FORMIA – Aveva capito per primo in una Formia distratta dalle conseguenze, materiali ed umane, derivanti dalla devastante seconda guerra mondiale che l’avrebbe potuta salvare solo la cultura. Aveva profetizzato 52 anni fa che l’archeologia sarebbe stato uno strumento per attirare a Formia turisti ed appassionati: i primi per muovere l’economia e creare nuove forme occupazionali, i secondi per permettere alla città di scoprire se stessa.
Un esempio? Fu bersagliato da critiche feroci quando inaugurò una monumentale azione di scavi che permise all’archeologia cristiana internazionale di capire cosa ci fosse sotto l’attuale chiesa di Sant’Erasmo, nel quartiere di Castellone: il luogo dove il 2 giugno del 303 dopo Cristo il Vescovo proveniente da Antiochia fu martirizzato dai soldati dell’imperatore romano di Diocleziano.
Formia e la Chiesa del sud pontino da oggi piangono don Antonio Punzo, un grande uomo che, ancorprima, è stato un sacerdote esemplare e guida per diverse generazioni anche per coloro che avevano l’orticaria nei confronti della fede. Don Antonio se n’è andato lunedì pomeriggio a Latina nel corso di alcuni accertamenti che aveva programmato di svolgere per monitorare il suo quadro clinico. Aveva 82 anni, era nato infatti il 12 settembre 1939 in un quartiere diverso, Mola, rispetto a quello che l’ha visto pastore per diversi decenni.
Ordinato sacerdote il 7 luglio 1963 da parte dell’allora Arcivescovo di Gaeta Monsignor Lorenzo Gargiulo presso la parrocchia, quella di San Giovanni Battista, in cui aveva abbracciato la vocazione, don Punzo fu nominato subito vicario presso la parrocchia San Pietro Apostolo di Fondi, iniziò a occuparsi dei giovani dell’Azione Cattolica e divenendo assistente diocesano di quella era all’epoca il movimento giovanile dell’Ac, la “Giac”. Nel luglio 1967 fu nominato vicario adiutore di mons. Antonio Forcina, parroco di Sant’Erasmo a Formia, al quale succedette il 26 maggio 1968. Don Antonio non sapeva generosamente mai dire di no ed in quest’ottica dal 1 settembre 1991 al 4 ottobre 2008, nonostante l’impegno nella comunità di Castellone, accettò l’incarico di guidare anche quella di Santa Teresa d’Avila in Formia.
La nomina il 18 novembre 2009 di papa Benedetto XVI a Cappellano di Sua Santità fu preceduta da un congedo – era il 30 novembre 2009 – che da sempre aveva messo nel conto: l’addio a “S.Erasmo”. La scelta dell’attuale direttore della Caritas Diocesano, don Alfredo Micalusi, lenì un dolore umanamente comprensibile. Fu lui a chiedere all’allora Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, di andare dove serviva: in quel momento era senza guida la periferica parrocchia di Santa Caterina a Castellonorato che ha lasciato solo per raggiunti limiti d’età il 25 novembre 2015. Ma don Antonio è stato capace di riempire tanti buchi cui la Chiesa di Gaeta si è trovata ad affrontare negli anni, complicati, post conciliari.
All’attività di insegnante di religione in diversi istituti scolastici ha affiancato le responsabilità di fondatore e direttore dell’Istituto diocesano di Scienze Religiose intitolato al suo maestro, a “Monsignor Lorenzo Gargiulo”, di direttore del Centro Pastorale Diocesano, dell’Ufficio diocesano di pastorale familiare, dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, di Radio Civita dal 2001 al 2009 e soprattutto di direttore dell’ufficio diocesano per i beni culturali, nel quale si è impegnato particolarmente per il recupero e la salvaguardia delle opere artistiche del Museo diocesano di Gaeta
Don Antonio Punzo sapeva dialogare e bene con i giovani. Uno di questi, un laico impegnato nella parrocchia di S.Erasmo e da qualche tempo in politica, Angelo Leccese, l’ha ricordato in questi termini: “Con dolore nel cuore la nostra comunità piange una guida silenziosa che non ha mai avuto paura di dire la propria, di vivere il proprio tempo con la curiosità e la passione di un uomo di profonda fede ed immensa cultura. Ci mancheranno di don Antonio i suoi sorrisi, la sua vicinanza spirituale, soprattutto umana. Personalmente mi mancheranno le nostre chiaccherate”.
Il rapporto del sacerdote scomparso con la scuola era altrettanto splendido. Non poteva essere diversamente. A ricordarlo è stato Annibale Mansillo, presidente dell’associazione degli ex studenti del liceo classico Vitruvio Pollione dove don Punzo aveva a lungo insegnato: “Ci eravamo sentiti questa mattina attraverso il gruppo WA dei ragazzi della maturità del 1958. Sapevo che era in clinca per degli accertamenti ma nulla lasciava presagire una fine imminente”.
Formia doverosamente si fermerà mercoledì 23 marzo, alle 15.30, per tributare l’ultimo e commosso grazie a don Antonio Punzo. L’occasione saranno i suoi funerali che naturalmente si svolgeranno presso la chiesa di Sant’Erasmo officiati dall’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari, e dal suo erede spirituale, don Alfredo Micalusi.