Crisi amministrativa, la presa di posizione di “Formia Vinci”: “Amministrazione con poco coraggio”

Formia Politica

FORMIA – Nessun tentennamento. Anche il gruppo di “Formia Vinci” volge le spalle al sindaco Paola Villa dopo che l’ha fatto – in maniera quasi irrevocabile – la lista di “Ripartiamo con voi”. Un tentativo, disperato, di evitare di tagliare il cordone ombelicale tra il capogruppo Antonio Capraro e il resto della maggioranza ci ha pensato giovedì pomeriggio – secondo quanto è trapelato – il consigliere di Forza Italia Gianluca Taddeo ma è stato tutto inutile. Che non ci sia un punto di non ritorno il coordinatore di “Formia Vinci” e lo stesso consigliere Capraro l’hanno intendere nel primo rigo di un documento ufficiale che sembrano aver scritto il giorno del Mercoledì delle ceneri: “La prima cosa che sentiamo di fare è quella di porgere le nostre scuse alla città e ai cittadini. Chiediamo scusa per aver sostenuto un progetto rivelatosi, purtroppo, fallimentare, su cui tante persone avevano creduto, su cui tante persone hanno sperato, su cui tutti avevano grandi aspettative. In oltre due anni di Governo della città innumerevoli volte abbiamo apportato idee costruttive, proposte, progetti aventi il fine comune il miglioramento della nostra amata Formia senza ottenere risultati; poco coraggio e tutto fermo al palo”.

“Formia Vinci” voleva avere legittimamente una rappresentanza nella prima Giunta ma la risposta che avrebbe ricevuto sarebbe stata disarmante: “Non si poteva “sprecare” un assessore per una lista di ragazzi. Qui, il primo boccone amaro che abbiamo mandato giù con grande senso di responsabilità – fanno rilevare Di Nitto e Capraro – Da quel momento, cioè appena insediati, è partito un grande scollamento tra Giunta e Consiglio, voragine che si è ampliata sempre più, al punto che i consiglieri si son trovati a dover apprendere le delibere di Giunta, in un primo momento addirittura dall’albo pretorio e, poi, con semplice comunicazione al mattino della Giunta stessa, senza mai alcuna possibilità di discussione, tranne che in qualche rara occasione. Roba che la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra e viceversa. È incredibile come ciò possa sussistere. La Giunta, ricordiamo, è l’organo esecutivo, ma non si sa bene di chi, perché, di certo, non è espressione dei gruppi consiliari”. E’ venuta a crearsi una situazione di “autoisolamento, più o meno volutamente creato. Potevamo contare sull’appoggio extra consiliare di centinaia di persone disposte a sostenere l’operato dell’amministrazione e invece – si legge in un velenoso documento ufficiale – ci si è ridotti a pochi intimi, quasi come se si trattasse di un’azienda a conduzione familiare. La stessa situazione, a nostro giudizio, si è creata anche nel rapporto con le altre istituzioni, dove sono stati portati avanti scontri improduttivi con Acqualatina, con l’Asl, con il Consorzio industriale del sud pontino e con gli altri Sindaci del Golfo”.

Insomma si tratta di comportamenti “che ci hanno portato a essere soli sul panorama politico e la perdita del capofila del distretto socio-sanitario ne è un esempio”. Sul banco degli imputati c’è il solo sindaco Villa? E’ un interrogativo avvolte nel mistero quando si denuncia “la mancanza di collegialità, dell’operare in sinergia, di lavorare in gruppo, di immaginare lo stesso quadro, lo stesso fine, lo stesso outcome, la stessa visione di insieme. Questo stato di cose – rincarano la dose Di Nitto e Capraro – ha portato ad una guerra che non si può definire nemmeno tra bande, ma tra lupi solitari. Ognuno viaggia autonomamente: Sindaco, Assessori, Consiglieri e Delegati. La completa assenza di una regia – è l’atto d’accusa che ha motivato il coordinatore di “Formia città in comune” Enrico D’Angelis a dimettersi dall’incarico – ha sempre ha portato ad un’inidonea gestione dell’ente: assenza di programmazione, assenza di programmazione e assenza di programmazione… e, infine, assenza di programmazione”.

Formia Vinci sognava di realizzare un altro modello città. O di provarci. Sperava di portare avanti istanze come la diversa modalità di gestione dei siti storici, l’esternalizzazione del servizio di recupero tributi, il dissequestro dell’ex-colonia Di Donato, e il raggiungimento dell’ambita “Bandiera Blu”, tutte miseramente bloccate. La cosa più frustrante è il fatto di aver lavorato invano per due anni, cercando di portare migliorie alla città, investendo tempo, fatica e denaro per tante situazioni lasciate volutamente dormienti come le fototrappole, gli ispettori ambientali, il tempio della cremazione, i regolamento per il piano di zonizzazione acustica, gli adempimenti sugli impianti di acquacoltura. Non è più sopportabile per noi lavorare a vuoto o con estrema superficialità nelle poche cose proposte e discretamente portate avanti. È talmente poca l’attenzione verso la nostra lista che siamo venuti a conoscenza della non conferma del direttore generale Raffaele Rizzo della Formia Rifiuti zero solamente dai social media”.

L’affondo finale sembra avere un facile destinatario con un preciso identikit politico, il sindaco di Formia: “La cosa che più di tutte è venuta meno, che è imprescindibile da tutto il resto, è la fiducia verso chi ha mancato di rispetto alla nostra caparbietà, alla nostra intraprendenza, al nostro coraggio e alle nostre competenze denigrandoci continuamente con numerose bugie che tante, troppe volte, ci sono state dette. La fiducia non è una lampada che si accende e spegne con un click ma, al contrario, è difficile da conquistare e facile da perdere e, soprattutto, non deve essere mai tradita. Noi, dal canto nostro, non vogliamo tradire la fiducia che è stata riposta in noi. Non ci riconosciamo più in questa maggioranza e non vogliamo essere protagonisti del fallimento del progetto”.