GAETA – L’orgoglio per l’ottenimento della “Bandiera blu” è adombrato per la sezione “Mariano Mandolesi” del Partito Comunista di Gaeta dai dati che hanno raccolto in merito al lavoro stagionale e alle condizioni di attuazione dello stesso. “Abbiamo assistito – scrivono in una nota – anche questo anno a cerimonie per l’assegnazione della bandiera blu. La nostra città ha risorse tali da permetterci di avere da anni questo riconoscimento. Questa onorificenza è fonte di orgoglio, ci si compiace per la promozione turistica svolta da tale titolo che contribuisce al valore aggiunto dei beni persino immobiliari della città e dei cittadini proprietari. Esistono però questioni vitali e sociali che con essa passano in secondo piano, paradossalmente quelle che premono soprattutto alla maggioranza di chi vive del proprio lavoro nei vari settori locali toccati dal turismo e delle quali l’assegnazione della bandiera blu non sembra tenere conto. Rimane totalmente trascurato un aspetto che di per sé dovrebbe costituire invece un punto centrale nel determinare la qualità di un mare e dei servizi di conseguenza offerti dalla sua città: le condizioni dei lavoratori e l’occupazione in generale nei settori direttamente interessati ed indotti” .
“Periodicamente – raccontano a tal proposito nella medesima nota – svolgiamo in quanto comunisti indagini sul lavoro stagionale di valore scientifico rese poi pubbliche. Basta citare i dati della nostra ultima inchiesta per avere un quadro che è allarmante e che è addirittura più grave in una città come Gaeta dove, anche per colpe delle sue classi dirigenti, si vive ormai soprattutto del traino turistico ottenendo in cambio pessimo lavoro per persone di ogni età e condizione familiare. Giusto per citarne qualcuno: 40% di lavoro nero, 73% di persone che lavorano dalle 9 alle 13 ore giornaliere, 63% con paga inferiore alle 4 euro all’ora, 58% senza giorno libero, 60% senza indennità di disoccupazione”.
La sezione “Mandolesi” sottolinea, poi, la necessità di incrementare controlli in quests direzione e spiega: “Non è nostro stile puntare il dito contro chi con difficoltà oggettive svolge il proprio lavoro. Anzi, invitiamo gli organi locali preposti a questi controlli ad accettare l’aiuto che il Partito Comunista può offrirgli, non solo in termini appunto di dati ed esperienze che possiamo loro segnalare anche direttamente, ma anche partecipando ad eventi pubblici che potremo organizzare su questa tematiche, occasione offerta a loro per spiegare ed eventualmente denunciare le condizioni normative e materiali contrarie nelle quali sono costretti ad operare, le attività da loro comunque svolte, essere di stimolo alle classi politiche attualmente negligenti per rivedere le cose”.
E scrivono in conclusione: “Nel denunciare tutto questo, rilanciamo il nostro appello ai lavoratori tutti a vedere nel Partito Comunista il loro naturale riferimento. Questo non solo per il ruolo e il lavoro da noi svolto finora nell’indagare e dare voce alle loro istanze e problematiche o sostenere loro mobilitazioni, così come nel supportarli nelle loro vertenze singole assolutamente giuste e spesso vinte. Avvertiamo una timida ma sempre più crescente pulsione fra i lavoratori precari tutti ad abbandonare l’attuale prevalente cultura remissiva, così come nell’ambito stagionale si sente sempre più il vuoto di rappresentanza prima ancora sindacale. È sempre nostro intento impegnarci per favorire l’aggregazione, l’associazione e l’unità nelle loro lotte. Invitiamo quindi i lavoratori a continuare a rivolgersi sempre più a noi per questi motivi. La nostra sezione è la loro casa politica. La nostra Linea Rossa è un filo diretto continuo con loro. Il Partito Comunista fatto di comunisti veri è stato e sarà sempre il partito dei lavoratori”.