GAETA – Un aggiornamento periodico in termini numerici sulle povertà del territorio diocesano di Gaeta ma anche un’occasione d’incontro e confronto tra chi ha a cuore le sorti delle tante persone che vivono in condizioni socio-economiche precarie. Soprattutto dopo l’emergenza, sanitaria, sociale ed economica, tutt’altro che conclusa, del Covid 19. Ha centrato questi obiettivi la presentazione – avvenuta nel bellissimo complesso archeologico di Caposele a Formia – del report 2020, dal titolo “Un noi da costruire”, effettuata dalla Caritas diocesana di Gaeta dal gennaio al dicembre scorsi nei 17 comuni facenti parte della Chiesa del sud pontino.
Le statistiche presentate nel corso della serata in riva al mare di ponente di Formia hanno confermato quanto si sapeva, l’esponenziale incremento delle richieste d’intervento e alle nuove povertà emerse soprattutto a causa degli effetti della pandemia. Tutte le voci hanno evidenziato aumenti a tripla cifra, dal 100% delle persone al 403% delle richieste e al 314% degli interventi. La presentazione del report era stata inaugurata dall’intervento dell’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari, secondo “Il senso di quel Noi è quello di una rete da costruire insieme a chi vorrà davvero esserci. In questo modo saremo una forza straordinaria”.
Diversi sono stati i contributi portati alla serata, tra questi il vicario generale dell’Arcidiocesi di Gaeta, Monsignor Mariano Parisella che della Caritas diocesana è stato il primo (e a lungo) direttore, di Federica De Lauso, dirigente della Caritas, dei sociologi Ugo Tomassi e Anna Corrado ma anche di un gruppo di specialisti che ha contribuito a qualificare la Caritas gaetana del nuovo corso. La precarietà occupazionale, già rilevata negli scorsi anni, ha stimolato l’avvio del progetto “OrA” (Orientamento Attivo al Lavoro) raccontato dai referenti di progetto, Maurizio Fiorillo e Milena Marroco, e dalla testimonianza diretta di Shola, un ragazzo nigeriano attualmente coinvolto in un tirocinio formativo. Nel racconto delle nuove povertà, la professoressa Maria Giovanna Ruggieri ha esposto il progetto “Casa Bakhita”, in favore delle donne in difficoltà mentre Carlo Tucciello ha dato un approfondimento sull’azzardo con i dati inerenti il Lazio sud, sempre più preoccupanti in termini di spesa pro-capite e di “disturbo da gioco d’azzardo” come nuova forma di dipendenza patologica
Le conclusione le ha tratte l’attivo direttore della Caritas diocesana di Gaeta, don Alfredo Micalusi che, impegnato a formare e a qualificare attraverso progetti mirati i volontari impegnati sui territori, ha invitato la platea a non pensare alla Caritas come un ente assistenziale che eroga beni, ma come la Chiesa tutta che si fa “presenza solidale” e “coscienza critica”, che si mette in gioco andando alla radice dei problemi, incontrando le persone e ascoltandole nei loro bisogni reali.