FORMIA – Prima il Covid, ora l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’ex pastificio Paone, ora “Domenico Paone spa” dopo il concordato preventivo, sospende la produzione. Lo ha annunciato l’amministratore unico, il manager italo argentino Alejandro Quentin, che ha confermato, dopo alcune indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, il ricorso alla cassa integrazione per almeno 13 settimane, dal 28 marzo al 26 giugno prossimi.
A dire di Quentin la semola ha subito un incremento del prezzo di vendita del 90% nell’ultimo quadrimestre del 2021, una circostanza provocata dalla mancata raccolta del grano duro nell’emisfero nord che ha registrato una diminuzione del 50%. Questa situazione perdurerà fino alla nuova raccolta che comincerà a giugno per finire a luglio. Il grano non può, però, essere macinato immediatamente perché ha bisogno – ha spiegato – dai 30 ai 60 giorni di stagionatura prima di poter essere utilizzato in produzione. E la rimodulazione del costo del grano non avverrà prima del mese di settembre 2022.
Anche le altre materie prime, quali il polipropilene, il cartone ed il pallet, hanno subito un fortissimo aumento a cui seguirà una correzione nel prezzo delle principali materie prime.
Secondo il management della “Domenico Paone Spa” il ricorso alla cassa integrazione è stato motivato anche dal caro energia elettrica per la tipologia di processo produttivo che il sito industriale di Penitro utilizza. Il prezzo dei prodotti energetici ha subito un incremento esponenziale di oltre il 300%. E la prospettiva di questo fenomeno è ulteriormente peggiorata con l’invasione russa in Ucraina.
“Queste congiunture ci costringono a sostenere la Domenico Paone S.p.A. con tutte le nostre forze e tutti gli strumenti di cui può disporre – commenta il dottor Quentin – Uno degli strumenti da utilizzare in una situazione problematica e temporanea come l’attuale, nostro malgrado, è l’utilizzo della cassa integrazione alla quale siamo costretti a fare ricorso. Confidiamo, comunque, di poterla utilizzare in modo limitato, anche per tutelare il futuro di tutti i lavoratori. Ci auguriamo che supereremo questo difficile momento il più presto possibile e di riprendere la nostra attività a pieno regime”.
“Chiederemo immediatamente un incontro…” ha annunciato Stefano Morea, responsabile della Flai Cgil di Latina e Frosinone dopo aver appreso dalle maestranze in servizio nello stabilimento di Penitro, poco più di una ventina, la decisione di Quentin di fare ricorso agli ammortizzatori sociali per ovviare alla sospensione della produzione. Ma un interrogativo rimane insoluto sullo sfondo di quest’ulteriore schiaffo alla già compromessa immagine industriale e produttiva di Formia: l’attività di produzione della pasta può essere gestita senza la dovuta programmazione sia per i contratti sulla materia prima sia per le forniture di energia poi?