CASSINO – Tornano ad accendersi i riflettori nell’aula della Corte d’assise del Tribunale di Cassino per il processo della morte di Serena Mollicone, la studentessa di Arce scomparsa e misteriosamente uccisa il 1 giugno 2001 Si svolgerà venerdì la prima udienza del 2022 del dibattimento ed in effetti sarà recuperata quella che in programma la scorsa settimana è stata rinviata per un’indisponibilità a presenziare da parte del giudice a latere Vittoria Sodan.
Il piatto forte dell’udienza sarà costituito dalla deposizione di ulteriori 8 testi citati dai sostituto procuratori Maria Beatrice Siravo e Carmen Fusco in ordine ai falsi ordini di servizio redatti dai Carabinieri in servizio il 1 giugno 2001 presso la stazione dei Carabinieri di Arce per depistare le successive indagini sulla presenza o meno di Serena nella caserma dell’Arma il giorno in cui è stata uccisa. Si tratta di ordini di servizio che – secondo la tesi della Procura- sarebbero stati elaborati per attestare la presenza all’esterno della Caserma di alcuni dei militari sotto processo nei minuti e nelle ore in cui Serena – in base alla postuma dichiarazione resa dal brigadiere suicida Santino Tuzi – “Na ragazza”, probabilmente la studentessa 18enne di Arce, si trovasse all’interno, probabilmente prima che venisse uccisa.
I pm inquirenti ascolteranno 8 semplici cittadini – Pasquale Simone, Tommaso Grazioli, Claudio Lancia Maria Teresa Magnante, Giovanni Corsetti, Antonio Fiore, Anna Maria Bracchi e Domenico Cacciarella Domenico – che sarebbero incappati in posti di controllo dei Carabinieri nelle vicinanze di Arce, avrebbero avuto notificati a domicilio alcuni provvedimenti giudiziari, avrebbero telefonato alla caserma di Arce o avrebbero denunciato in presenza nella stessa caserma lo smarrimento della carta di circolazione della propria auto. L’udienza, già calendarizzata per il 21 gennaio, si preannuncia la più attesa dell’intero processo. I Sostituti procuratori Maria Beatrice Siravo e Carmen Fusco interrogheranno due attesi consulenti di parte, l’anamopatologa Cristina Cattaneo e l’ingegner Remo Sala. Hanno evidenziato con la riapertura delle indagini nel 2016 come Serena, al termine di una lite, sia stata scaraventata contro la porta di un bagno dell’alloggio sfitto della Caserma e, dopo aver perso conoscenza, sia stata imbavagliata con una busta di plastica…