello pluviometrico registrato nel sudpontino, da Gennaio 2020, è bassissimo. Le riserve accumulate nel 2019, rischiano di non bastare. Per il capogruppo Dem è necessario un Consiglio Comunale per mettere sul tavolo i dati disponibili e pianificare iniziative utili a prevenire, per quanto possibile, i disagi di una nuova emergenza idrica: “Lo avevamo chiesto già mesi fa, in occasione dell’emergenza torbidità, oggi diviene ancora più urgente. Quanti litri al secondo sono in grado di erogare le nostre sorgenti in assenza di nuove precipitazioni nei prossimi mesi? –comincia ad interrogarsi Marciano – Il livello di dispersione idrica è ancora sopra il 70%? I lavori di rifacimento della rete, partiti da anni, per un importo di cinque milioni di euro, che risultati hanno portato? Dove è finito l’ufficio Acqualatina che il Comune di Formia doveva costituire per “sorvegliare” i lavori di manutenzione del gestore idrico? Quanti litri al secondo ci ha consentito di recuperare? I lavori presso i Pozzi dell’Acervara, avviati a Luglio 2017, quali risultati hanno portato finora? Perché solo un pozzo è stato attivato dopo due mesi, e tutti gli altri sono rimasti bloccati? Perché i costi di quell’opera, necessaria unicamente a contenere nuove emergenze e a rendere possibile i lavori presso la Mazzoccolo, sono triplicati nel giro di pochi anni? Che fine ha fatto la richiesta, firmata da tutti i Sindaci del Golfo nell’autunno 2017, di anticipare nel triennio 2018-2021 investimenti per nove milioni di euro sulla rete?”

Marciano sa il dibattito consiliare potrebbe rivelarsi una “sterile polemica tra forze politiche cittadine” e pertanto ritiene che a momento di confronto debbano partecipare anche il Presidente dell’Ato e presidente della Provincia di Latina Carlo Medici, il responsabile della Segreteria Tecnica Operativa e l’amministratore delegato di Acqualatina Lombardi: “L’intenzione è capire, numeri alla mano, cosa fare per evitare il disastro del 2017” – conclude il capogruppo del Pd Marciano.