SPIGNO SATURNIA – Sono due le indagini aperte – la prima penale di cui è titolare il capo della Procura della Repubblica di Cassino Luciano D’Emmanuele, la seconda amministrativa dell’ufficio sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Asl – per tentare di fare piena luce ed accertare le responsabilità sulla nuova “morte bianca” verificatasi sul territorio del sud Pontino. Il teatro di quest’ultima tragedia sui luoghi di lavoro è stato la “Garigliano Ricambi”, un frequentato centro di demolizione di auto in località Santo Stefano a Spigno Saturnia. A perdere la vita è stato Tommaso Palladino, un gommista di 60 anni che, nativo di Ausonia ma residente nella vicina frazione di Penitro a Formia, si trovava all’interno della struttura per acquistare merce e pezzi di ricambio per auto.
Quanto si è verificato lo stanno cercando di ricostruire i Carabinieri della Stazione di Minturno e della Compagnia di Formia. Ma è ormai certo che il marito 51enne della titolare della struttura, alla guida di un carrello elevatore, abbia investito accidentalmente Palladino mentre si trovava in retromarcia. E’ stato un tonfo che non ha lasciato scampo al gommista 60enne: moriva sul colpo per un trauma da schiacciamento del torace. Inutili si sono rivelati i tempestivi soccorsi del personale del 118: Palladino era già morto per la vastità del trauma riportato. La causa del decesso dell’artigiano dovrà comunque stabilirla l’autopsia che, disposta dal dottor D’Emmanuele, sarà svolta tra venerdì e sabato presso l’obitorio dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino dove la salma della vittima è stata nel frattempo trasferita.
I primi accertamenti dei Carabinieri sono culminati già con la denuncia del guidatore del carrello elevatore con l’ipotesi di omicidio colposo e con il sequestro della piattaforma mobile . Sono in corso, intanto, le indagini dello stesso personale del dipartimento di prevenzione dell’ Asl di Latina volte ad accertare eventuali omissioni relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’uomo, assistito dall’avvocato Massimo Signore, è stato il primo a prestare i soccorsi a Palladino. Ma – come detto – è stato tutto inutile. Il 51enne era legato da una profonda amicizia a Palladino che conosceva da anni. Ha spiegato agli inquirenti che quella consumata all’interno dell’attività commerciale è stata solo ed esclusivamente una disgrazia immane di cui non riesce a farsi una ragione. Nessuna.