LATINA – Antonino Salvatore Zappalà, l’uomo di 44 anni arrestato con l’accusa di aver ucciso la suocera Nadia Bergamini di 70 anni nell’abitazione della donna in via Casorati a Latina, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di convalida che c’è stato nella mattina di lunedì.
L’uomo, collegato in video conferenza dal carcere di Santa Maria Capua Vetere dove si trova recluso con la pesante accusa di omicidio volontario, non ha voluto rispondere a nessuna delle domande postegli dal Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario. Il magistrato era interessato il motivo o i motivi che hanno scatenato la violenta aggressione nei confronti della 70enne che, dal corpo fragile e con una disabilità che le impediva la deambulazione, ha riportato un ematoma cerebrale oltre che contusioni su tutto il corpo, che non sembravano compatibili con una caduta accidentale. E invece Zappalà, assistito dall’avvocato Roberto Perrino, è rimasto in silenzio.
Il magistrato inquirente, il sostituto procuratore Marco Giancristofaro, intanto ha disposto l’autopsia sul cadavere della vittima. E’ in programma martedì presso l’obitorio dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina ed è finalizzato ad accertare sei i diversi colpi lasciati a distanza ravvicinata dall’uomo abbiano provocato la morte dell’anziana suocera.
Un fatto è certo. Quando gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Latina erano piombati nel suo appartamento, l’uomo, apparentemente poco lucido e forse sotto l’effetto di sostanze alcoliche, non ha saputo fornire nessuna spiegazione e anzi ha reagito male nei confronti degli agenti ed è stato arrestato anche per resistenza a pubblico ufficiale. Il 44enne era stato incastrato in tempi da record e a svolgere un ruolo determinante nelle indagini svolte dagli agenti del Vice Questore Giuseppe Pontecorvo era stato un testimone che ha evidenziato come Zappalà fosse protagonista di atteggiamenti violenti ed aggressivi mai denunciati da suoi conoscenti.