FORMIA – Una struttura che dovrà diventare essa stessa un punto di riferimento per gli ospedali di inizio terzo millennio. Il via dei lavori dovrà esserci al massimo tra un anno e mezzo dopo l’approvazione tra 12 mesi del progetto esecutivo da parte della Regione Lazio, la sua conclusione deve avvenire entro Natale del 2023. I finanziamenti ci sono, ben 85 milioni di euro, li dovrà gestire l’Inail ma ora c’è bisogno del contributo di tutti gli attori, che sono tanti. Se ci sarà, avremo scritto tutti insieme una pagina importante nella storia di questo comprensorio. Ottimista ma come sempre molto cauto e realista è apparso il direttore generale dell’Asl di Latina Giorgio Casati nel corso della presentazione in video conferenza dello studio di fattibilità del Policlinico o ospedale del Golfo che, dopo un anno di gestazione da parte dei tecnici incaricati, Federica Casadio e Angelo Balducci, è stato tenuto a battesimo in collegamento remoto con la partecipazione del direttore sanitario aziendale Giuseppe Visconti,del responsabile dell’area tecnica della stessa Asl Mauro Palmieri, dei consiglieri regionali Enrico Forte, Salvatore La Penna e Pino Simeone e, nel giorno del suo compleanno, del sindaco di Formia Paola Villa.
Il nuovo ospedale, che vuole mandare in pensione dopo mezzo secolo di attività il “Dono Svizzero”, nascerà in località ex Enaoli,su un’area di proprietà regionale, ex Arsial, laddove l’aveva ipotizzato, tra l’iniziale scetticismo generale, l’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo. La zona è considerata baricentrica per l’intero sud pontino, tra la variante Formia-Garigliano a nord e la statale Appia a sud, pronta ad essere collegata anche alla ferrovia Roma-Napoli attraverso la realizzazione di una fermata ad hoc. Se su questo aspetto il sindaco Villa ha rivelato l’esistenza di un dialogo con la direzione regionale di Trenitalia, il progetto, bellissimo e futuribile, ha due talloni d’Achille di natura igienico-sanitaria ed ambientale. Li ha sottolineati il presidente della commissione sanità della Regione Lazio, Simeone , che ha evidenziato come l’area prescelta insista a poche centinaia di metri dal depuratore di Formia gestito da Acqualatina e dal centro comunale di trasferenza dei rifiuti, struttura, quest’ultima, che la Giunta Villa, attraverso la municipalizzata Formia Rifiuti zero,intende migliorare e potenziare. I posti letto caratterizzano il contenuto della relazione tecnica che affianca il piano ora oggetto di analisi da parte della Regione. Ne saranno realizzati, all’interno di tre avveneristici padiglioni, gli stessi, 173,attivi attualmente all’interno del Dono Svizzero ma il progetto non esclude che possano arrivare a 250 come quelli della rianimazione che da 18 potrebbero essere portati a 80 perché il nuovo ospedale – ha osservato Casati – deve essere concepito già ora ad affrontare eventuali emergenze sanitaria dopo quella del Covid 19 ma anche per altre criticità.
“I posti letto in più rispetto agli attuali consentirà anche di avere un’area dedicata alla libera professione per attrarre professionalità – ha detto il ‘diggì” dell’Asl pontina Casati – ma anche di avere un reparto-polmone quando sarà necessario effettuare lavori. Le stanze di degenza sono quasi tutte a due posti e in caso di pandemia – come quella che stiamo ancora vivendo – torna utile anche in questo caso la ridondanza di offerta. Quando arriveremo alla definizione completa avremo anche il numero di posti letto attrezzati per Rianimazione che saranno obbligatori secondo le nuove norme (dovrebbero essere oltre 80) anche alla luce degli ultimi eventi. L’ospedale del Golfo sarà un ospedale idoneo – ha ripetuto – alla gestione di maxi-emergenze”. I numeri del piano di fattibilità,del resto, sono importanti. Il nuovo ospedale di Formia sviluppa 50 mila metri quadrati, con una “struttura modulare e ampliabile”, ben 1435 metri quadrati sono dedicati al Pronto Soccorso, 1530 mq per l’Intensivo e la Rianimazione, 930 mq per la Medicina d’Urgenza, 770 mq per la Psichiatria, 1015 mq per la Chirurgia ambulatoriale, 1125 mq per l’area operatoria, 385 mq per il “T.I.P.O”., 485 mq per i servizi degenze, 1510 mq per la diagnostica per immagini così come ulteriori 48.000 metri quadrati saranno destinati per tutti gli altri servizi, degenze per i reparti, day hospital, day week, ambulatori, studi medici.
“La nuova struttura ospedaliera – l’ha specificato nel suo intervento il direttore sanitario aziendale Giuseppe Visconti – prevede, inoltre, entrate separate per l’emergenza, il materno-infantile, gli infettivi, oltre che con percorsi differenziati per degenza e cura da una parte, e visitatori dall’altra. Luce naturale, sicurezza e comfort per pazienti e personale sono caratteristiche della struttura che dovrà essere pronta anche a ricevere innovazioni future per migliorare sempre l’efficienza ospedaliera. I servizi sono facilmente separabili gli uni dagli altri per poter intervenire in caso di necessità”. Tradotto: un letto normale può diventare di terapia intensiva e in caso di maxi emergenza, c’è la possibilità di aumentare l’offerta montando dei moduli collegati”. Saranno sei, in effetti, i livelli , a partire dal secondo piano interrato, con ogni piano che misura circa 9000 metri quadrati con il piano terra destinato ad ambulatori, prelievi e preospedalizzazione e i primi tre piani alla degenza. Corti interne sono previste in ognuno dei padiglioni anche per la gestione del paziente ma anche negozi e finanche un auditorium che sarà utilizzato dai medici per la loro formazione continua e trasformato in un cinema per i pazienti ospiti.
Insomma un ospedale moderno ed “umano” che non convince chi dovrà esaminare prossimamente lo studio di fattibilità, il presidente della commissione sanità della Regione Lazio. Giuseppe Simeone ha dichiarato di avervi trovato “quattro criticità”, a suo dire già esistenti nel 2007 quando l’Asl di Latina fece uno primo studio di fattibilità. Criticità che sono rimaste tali a distanza di 13 anni. E si è riferito alla viabilità d’ingresso,alla presenza di un depuratore,al centro di raccolta rifiuti comunale, all’esistenza di rumori originati soprattutto dalla linea ferroviaria Roma-Napoli e dalle strade statali Variante 7 Appia Formia – Garigliano sul lato Nord e dell’Appia sul lato Sud dove insiste un ingresso limitato per via della strada particolarmente stretta. I dubbi di Simeone e, dunque, di ForzaItalia sono dunque relativi, in rapporto allo studio di fattibilità commissionato dall’Asl, sulle vaghe rassicurazioni sugli interventi di Acqualatina e del Comune per quantro concerne l’eliminazione di queste criticità, si tratterebbe di semplici promesse, peraltro insufficienti. Quali sarebbero –s’interroga Simeone- sul piano effettivo gli interventi da mettere in campo per il depuratore e per il centro di raccolta rifiuti, criticità che impattano fortemente sull’ospedale? Abbiamo certezze sul piano operativo che queste problematiche verranno rimosse quanto prima?” Simeone veste i panni dunque di San Tommaso nel cenacolo subito dopo la Resurrezione e invoca “maggiori garanzie, perché allo stato attuale non posso non esprimere delle riserve su questo progetto. Occorre avere la certezza assoluta che le criticità vengano effettivamente rimosse”.
Da qui la richiesta direttamente alla Giunta Zingaretti ad assumere “impegni certi e sicuri per assicurare soluzioni vere per rendere l’ospedale del Golfo effettivamente fruibile dagli utenti, che da troppo tempo aspettano la realizzazione di una grande e moderna struttura in grado di elevare sensibilmente gli standard quali quantitativi della sanità della provincia di Latina ed in particolare del sud pontino”.Il momento è importante e il presidente Simeone si dice pronto a convocare la sanità alla Regione Lazio per chiedere all’Asl pontina “di intervenire per presentare ed illustrare il progetto” Ai dubbi di Simeone si affiancano, invece,le certezze dell’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo, insomma l’amministratore che,prima e più di tutti ipotizzava la nascita del Policlinico del Golfo all’ex Enaoli nel 2007 quando,su sua proposta,il consiglio comunale a guida centro sinistra votò a maggioranza la variante generale al Prg per localizzare la nuova struttura nell’area ex Arsial. Ma gli ostacoli non mancarono, nel 2010 la Giunta regionale di centro destra di Renata Polverini can cellò il Policlinico dalla programmazione che inserì il presidente Zingaretti nel 2016 rifinanziando il nuovo ospedale attraverso l’Inail. A dire di Bartolomeo la presentazione del progetto preliminare da parte del direttore generale Casati “è un grande risultato costruito negli anni” e l’affondo finale è rivolto a coloro che osteggiarono il progetto per appropriarsene oggi i meriti: “Astenersi dalle appropriazioni tardive – conclude il “Principe” della politica formiana e provinciale – i giudizi disogni, castelli in aria,palle sono tutti registrati. Un po’ di decenza non guasta!”