ITRI – La luna di miele non è ancora terminata ma il neo sindaco di Itri Giovanni Agresti ed il gruppo di Forza Italia hanno deciso di darsi appuntamento da un avvocato appena il viaggio di nozze sarà terminato. I dissidi sono tanti e tali che una separazione sarà molto probabilmente inevitabile. Forse non per ora perché i parenti delle due parti non capirebbero a sufficienza. La conferma che questo matrimonio è entrato in crisi dopo un complicatissimo fidanzamento estivo si è avuta dall’insediamento giovedì pomeriggio del consiglio comunale rinnovato il 3 ed 4 ottobre scorsi.
Il gruppo degli azzurri, i consiglieri Andrea Di Biase e Serena Ciccarelli, aveva dovuto inviare una Pec polemica al neo primo cittadino per rendere la seduta open. Agresti voleva blindarla per via delle restrizioni anti Covid-19 e invece l’aula consiliare è stata aperta ai cittadini e questo obiettivo l’ha centrato Forza Italia per esternare urbi et orbi tutto il suo malessere per la sua esclusione dalla Giunta ter di Giovanni Agresti.
Se il neo primo cittadino parla tuttora di rinuncia volontaria degli azzurri, la nascita dell’esecutivo era stata già formalizzata con la firma dei decreti di nomina che avevano investito Elena Palazzo (Fdi, in pectore il vice sindaco), Giuseppe Cece, Mario Di Mattia, Salvatore Mazziotti e Gabriella Dragonetti. La nomina di quest’ultima ad assessore, peraltro l’ultima dei più votati tra la rappresentanza azzurra presente nella maggioranza di “Ripartiamo” , aveva mandato su tutte le furie la consigliera Serena Ciccarelli. Ed in consiglio comunale l’imprenditrice agricola si è rivelata di nuovo una spina al fianco di Agresti dopo esserlo stata per cinque anni per il predecessore Antonio Fargiorgio.Sino alla mozione di sfiducia di maggio.
La rappresentanza consiliare di Forza Italia ha preteso ed ottenuto che il Consiglio fosse aperto alla partecipazione dei cittadini per gridare strumentalmente tutto il suo malessere contro gli “atteggiamenti autoritari e tutt’altro che democratici del sindaco Agresti”. Forza Italia ha riconfermato, in conclusione di “non voler fare parte della Giunta” ma di continuare a far parte della maggioranza per “concretizzare il programma – ha tuonato la Ciccarelli – che, sottoscritto con il nostro candidato a sindaco, abbia sottoposto ai nostri concittadini. La Giunta? Siamo un partito serio…”.
Al termine di una trattativa durata dieci giorni la terza dei candidati proposti da Forza Italia, la giovanissima Gabriella Dragonetti, aveva deciso di approdare nella terza Giunta Agresti non in rappresentanza del suo partito ma del gruppo civico, “Ripartiamo con Giovanni Agresti”. In consiglio comunale Andrea Di Biase e Serena Ciccarelli senza peli sulla linguia hanno tacciato, a più riprese, di tradimento la Dragonetti. La sua colpa? Di non aver rispettato le indicazioni fornitegli dal direttivo di Forza Italia di “restate fuori da tutto” e di essere finita immediatamente nelle braccia del sindaco Agresti. Il motivo? “Per contribuire – si è giustificata un po’ imbarazzata la Dragonetti – a rispettare il programma elettorale”.
Ma perché Forza Italia aveva deciso di portarsi sull’Aventino quando è stato un percorso politico che non ha condiviso affatto la Dragonetti?
Semplice, Forza Italia, eleggendo tre consiglieri comunali su 12, aveva sollecitato inizialmente una doppia rappresentanza nella nuova Giunta. Il sindaco Agresti ha detto di no specificando che gli azzurri invece avrebbero potuto beneficiare di tre scelte: un assessorato di prima fascia, la presidenza del consiglio comunale e la presidenza di “un’importante” commissione consiliare. Insomma le istanze di Serena Ciccarelli, di Andrea Di Biase e di Gabriella Dragonetti sarebbero state tutte e completamente soddisfatte. Ma qualcosa non è filato per il verso giusto. Agresti, forse per creare l’incidente di percorso, ha chiesto “un favore personale” alla rappresentanza di Forza Italia in maggioranza. E cioè di esprimergli un’assessora donna per rispettare, insieme al vice sindaco già designato Elena Palazzo, la soglia minima del 40% per quanto riguarda le quote rosa
Serena Ciccarelli, che con Agresti non hai avuto un idilliaco rapporto personale, ha giocato di sponda. Ha prima dichiarato di non voler accettare un incarico di Giunta perché correttamente “spetta ad Andrea perché il più votato di noi tre”. E’ dovuto correre ai ripari chiedendo un’opera di mediazione da parte del dominus locale degli azzurri Michele Stamegna. Ma le indicazioni del direttivo di Forza Italia a mantenere le bocce ferme sono state nuovamente disattese dalle ultime arrivate tra gli azzurri. Prima la giovanissima coordinatrice comunale di Itri ed ex consigliere provinciale Stefania Saccoccio aveva proposto la sua candidatura ad entrare in Giunta ma questo suo attivismo è stato fortemente censurato, dunque bloccato sul nascere, dal suo partito. A far precipitare tutto è stata poi Gabriella Dragonetti.
Aveva firmato una lettera – concordato chissà da quando con Agresti ? – con cui aveva aderito all’associazione del sindaco e,di conseguenza, esplicitava la sua chiara appartenenza nella nuova Giunta. Il sindaco di Itri ha provato anch’egli a mediare mettendo a disposizione la Presidenza del Consiglio comunale ma nell’aula consiliare vestita a festa è calato giovedì sera di nuovo il gelo. Forza Italia ha detto un altro no e Agresti è stato costretto a proporre Salvatore Ciccone, in predicato – secondo accordi preelettorali – di essere dirottato a far parte invece della Giunta della XVII Comunità Montana. Ciccone, dribblando l’ira verbale della Ciccarelli (“ i nostri 1000 voti ad Itri valgono quanto 100 voti. Incredibile. E poi i consiglieri Mazziotti e Dragonetti ma chi rappresentano? Mistero”), è stato eletto presidente dell’assemblea ma il voto finale ha allargato il solco esistente tra il sindaco e Forza Italia.
La proposta Ciccone è passata con dieci voti – lo Statuto del comune di Itri prevede che l’elezione del presidente sia un onere della sola maggioranza consiliare – mentre i consiglieri Ciccarelli e Di Biase di astenevano. La vice presidenza del consiglio alla Dem Tiziana Ialongo ha cementato le minoranze che hanno votato compatte. Sono arrivati i voti dei gruppi dei “Itri Facciamo Futuro” e “Promessa per Itri” che avevano candidato a sindaco Giuseppe De Santis e Antonio Fargiorgio. Proprio quest’ultimo è stato un fiume in piena contro “la debole ed incerta offerta politica proposta dal sindaco Agresti. Sono trascorsi soltanto venti giorni dal voto e registriamo dissidi all’interno della maggioranza che non lasciano presagire nulla di buono. Altro che concretezza e affidabilità”.
L’avvocato di via Civita Farnese, incassando i complimenti piovutegli da più parti per essere stato il vincitore morale del voto amministrativo, ha stigmatizzato infatti la mancata assegnazione da parte del sindaco Agresti delle deleghe ai nuovi assessori. Ma non è finita. Fargiorgio ha censurato anche la polverizzazione venutasi a creare all’interno della maggioranza Agresti. E’ stata formalizzata la creazione di tanti micro gruppi consiliari. Sono ben sei: “Insieme per Itri” (Gabriella Dragonetti e Giuseppe Cece), Forza Italia (Andrea Di Biase e Serena Ciccarelli), “Progressisti per Itri” (Salvatore Ciccone e Salvatore Ciccone), “Ripartiamo” (il sindaco Giovanni Agresti e Antonio Ruggieri), Lega (Mario Di Mattia e Alessia Mancini) e Fratelli d’Italia (il vice sindaco Elena Palazzo e Simone Di Mascolo). Un record per una maggioranza di 12 componenti
Le minoranze al momento hanno deciso di dar vita a due gruppi consiliari. L’ex sindaco Fargiorgio è il capogruppo di “Itri Facciamo futuro” di cui hanno parte Tiziana Ialongo e Vittoria Maggiacomo. Un altro ex primo cittadino, Giuseppe De Santis, guiderà il gruppo consiliare di “Promessa per Itri” con l’apporto delM5s Osvaldo Agresti. Giovedì sera ha utilizzato il palcoscenico del debutto del consiglio comunale per ufficializzare la sua adesione al Partito Democratico. L’ex esponente socialista e di Forza Italia (“della prim’ora” lo scriva per favore) ha rinnovato la sua scelta, di trasformare la sua lista in cui è stato eletto “un laboratorio politico che, oltre a percorrere un dialogo tra centrosinistra e il M5s in linea con le scelte regionali e nazionali, tende a ridare piglio a una forza politica troppo bistrattata a Itri negli ultimi tempi.
“Di fatto promuoveremo ha concluso l’ex sindaco – un’azione proposta alternativa al governo locale appena eletto e avrà come orizzonte di riferimento i valori, i principi della cultura di centro-sinistra nonché la proposta programmatica della stessa Promessa per Itri”.