CASTELFORTE – Le elezioni amministrative a Castelforte si svolgeranno soltanto tra poco più di anno ma a vivacizzare il distratto dibattito politico è il possibile outsider dell’attuale sindaco Giancarlo Cardillo, il consigliere comunale di opposizione, il “democristianissimo” – come ancora si autodefinisce – Angelo Felice Pompeo. La sua sfida elettorale era stata inaugurata subito dopo le ultime festività Natalizie presso lo studio assicurativo del coordinatore comunale di Forza Italia Alessio Fusco quando a chiedergli di diventare l’anti-Giancarlo Cardillo erano stati il potente ex sindaco Pasquale Fisco ma anche le delegazioni guidate da Michela Terillo, Mario Di Bello e Vincenzo Coviello che avevano considerato Pompeo “la persona più aggregante e sicuramente, una persona che negli anni ha dimostrato la propria affidabilità, coerenza e capacità di intercettare consensi.”
In questi giorni su facebook, intenti a rivendicare i meriti per una serie di interventi promossi a sostegno delle famiglie colpite dall’emergenza del Covid 19, sono volate invece le scintille, al limite delle offese personali e del ricorso alle carte bollate tra il sindaco e consigliere provinciale del Pd Giancarlo Cardillo da una parte e Fusco senior, l’ex comandante della Polizia provinciale e dirigente al Comune di Gaeta considerato la “musa” ispiratrice della sfida elettorale di Pompeo (che naturalmente smentisce). Nel durissimo scontro epistolare, via social, tra il sindaco di Castelforte e il suo predecessore Fusco si è inserito Angelo Felice Pompeo che come una freccia velenosa non poteva avere al centro del suo bersaglio Giancarlo Cardillo.
“Abbiamo manifestato la nostra piena disponibilità a metterci intorno ad un tavolo per trovare soluzioni in favore dei nostri cittadini, soprattutto per quanto riguarda i seri problemi di bilancio e ultimamente per trovare soluzioni univoche per contrastare le ripercussioni sanitarie ed economiche dovute alla pandemia del Covid-19, ma – ha esordito in una nota Pompeo – anziché ricevere risposte abbiamo ricevuto solo insulti”.
Ecco il passaggio che forse hanno scritto i due Fusco, padre e figlio: “L’ormai vecchia canzone del sindaco è essere contro le passate gestioni amministrative delle quali, peraltro, è stato autorevole componente (Cardillo è stato vice sindaco e assessore nel mandato amministrativo dell’ex sindaco Udc Giampiero Forte), una canzone che non credo possa più cantare perché tra le passate amministrazioni, a breve, sarà ascritta anche la sua, il cui operato negativo è chiaro a tutti. Ovviamente (Cardillo) non dice, ma voglio ricordarglielo, che – aggiunge Angelo Felice Pompeo – ha vinto per una manciata di voti grazie all’apporto elettorale di un ex sindaco di quelle amministrazioni del passato che poi ha prontamente ripudiato non onorando gli impegni politici assunti. I cittadini hanno compreso che non basta essere “nuovi” (nonostante di nuovo Cardillo non abbia assolutamente nulla) per essere efficienti, anzi spero che si stia rivalutando l’importanza dell’esperienza che in ambito politico amministrativo riveste un elemento fondamentale per dispiegarsi nei vari cavilli amministrativi con i quali deve giornalmente confrontarsi la pubblica amministrazione. La mia volontà è quella di avere un’amministrazione di cittadini per i cittadini gestita da persone competenti, capaci di risolvere i problemi e che abbiano la capacità di creare rapporti collaborativi con gli altri comuni vicini, con la provincia e con la regione e che, come del resto dimostrano gli obiettivi raggiunti dalle passate amministrazioni nelle quali tale modus operandi è stato perpetrato, è l’unico modo possibile per riuscire a dare risposte concrete ai cittadini”.
A questo punto Angelo Felice Pompeo (o qualcuno al posto) commette l’errore di considerarsi già sindaco, di aver vinto… con un anno d’anticipo le prossime elezioni amministrative. E lo ribadisce un po’ frettolosamente nella sua chilometrica nota: “La minoranza, qualsiasi essa sia, sarà considerata con rispetto e impegnata per il bene di tutti in quanto ho sempre ritenuto, anche nel passato, che tutti i consiglieri, senza distinzione tra maggioranza e minoranza, siano animati dalla volontà di rappresentare al meglio i bisogni della collettività. Chi mi conosce sa veramente che, se eletto sindaco – a questo punto si corregge – sarò il sindaco di tutti e non solo di chi mi ha votato”.
Se a Castelforte ci sono tante tracce viventi di “Nostradamus 4.0”, Angelo Felice fa ricorso al suo trentennale bagaglio amministrativo per bacchettare la Giunta Cardillo. Entrato in consiglio comunale per la prima volta nel mesozoico 1989, l’apprezzato dipendente della clinica privata “Casa del Sole-Tommaso Costa” di Formia può vantare di aver rivestito, a più riprese, sotto le diverse amministrazione democristiane o post-democristiane, l’incarico di assessore alla pubblica istruzione, politiche sociali, finanze e urbanistica e consigliere di minoranza presso la XVII Comunità Montana dei Monti Aurunci: “Il bilancio dell’attività di quest’amministrazione è su tutti i fronti fallimentare; nessuna questione è stata risolta, non è stata realizzata nessuna opera pubblica degna di essere chiamata tale nè tanto meno ne è stata programmata alcuna o portate a termine quelle già programmate e finanziate. Dal punto di vista economico le casse del comune sono in una situazione da predissesto e su tutto si fa finta di nulla. Non vi è stato nessun rapporto neanche istituzionale con le minoranza ma al contrario è stato instaurato un rapporto di continua istigazione anche dal punto di vista personale”.
La campagna elettorale ufficialmente deve ancora iniziare – a Castelforte i problemi, veri, dei cittadini, delle famiglie e delle attività economiche e produttive sono altri – e Angelo Felice Pompeo comincia a stilare una serie di ringraziamenti quando se fosse protagonista di un spettacolo o di un monologo nella fase in cui dice di “essere” piuttosto che “fare” il sindaco di Castelforte. Questi ringraziamenti li avrebbe voluti formalizzare nel corso di una conferenza stampa che, a causa del Coronavirus, è stata rinviata “a data da destinarsi”. Pompeo ringrazia subito “l’intero gruppo consiliare di minoranza” (che ha sostenuto nella passata competizione elettorale Gianfranco Testa) “con il quale è stata condivisa preliminarmente la scelta sul mio nome e che mi spronano continuamente ad andare avanti confermandomi che saranno miei attivi sostenitori nella prossima campagna elettorale”, “l’amico” Mario Di Bello “con il quale abbiamo condiviso un lungo periodo di cammino politico amministrativo consapevoli di aver contribuito alla soluzione dei tanti problemi del passato e che ha dichiarato di essere della partita; Vincenzo Coviello “e i suoi amici” per avermi addirittura incoraggiato a fare questa scelta già dalla prima ora e, soprattutto, “Alessio Fusco e l’intero gruppo da lui rappresentato”con il quale (?) sono legato da una lunga amicizia politica e personale e che, pur essendosi dichiarato disponibile a candidarsi a sindaco, ha rinunciato in mio favore perché convinto della bontà delle mie idee e consapevole della mia lealtà politica”.
Il finale di Pompeo è ecumenico, quasi evangelico,estendo i suoi “doverosi ringraziamenti” alle “persone animate di buona volontà”. E una ragione c’è: chi si dichiara Papa prima di entrare in conclave… ne esce di nuovo cardinale. Davanti la cappella Sistina e, anche, a Castelforte.