Politica

Ospedali Covid, non c’è il Dono Svizzero di Formia: insorge il sindaco Villa

FORMIA – L’Asl e la Regione Lazio mettano mano ad un palese errore,lo facciano subito, dicendo e scusandosi che è stata una svista, una disattenzione. Non è passata inosservata la dura reprimenda presa di posizione della Funzione pubblica della Uil che aveva censurato l’iniqua attribuzione da parte dell’Asl delle indennità destinate al personale medico ed infermieristico che negli ospedali di Latina e Formia si è occupato – e continua a farlo in maniera encomiabile – per fronteggiare l’infinita emergenza Covid 19. Il segretario provinciale Giancarlo Ferrara era stato chiaro: le indennità, stabilite da un importante accordo siglato il 10 aprile tra la Regione e l’Asl, vanno assegnate a tutti i dipendenti (nessuno escluso) in servizio al “Santa Maria Goretti” e al Dono Svizzero quando invece per quest’ultimo nosocomio sono stati individuate alcune figure professionali in servizio nel Pronto Soccorso, nella rianimazione e radiologia. Insomma un clamoroso trattamento iniquo che ha fatto insorgere il sindaco di Formia Paola Villa che, destinatario della protesta della Uil, ha scritto una velenosa lettera al direttore generale dell’Asl Giorgio Casati e al direttore sanitario facente funzione del “Dono Svizzero” Pasquale Montesano. Il “sommo stupore” la professoressa Villa l’aveva palesato quando aveva letto l’informativa della Regione Lazio che nella “Rete della sanità attiva per la Regione Lazio” nell’Area F erano menzionati – come detto – e i presidi ospedalieri “Santa Maria Goretti” di Latina e il “Di Liegro” di Gaeta.

“Mi stupisce che il nosocomio di Formia non sia stato ascritto – ha scritto il sindaco Villa – tra i riferimenti Covid-19 dell’Area F della Regione Lazio- E’ doveroso averne una chiara spiegazione, soprattutto che tuteli il personale dell’intero ospedale, in particolare modo del Pronto Soccorso, della medicina d’urgenza e di quella generale, che con grande spirito di abnegazione, ha messo in campo tutta la propria attività professionale ottenendo ottimi risultati sanitari, che danno lustro all’intera Azienda Sanitaria Locale”.

Il sindaco di Formia sottolinea la necessità di effettuare test sierologici a tutto il personale ospedaliero, sanitario e non, sia del “Dono Svizzero” di Formia che del “Di Liegro” di Gaeta, a tutela dello stesso personale e delle loro famiglie, ma anche dell’intera popolazione non solo di Formia, ma dell’intero comprensorio, di cui questi due ospedali restano un punto di riferimento. Paola Villa nella lettera a Casati e Montesano polemizza ancora una volta con il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano: “Mi sembra oltremodo improvvido che qualche Comune si adoperi in solitaria per provvedere a test di tutta la popolazione e non si dia priorità al personale sanitario, alle fasce degli over 65, agli immuno-depressi e pazienti fragili e a tutto il comparto delle forze dell’ordine del territorio. Rappresentano le categorie di persone che, più di ogni altre, devono garantire tutta l’organizzazione della fase 2 in totale sicurezza. Necessita, proprio in questa fase, che l’Asl governi l’intera operazione di screening immunologico, conferendo le giuste attrezzature al laboratorio di analisi del Dono Svizzero”.

Per il sindaco di Formia i test sierologici vedrebbero nel laboratorio del Dono Svizzero “un riferimento certo, evitando ulteriori spostamenti e soprattutto accorciando quei tempi che fino ad oggi hanno reso più artificioso tutto l’iter per la somministrazione dei tamponi e la loro analisi laboratoriale”. E ancora. L’emergenza Covid “ci ha posto davanti un grave stato di allerta nazionale e tutte le decisioni in campo devono prendere le dovute distanze da pressioni politiche di sorta – ha aggiunto il primo cittadino di Formia – seguendo la strada del buon senso e della responsabilità”. Da qui la richiesta che tutti auspicano: al “Dono Svizzero” – a favore del quale un partecipata sottoscrizione popolare ha permesso di donare dispositivi di protezione individuale, una barella bariatrica, due monitor multiparametrici, due carrelli emergenza in tecnopolimero e due defibrillatori con monitor – venga dato il riconoscimento per il lavoro svolto e soprattutto venga sfruttata la Dea di 2° livello come punto di riferimento del Sud Pontino per test sierologici ed immunologici”.

Sul caso è intervenuto anche il presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele, denunciando il fatto che il Dono Svizzero è “ospedale Covid di fatto ma non di diritto” e per questo ha annunciato che convocherà a breve un consiglio comunale straordinario per discutere di questo argomento.

La decisione della Regione Lazio di escludere l’Ospedale “Dono Svizzero” dal riconoscimento delle strutture Covid, è l’”ennesima testimonianza di quanto poco rispetto ci sia per il sud pontino”. A dichiararlo sono i sindaci dei comuni più meridionali della provincia, Franco Taddeo per Santi Cosma e Damiano, Giancarlo Cardillo per Castelforte, Gerardo Stefanelli per Minturno e Salvaore Vento per Spigno Saturnia, secondo i quali la decisione dell’Asl offende non solo gli operatori sanitari del ‘ Dono Svizzero’, ma l’intera comunità del Golfo di Gaeta. Purtroppo c’è anche da dire che la politica locale continua a fare la sua parte viaggiando in ordine sparso – con chiara allusione alle posizioni singole dei comuni di Formia e Gaeta ? – senza la capacità di elaborare e difendere una posizione unitaria in relazione ai fabbisogni dell’intera comunità. Queste divisioni non fanno altro che contribuire alla scarsa attenzione che la politica regionale ha per il nostro territorio” In queste settimane, sono stati vani i tentativi fatti da diversi Sindaci di riunire tutti i Comuni per elaborare un documento unico ed unitario che indicasse le necessità e i fabbisogni più urgenti dal punto di vista sanitario.

“Ancora una volta nei momenti più difficili le comunità del Golfo – ammettono i sindaci Taddeo, Cardillo, Stefanelli e Vento – non riescono a fare sintesi, a testimonianza che prevale ancora la visione di chi aspira ad una ‘Città del Golfo’ piuttosto che a costruire la “Comunità del Golfo degli Aurunci”. In un momento storico in cui è’ sempre più importante realizzare Distretti, si continua a marciare singolarmente” Ed in quest’ottica i primi cittadini di Minturno, Spigno Saturnia, Castelforte e Santi Cosma e Damiano hanno deciso di aprire un tavolo di lavoro “per rafforzare l’integrazione tra le nostre comunità e i nostri territori”.

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