FROSINONE – Donatella Di Bona dovrà scontare sedici anni di carcere, a differenza dei trenta anni inflitteli il 12 novembre dal Gup del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce al termine del rito abbreviato, per l’omicidio del figlio Gabriel avvenuto nelle campagne della Volla a Piedimonte San Germano il 17 aprile 2019.
Con questo clamoroso esito lunedì mattina si è concluso il processo di secondo grado davanti la seconda sezione penale della Corte d’Assise d’appello di Roma, nei confronti della giovane di 28 anni di Piedimonte San Germano accusata di aver soffocato e strangolato mortalmente il primogenito Gabriel solo perché infastidita del pianto del bambino durante alcuni momenti di intimità con il compagno Nicola Feroleto, 54enne muratore di Villa Santa Lucia.
I giudici d’appello, accogliendo una delle richieste degli avvocati Chiara Cucchi e Lorenzo Prospero, hanno riconosciuto le attenuanti generiche nei confronti della donna riconosciute equiparabili o addirittura prevalenti alle aggravanti per le quali il procuratore generale Antonio Di Bona, l’ex capo della Procura della Repubblica di Frosinone, aveva nella sua requisitoria del 2 dicembre scorso chiesto la conferma della condanna di primo grado all’ergastolo emessa dal Gip Di Croce al termine del rito abbreviato. I legali della donna si sono dichiarati soddisfatti per l’esito del processo di secondo grado anche perché la Corte d’assise d’appello ha anche rigettato l’istanza della rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale sollecitando una nuova perizia psichiatrica per la donna ed un‘altra, di natura medico legale, per accertare le cause del decesso di Gabriel. Questi stessi documenti sono bastati per i giudici d’appello per dimezzare la condanna per Donatella quando a Cassino non erano stati sufficienti per evitare trenta anni di reclusione. La Corte d’assise d’appello renderà note le motivazioni della propria sentenza entro i prossimi 90 giorni dopodiché gli avvocati Cucchi e Prospero decideranno se impugnarla in Cassazione
Gli avvocati Alberto Scerbo e Giancarlo Corsetti, legali di parte civile rispettivamente della madre e dello zio di Donatella, Rocca di Branco e Luciano Di Bona, hanno reso noto come la famiglia abbia atteso fiduciosa la decisione della Corte, la accoglie “con rispetto, continuando a credere fermamente nella Giustizia, come del resto ha sempre fatto in questi anni. Resta immutato, tuttavia – hanno aggiunto Scerbo e Corsetti – il dolore per la tragica perdita del piccolo Gabriel. Sarà fissato a giorni,invece, l’inizio del processo in Corte di Cassazione del processo a carico di Nicola Feroleto, il 54 enne muratore di Villa Santa Lucia che lo scorso ottobre si era visto annullare dalla Corte d’assise d’appello di Roma la condanna all’ergastolo per non aver impedito la morte del piccolo Gabriel.
I giudici di secondo grado lo scorso ottobre avevano condannato Feroleto a 24 anni di carcere grazie al concordato proposto dal suo nuovo legale, l’avvocato Pasquale Cardillo Cuppo (subentrato al collega Luigi D’Anna dopo la condanna all’ergastolo emessa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Cassino) che aveva ottenuto il consenso alla riduzione della pena da parte del Procuratore generale e della stessa Procura di Cassino. Nel ricorso per Cassazione la difesa Feroleto ripropone quanto aveva sempre sostenuto l’avvocato D’Anna e, cioè, di non trovarsi nelle campagne in località Volla a Piedimonte San Germano mentre la compagna Donatella strangolava a soffocava il piccolo di 28 mesi. Secondo la ricostruzione della Procura, invece Feroleto era lì al momento dell’infanticidio semplicemente perché Donatella non avrebbe tollerato una crisi di pianto del bambino in un momento d’intimità con l’uomo di Villa Santa Lucia.