GAETA – Mentre scadranno il prossimo 18 dicembre i termini per presentare da parte dei cittadini le osservazioni e opposizioni secondo quanto prevede un Dpr del 1997, il nuovo porto turistico di Gaeta ha conosciuto un imprevisto “disco rosso”. Ad emetterlo è stato la Capitaneria di porto che in ordine all’importante infrastruttura prevista nel tratto di mare antistante il quartiere di Calegna ha emesso un parere contrario in occasione della conferenza di servizio indetta dal comune di Gaeta. Costituisce un inatteso stop dell’istruttoria che ha conosciuto un momento di svolta con l’approvazione in consiglio comunale del progetto definitivo il 29 luglio 2019.
Le censure dell’autorità marittima hanno un elemento comune denominatore: il porto presentato dalla società “Marina di Gaeta” non rispetterebbe i sufficienti standard di sicurezza in mare. Il parere contrario della Capitaneria di Porto non entra nel merito dei numerosi interventi previsti a terra quanto nella superfice dello specchio acqueo occupata dall’opera. E’ definita talmente consistente che il porto turistico di Gaeta non garantirebbe sufficienti elementi di sicurezza nelle operazioni di ingresso delle navi nel vicino porto commerciale di Gaeta o delle stesse imbarcazioni dirette negli attuali cantieri navali della città. Si tratta di manovre definite ad “alto rischio” che meriterebbero da parte della società proponenti un altro tipo di progetto. Il Comune di Gaeta vuole evitare che l’iter perda ulteriore tempo e avrebbe avviato un’interlocuzione istituzionale con la stessa Capitaneria perchè chieda alla “Marina di Gaeta” eventuali osservazioni ed integrazioni al progetto presentato ed approvato
Si tratta comunque di un iter mastodontico iniziato con la delibera consiliare 72 del 29 novembre 2011 – a guidare il comune di Gaeta c’era ancora il sindaco Antonio Raimondi – con la quale, al termine di una valutazione comparata di proposte progettuali presentate, si scelse il progetto preliminare denominato “Marina di Gaeta” presentato dalla Società Marina di Gaeta S.r.l. Con la stessa delibera venne adottata la Variante Puntuale al PRG e dato atto dell’avvio della procedura di VAS con Istanza indirizzata al competente Dipartimento Regionale che la rilasciò il 4 giugno 2012. Il marzo 2016 con il voto del consiglio comunale le norme tecniche di attuazione vennero integrate con l’introduzione della zona omogenea definita “Aree Pubbliche” finalizzata a disciplinare l’area del Porto Turistico in maniera omogenea e coerente con gli obbiettivi di recupero urbanistico dell’Amministrazione Comunale
Che le carte, però, non siano mai state a posto lo ha evidenziato il consigliere Scinicariello in occasione dell’approvazione del “bellissimo” progetto definitivo. A suo dire nessun Consigliere ha contezza sul suo computo metrico. “Qualcuno ha visto le tavole? Non le ho avute. Qualcuno non ci ha detto il suo costo? A distanza di anni e, nonostante siano passate quattro amministrazioni, attendiamo risposta a questi interrogativi”.
Le osservazioni e le opposizioni presentate dal 18 novembre nei riguardi di questo progetto del “Marina di Gaeta” riguardano anche la finalità dell’iniziativa imprenditoriale. L’idea guida, insomma, è quella di concepire una “marina integrato” che, pur ruotando intorno all’attività di diporto nautico, sia in grado di offrire all’utente un servizio ampio e articolato, creando un rapporto diretto con il centro abitato nel quale è inserito. A questo proposito è stato individuato il punto focale della progettazione nella “piazza del porto”: cerniera tra la città ed il mare, essa diviene luogo di incontro e di svago, da utilizzare per mostre, manifestazioni e concerti all’aperto. Dalla piazza si può raggiungere, attraverso un sistema di rampe, l’altro elemento d’ordine della progettazione: la passeggiata pedonale. Questo percorso pubblico, attrezzato con opportuni oggetti di arredo urbano e costeggiato da un sistema del verde e da una serie di alberature, è concepito per essere utilizzabile e fruibile non solo da parte di utenti specificatamente interessati alle funzioni portuali, ma anche dalla cittadinanza. La passeggiata termina nella testata del molo di sopraflutto.
I punti di forza dell’idea progettuale sono la riqualificazione ambientale dell’area denominata Gaeta-Calegna, compresa tra Porto Salvo ed il Porto Commerciale; l’attento inserimento dell’intervento nel tessuto urbano di Gaeta, dal punto di vista infrastrutturale, morfologico, funzionale e architettonico; la permeabilità pubblica dell’intero insediamento mediante la sistemazione delle aree secondo un progetto coordinato di verde e arredo urbano, con creazione di una rete diffusa di spazi pedonali di pubblica fruizione e con la sistemazione di aree attrezzate; il ripristino della continuità pedonale del lungomare attraverso la realizzazione di una passeggiata a quote variabili lungo il molo di sopraflutto; la riqualificazione dell’area alla radice del pontile petrolifero; la possibilità di utilizzazione degli spazi pavimentati ad uso pubblico per manifestazioni ed attività dello svago e del tempo libero, la realizzazione di funzioni che non contrastano con le attività urbane limitrofe e la dotazione di aree pubbliche destinate a parcheggi, verde e viabilità. I progettisti fanno parte della società d’ingegneria Rogedil srl di Roma e sono capitanati dal direttore tecnico, l’ingegner Franco Portoghesi. Tra i criteri guida dell’intervento hanno inserito quello della flessibilità; l’opera, infatti, potrebbe essere realizzata in una unica fase oppure in due fasi distinte anticipando la costruzione di un molo rispetto all’altro. E’ ambizione dell’intervento proposto creare un nuovo polo urbano assumendo valenze urbanistiche e sociali autonome ma anche integrate.
Il parere contrario della Capitaneria ha passato al setaccio la parte del progetto che si estende in mare, soprattutto in uno speccchio acqueo di circa 130 metri quadrati con la creazione di due moli quali opere esterne di protezione e delimitazione del bacino portuale. La scelta è condizionata dall’esigenza di limitare la riflessione del moto ondoso nelle aree marine prospicienti e da motivi di carattere estetico ed ambientale. La diga di sopraflutto è lunga circa 540 metri, ha origine dalle sporgenze sul quale si radica il pontile petroli e, dopo un tratto iniziale rettilineo quasi ortogonale all’esistente linea di costa (sviluppo circa 221 metri), descrive un’ampia curva (raggio circa 293 metri) e termina dopo aver percorso ulteriori 319 m circa all’altezza della darsena di S. Carlo. Le quote dei fondali lungo lo sviluppo della diga variano tra i meno 6 e i meno sette metri e mezzo sotto il livello del mare . Il molo di sottoflutto ha origine a fianco della darsena S. Carlo, in corrispondenza dell’omonimo campo sportivo, è lungo circa 260 metri con direzione pressappoco ortogonale alla linea di riva. Il corpo centrale delle opere foranee è costituito da un “tout-venant” di cava, un materiale definito povero in grado di garantire un carattere di impermeabilità. I pontili destinati all’attracco delle imbarcazioni sono radicati ai due moli principali e consentono rispettivamente le ricezione di 239 barche per il molo di sopraflutto e di 147 barche per quello di sottoflutto (oltre a 13 imbarcazioni ormeggiate direttamente in radice del molo di sopraflutto) per un totale di 399 posti barca dei quali il 10% (40 posti barca) destinati alle imbarcazioni in transito.
Per quanto riguarda le modalità di ormeggio delle imbarcazioni i tecnici progettisti hanno optato per il classico sistema con le catenarie; in pratica le barche vengono ormeggiate di punta (di poppa o di prua a seconda delle preferenze individuali) e fissate in banchina con due cime fissate ad anelloni od a bitte opportunamente distanziate Il nuovo porto è dotato di tutti i servizi necessari per adeguarlo ai più moderni standard nautici. L’approdo è fornito della rete di distribuzione dell’acqua potabile che, a partire da due punti di presa principale (acquedotto comunale dal molo di sopraflutto e sottoflutto), raggiungerà le banchine e i pontili destinati ad ormeggio dei natanti, nonché tutti gli edifici di servizio, il centro polifunzionale gli uffici , la torre di controllo oltre che di un’area polifunzionale dedicata alla vendita, alla ristorazione ed ai servizi del marina (yacht club) localizzata in corrispondenza della radice del sopraflutto per una superficie totale di 2.260,00 metri quadrati, un’altezza di 8 metri ed una cubatura di 9.040 metri cubi.
Se nel porto (che farà ricorso alle fonti energetiche rinnovabili) non è stata prevista un’area adibita alla cantieristica in quanto la presenza di diversi cantieri nautici lungo il tratto di costa prospiciente “è di per se più che sufficiente per soddisfare le esigenze dei frequentatori del marina”, una criticità riguarda essenzialmente la mobilità . Gli accessi al porto sono due, uno per il molo di sottoflutto ed uno per il molo di sopraflutto e, per quanto riguarda l’impostazione generale della viabilità pubblica, è stato osservato un criterio base: “modificare il meno possibile gli assetti presenti”.
Nel tratto che collega il Lungomare Caboto con Porto Salvo viene rispettata la viabilità presente razionalizzando i sensi di percorrenza, mentre nella zona limitrofa al Porto Commerciale viene adeguata e prolungata verso mare la viabilità esistente che fiancheggia il campo di calcio. Il porto turistico costituisce, insomma, un’”estensione della città”, pertanto è garantito l’accesso pubblico ai moli. In particolare il molo di sopraflutto è concepito come passeggiata cittadina dotata di un percorso interno alla marina, pedonale e ciclabile, sopraelevato rispetto alla quota della banchina, in modo da costituire punto di godimento del paesaggio senza interferire con le attività dei diportisti. I posti auto ipotizzati sono superiori al 60% della quantità di imbarcazioni previste. Insomma il numero totale degli stalli a servizio dello specchio acqueo è di 257 (pari al 66% del numero dei posti barca). Nel molo di sottoflutto sono presenti 93 posti auto a cielo aperto; nel molo di sopraflutto, al fine di “minimizzare l’impatto visivo”, sotto la passeggiata pedonale a quota banchina, saranno ricavati 164 posti auto. Tanti numeri, più o meno accattivanti per il futuro della diportistica turistica di Gaeta, ma, in attesa di conoscere i dati più importanti, quelli economico-finanziari, la Capitaneria di porto definirebbe questo approdo poco sicuro.