SPERLONGA – Il reato, la lottizzazione abusiva, continua ad essere permanente in quanto gli interventi edilizi non sono, in effetti, mai terminati. Con questa sortita del sostituto procuratore Giuseppe Miliano ha registrato un nuovo colpo di scena il processo in corso di svolgimento davanti il giudice monocratico del Tribunale di Latina Maria Assunta Fosso in ordine alla legittimità del piano integrato di Sperlonga, l’ingente intervento urbanistico che, realizzato – secondo l’accusa – con la contiguità di alcuni clan camorristici nella parte basse del borgo saraceno, venne sequestrato su ordine della Procura con i suoi 26 lotti di terreno dai Carabinieri nel luglio di cinque anni fa.
La richiesta dell’applicazione del reato permanente da parte della Procura ha anticipato, di fatto, quanto stava per sollecitare la difesa dei tre imputati: l’ottenimento nelle prossime settimane della prescrizione e, dunque, del proscioglimento alla luce dell’ormai nota delle sezioni riunite della Cassazione. Gli avvocati Angelo Palmieri, Luigi Panella, Paolo Stella Richter e Corrado De Simone, i legali dell’attuale sindaco di Sperlonga e due volte presidente della Provincia di Latina Armando Cusani, dell’ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale Antonio Faiola e del progettista Luca Conte hanno formalizzato un’opposizione invocando i termini a difesa, richiesta sulla quale dovrà pronunciarsi il Tribunale di Latina.
Un fatto è certo: se venisse respinta, farebbe venire meno la prescrizione e sopratutto la possibile confisca al patrimonio immobiliare dello Stato dopo i sequestri del 2015. Il dibattimento è stato aggiornato al prossimo 4 novembre quando potrebbe registrare una possibile e definitiva svolta: sarà sentito uno dei testi del Pm Miliano, il comandante della Stazione di Sperlonga Salvatore Capasso. L’ufficiale con una sua informativa diede impulso alle indagini arrivando ad ipotizzare una contiguità tra i promotori della lottizzazione edilizia, l’apparato tecnico amministrativo del comune e presunti ambienti della criminalità organizzata campana.
Quel piano integrato fu sovradimensionato rispetto agli indici volumetrici del Piano regolatore generale del Comune di Sperlonga con un incremento – si è sempre ipotizzata un aumento del 130% – delle volumetrie destinate all’edilizia abitativa ed una notevole diminuzione di quelle riservate ai servizi. Insomma una vera e propria speculazione edilizia avallata da una variante “ad hoc” al piano regolatore generale. Il giudice Fosso sarà chiamato ad una triplice decisione: pronunciarsi sull’istanza del Pm Miliano e, soprattutto, acquisire agli atti del processo l’informativa del Maresciallo Capasso e la delibera della Giunta Municipale del comune di Sperlonga che costituiva una “fatwa” per la stampa se avesse osato anticipare e pubblicare il contenuto.