Cassino / Delitto Serena Mollicone, al banco dei testimoni anche il vicesindaco di Arce Sisto Colantonio

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CASSINO –  Il nome dell’attuale vice sindaco e assessore alle politiche sociali e all’ambiente del comune di Arce, Sisto Colantonio, campeggia nella lista testi della Procura di Cassino attesi oggi nell’aula della Corte d’assise del Tribunale di piazza Labriola nella nuova ed attesa udienza del processo per la morte di Serena Mollicone.

Si preannnuncia la penultima riservata ai testimoni citati dalla Procura che pensa di esaurire gli interrogatori dei 91 testi nell’udienza già calendarizzata per venerdì prossimo. All’epoca dei fatti – il 1 giugno 2001 – Colantonio gestiva un’impresa edile ed intratteneva stretti rapporti amicali e di conoscenza con la famiglia di uno dei cinque imputati, l’ex comandante della caserma di Arce Franco Mottola. Colantonio è stato invitato dai Pm Maria Betrice Siravo e Carmen Fusco a deporre in aula sulla circostanza che nel giugno 2001 avesse la disponibilità di una levigatrice per tagliare il marmo. Secondo le risultanze peritali disposte dalla Procura in occasione della riapertura delle indagini nel 2016 micro tracce di questo materiale sarebbero state trovate nel nastro adesivo con cui fu avvolto il capo di Serena subito dopo il delitto.

Davanti la Corte d’assise del Tribunale di Cassino è attesa, inoltre, la sorella del vice sindaco Colantonio. Annarita è stata inserita nella lista testi della Procura nel paragrafo riservato alle persone presenti nella caserma dei Carabinieri venerdì 1 giugno di 21 anni fa. Sicuramente c’era Annamaria Mottola, la moglie dell’allora comandante Franco, che – secondo le indagini della Procura – avrebbe avuto una lunga telefonata con Annarita Colatonio. In tema di depistaggi si preannuncia interessante, inoltre, anche la deposizione di Guido Sabino Zanni, titolare di una concessionaria automobilistica nei pressi di Teano, località d’origine del Maresciallo Mottola. Qui sarebbe stata custodita l’auto del comandante, una Lancia K targata AZ*418*GG, che, nonostante fosse nuova, è stata rottamata dal proprietario.

Perché avrebbe dovuto farlo in considerazione della recente immatricolazione dell’utilitaria? Per la Procura l’auto sarebbe stata utilizzata per il trasporto del cadavere di Serena nel boschetto di Fonte Cupa nella notte tra il 1 ed il 2 giugno 2001. L’udienza di oggi sarà arricchita, inoltre, dalle deposizioni di tre Carabinieri. Il primo è il vice brigadiere Luigi Giobbe che analizzò i file di immagini presente nella memoria del telefonino sequestrato al comandante Franco Mottola, il secondo ed il terzo, il luogotenente Lorenzo Guarcini ed il vice brigadiere Luisiano Cannizzaro presero parte alle nuove indagini studiando i tabulati di alcuni telefonini finiti nelle prime indagini del 2001. Rosa Puddu è stata una delle addette alle pulizie della Caserma di Arce e dovrà relazionare sulla presenza della porta rotta nell’appartamento sfitto contro la quale – sempre secondo la tesi della Procura – sarebbe stata mortalmente scaraventata Serena dopo un’iniziale aggressione ci sarebbe stato il delitto