Ha interessato anche le province di Roma e Latina la delicata indagine dei Carabinieri del Nas di Milano che, nell’ambito dell’indagine denominata “Finfarma”, ha eseguito tre arresti ai domiciliari nei confronti di tre persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla falsità ideologica, al trasferimento fraudolento di valori e alla bancarotta fraudolenta. Secondo le risultanze investigative dei Carabinieri del Nucleo anti sofisticazione i tre rappresenterebbero solo la punta dell’iceberg di una organizzazione dedita ad uno spregiudicato accaparramento di farmacie territoriali in varie Regioni italiane, provocandone successivamente il dissesto finanziario tramite la costante distrazione degli incassi e di ogni altra risorsa economica delle attività commerciali.
I Carabinieri hanno chiuso in diverse località italiane alcuni punti di riferimento farmaceutico per l’acquisto al dettaglio di medicinali e l’unica farmacia operante nel comune di Artena , in provincia di Roma. In più sono stati eseguiti 16 decreti di perquisizione nei confronti di 3 società e di ulteriori 13 persone denunciate e residenti nelle province di Milano, Roma, Pescara, Latina, Rieti e Ascoli Piceno.
I Nas del commando provinciale di Latina hanno eseguito una perquisizione a San Felice Circeo presso l’abitazione dove uno degli indagati stava trascorrendo le vacanze.
Le indagini, avviate d’iniziativa nell’autunno del 2018, hanno fatto emergere le illecite attività di un’associazione per delinquere creata e gestita da un pluripregiudicato siciliano – già colpito da numerose condanne per analoghi reati – che aveva costituito 2 holding societarie tramite le quali acquisiva numerose farmacie su tutto il territorio italiano che progressivamente venivano condotte al dissesto finanziario, tramite una sistematica distrazione fraudolenta dei loro incassi e di ogni altra risorsa economica, per un valore accertato di oltre tre milioni di euro.
I Carabinieri del Nas sono riusciti ad attribuire a questo sodalizio criminale, infatti, ben 9 bancarotte fraudolente di altrettante farmacie territoriali, ma soprattutto a dimostrare che l’organizzazione criminale aveva ideato un ulteriore ingegnoso ed illecito modus operandi. Queste farmacie, prima di essere dichiarate fallite, venivano ipervalutate tramite la redazioni di false perizie – eseguite da compiacenti commercialisti membri dell’associazione per delinquere – che ne accrescevano illecitamente il valore di mercato per truffare alcuni istituti di credito, cercando di ottenere un finanziamento di 19 milioni di euro, garantito proprio dalle farmacie fittiziamente sovrastimate.
Il denaro ottenuto con questa illecita operazione speculativa sarebbe stato successivamente trasferito su conti correnti offshore accesi in paradisi fiscali esteri ed utilizzati per nuove finalità illecite e per ulteriori arricchimenti personali. Solo l’immediato intervento della Procura presso la sede legale dell’Istituto di Credito aveva impedito la realizzazione degli illegali scopi dell’organizzazione criminale e rivelato alle banche il reale fine illecito dell’intera operazione finanziaria. Questa attività investigativa aveva già consentito ai militari del Nas di Milano di deferire in stato di libertà 17 persone, di eseguire ulteriori 45 decreti di perquisizioni nei confronti di 19 società e 26 persone fisiche, sequestrando numerosi bilanci societari ed altra voluminosa documentazione economico-finanziaria, tra cui soprattutto 41 assegni circolari dell’importo di 47 milioni di euro sequestrati e risultati falsi, utilizzati dall’organizzazione criminale per eseguire le numerose attività illecite.