LATINA -Tornano a disposizione dell’imprenditore Luciano Iannotta le quote societarie sequestrate il 14 gennaio scorso nell’ambito della delicata inchiesta “Dirty Glass” per essere destinate alla confisca definitiva. Lo ha disposto il Tribunale del Riesame di Latina accogliendo i motivi di impugnazione depositati congiuntamente dalle difese delle due società, Italy Glass Spa, peraltro in liquidazione, ed Akros Holding Srl, riconducibili a Iannotta.
Gli avvocati Mario Antinucci e Ugo Cardosi hanno contestato la ricorrenza dei presupposti di legge del sequestro di prevenzione proposto dalla Dda di Roma contestando l’intero impianto accusatorio incentrato sulla gravità indiziaria del reato di bancarotta fraudolenta, oggi al centro del processo ‘Dirty Glass’ nel quale Iannotta è imputato insieme ad altre nove persone .
Si tratta di Luigi De Gregoris, Pasquale Pirolo, del colonnello dei carabinieri Alessandro Sessa, del carabiniere Michele Lettieri Carfora, dell’imprenditore Franco Cifra, Antonio e Gennaro Festa, Thomas Iannotta e Pio Taiani per il quali la Dda ha chiesto il giudizio immediato che prenderà il via il prossimo 24 marzo con le ipotesi di reati in materia fiscale e tributaria, violazioni della legge fallimentare, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, falso, corruzione, riciclaggio, accesso abusivo a sistema informatico.
Gli avvocati Mario Antinucci e Ugo Cardosi hanno ricordato come “Iannotta e la sua famiglia siano stati negli ultimi 30 anni vittime e persone offese nell’ambito di procedimenti penali a Latina dove con l’accusa di bancarotta e con l’utilizzo di sequestri, dichiarati in sede d’impugnazione – hanno affermato – geneticamente privi di ogni presupposto di legge, si è letteralmente consumata la frantumazione del più grande colosso industriale pontino dal dopoguerra ad oggi”.