GAETA – Il nuovismo è una maschera che si indossa per tentare di nascondere una propria debolezza politica o un’insufficiente proposta per la città. Silvio D’Amante, storico segretario del Pd di Gaeta di cui è stato l’ultimo sindaco del centro sinistra dal 1994 al 2002, ha deciso di parlare davanti una telecamera dai giorni in cui ha detto di sì ad un cartello associativo e di liste civiche composto da Demos, Gaeta Futura, Insieme per Gaeta, il Movimento cinque stelle, il movimento progressista e Orizzonti per Gaeta. Silvio D’Amante l’ha fatto ufficialmente per annunciare che sabato parteciperà, qualora dovesse essere autorizzata dal locale Commissariato di Polizia, alla manifestazione di protesta promossa dal deputato locale di “Alternativa c’è”, Raffaele Trano, per chiedere alla Giunta Mitrano di avviare la procedura amministrativa per l’acquisizione al proprio patrimonio immobiliare del piazzale dell’ex stazione ferroviaria posto sotto sequestro dal Gip del Tribunale di Cassino Casinelli su richiesta della locale Procura della Repubblica.
“E’ un gesto di buon senso e di responsabilità ma anche di rispetto dei cittadini di Gaeta – esordisce l’ex sindaco nell’intervista video allegata – che si sono visti espropriare un luogo nei confronti del quale il sindaco Cosimino Mitrano è rimasto spettatore inerme”. D’Amante è orgoglioso quando viene considerato un “usato sicuro” per tentare di mettere all’angolo, esattamente dopo un decennio, il mitranismo e le sue nuove sfaccettature. E specifica che “nel corso di questi anni non è rimasto fermo o di aver vissuto in un altro mondo – ha aggiunto – Ha continuato ad essere utile nel sociale nell’oratorio Don Bosco (di cui è stato presidente), nel mondo sindacale della mia professione di dentista e nella direzione nazionale dell’associazione antimafia Antonino Caponetto”.
Silvio D’amante, 67 anni, ha accettato di essere il candidato sindaco di un campo progressista in cui c’è tutto ma non ancora il Partito Democratico. E “accettando l’invito formulatomi da un gruppo vero di amici – ha aggiunto l’ex sindaco di Gaeta – ho detto di sì per mettere a disposizione della città l’esperienza acquisita nel corso dei due mandati e soprattutto successivamente”.
Gaeta è cambiata nel corso degli ultimi vent’anni e il dottor D’Amante, senza però mai giudicare quanto è avvenuto nel frattempo, ribadisce che sulla sua persona e sul nome è stata registrata un'”unanime convergenza da parte di partiti e gruppi civici che, da ormai due anni, lavorano per la formazione di un campo progressista sempre più largo, unito e competitivo”. E non ha paura di essere alla testa di uno schieramento, quello di centro sinistra, in una città che, fortemente mitranizzata, ha dovuto subire un preoccupante isolamento politico anche per le “scelte ondivage” effettuate da un certo Partito Democratico.
D’Amante è convinto che la sua persona con la sua storia e i suoi valori (“che tantissimi cittadini mi riconoscono”) possa essere protagonista nel voto amministrativo della prossima primavera o, se dovesse perdurare l’emergenza sanitaria, in autunno. Ricorda quanto avvenne in occasione delle prima vittoria elettorale del 1994. “Al primo turno delle amministrative si svolsero le elezioni europee ed il centrodestra conquistò il 70% dei voti – ricorda D’Amante – al ballottaggio quindici giorni più tardi si ribaltò il risultato e vinsi con la stessa percentuale ai danni del candidato sindaco del centro destra…Vede le persone nelle elezioni amministrative ancora contano e nel voto di primavera il candidato sindaco non sarà Cosimino Mitrano. I giochi sono abbastanza aperti anche perché un’amministrazione, quella in carica, travolta da non poche polemiche”.
Una della quale riguarda il sequestro del piazzale della stazione ferroviaria e D’Amante fa ricorso all’ironia per atttaccare “l’invincibile armata dei 112 candidati nelle liste del candidato Leccese. Vorrei chiedere il loro pensiero sull’affare stazione. L’amministrazione cui si riconoscono ha agito bene? E’ giusto che un privato che si sia appropriato di una parte strategica della città? O pensano,come noi, che il piazzale diventi di disponibilità pubblica? Mi farebbe piacere avere una loro risposta a tal riguardo”.
Capitolo Pd. E la questione è rivelante perché il candidato D’Amante ha rinnovato la tessera ad un partito di cui è iscritta anche la presidente del consiglio comunale di Gaeta Pino Rosato che sul sequestro del piazzale dell’ex stazione ha osservato un “assordate silenzio”. D’Amante rivela di esserne uscito dal partito Democratico nel 2010 quando denunciò ai probiviri lo svolgimento di un “tesseramento fasullo. Sono abituato a stare in un partito, come il Pds prima ed i Ds poi, in cui contano le idee e non le tessere”
Ma perché D’Amante ha deciso di ritornare nell’ovile Dem allora? L’interessato chiarisce quando sarebbe avvenuto: “Sono sempre stato in un partito perché credo nei partiti. Lo sa perché? Le liste civiche subito dopo una sconfitta si sciolgono come neve al sole. Lo scorso dicembre mi sono portato al banchetto del Caffè Cavour, ho dato il mio nome e non ho firmato nulla. Mi hanno detto di aspettare. Certamente il Pd di Gaeta da dieci anni sta vivendo una delle pagine più brutte a livello nazionale. Le faccio un esempio che mi rattrista: vedere un partito che è in maggioranza ma non ha una sede perché sfrattata”.
Nell’intervista video D’Amante risponde ad un interrogativo che riguarda l’altra candidatura a sindaco in pectore in piedi nel fronte progressista di Gaeta, quella di Sabina Mitrano per conto del movimento “Comunità di valori”. L’ex sindaco è quasi rassegnato sull’ipotesi che si faccia sintesi, dopo un anno di un sterile confronto con la professoressa di lettere. Arriva solo ad una conclusione con cui manifesta un realismo quasi fatalista: “Il nostro candidato da battere è quello designato dal sindaco Mitrano e, ancor prima dal Senatore di Forza Italia Claudio Fazzone. La mia speranza è di non farci del male da soli perché una parte importante di Gaeta, che crede in una città migliore e più giusta di quella attuale, non ce lo perdonerebbe”.
Silvio D’Amante conclude l’intervista affermando di trovare, qualora tornasse a fare il sindaco, un “buco finanziario enorme” ed in una sola circostanza polemizza con la sua avversaria principale, Sabina Mitrano. Lo fa mutuando dall’attualità di queste ore, l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Il nuovismo è sinonimo di debolezza politica e, con tutti i paragoni del caso, prende in prestito del compianto presidente della Repubblica Sandro Pertini: “Quando fu eletto fu accolto tra lo scetticismo per la sua età. Ha dimostrato di essere più giovane di quelli che predicano di essere tali”. Sotto ogni profilo.