SANTI COSMA E DAMIANO – Mantenere ben saldi i nervi. Con questo imperativo d’obbligo si sono congedati i rappresentanti dell’Uniondustria di Latina ed una delegazione dei dirigenti e delle maestranze della Mancoop, guidate dal presidente Pasquale Olivella e dal suo vice Vincenzo Mercuri, al termine di un incontro che ha fatto il punto sul tentativo, il terzo, del curatore fallimentare del Tribunale di Latina Vincenzo Manciocchi di mettere all’asta fallimentare il sito produttivo di Santi Cosma e Damiano dell’ex Manuli, poi Evotape.
La vendita, dopo i due falliti precedenti, ci sarà il 22 aprile prossimo con una base d’asta di due milioni e 531 mila euro. Si tratta della metà del corrispettivo con cui la struttura industriale di via Porto Galeo, fondata dalla famiglia Manuli grazie agli incentivi dell’ex Cassa del mezzogiorno, era stata messa in vendita la prima volta lo scorso per tentare di appianare parte delle incombenze debitorie, 18 milioni di euro, che nell’autunno 2010 provocarono il fallimento dell’Evotape. Pierpaolo Pontecorvo di Unindustria nata sulle ceneri si è fatto portavoce della preoccupazioni non solo dei 31 lavoratori superstiti della Mancoop ma anche 300 persone circa che gravitano attorno alle 32 unità lavorative sorte all’interno dell’ex stabilimento Evotape grazie alla realizzazione di una sorta di condominio industriale che ha saputo operare un’eccellente azione di digitalizzazione.
“Per Uniondustria l’asta fallimentare è un atto dovuto – spiega Pierpaolo Pontecorvo nell’intervista video allegata – espletato secondo i dettami normativi vigenti. La vendita dello stabilimento su cui non vogliamo assolutamente interferire arriva dopo anni di importanti investimenti e di interventi operati dalla Mancoop a favore del sito produttivo originario. Quella effettuata dal 2010 è stata un’esperienza industriale e produttiva davvero innovativa. I soci della Mancoop hanno evitato che lo stabilimento cessasse dall’attività. Se c’è stato un ridimensionamento dal 2020 è stato dovuto solo al Covid. Attendiamo l’esito dell’asta fallimentare dopodichè vedremo se i progetti nel frattempo messi in campo potranno concretizzarsi ulteriormente”
Pontecorvo si riferisce alla partecipazione della Mancoop ad una bando per realizzare un parco fotovoltaico sui tetti degli attuali capannoni. Ora c’è il rischio che la proposta progettuale possa essere accolta e finanziata dalla Regione e la cooperativa di lavoratori non avere più la superfice dove continuare a fare impresa: “La cooperativa ha presentato una manifestazione di interesse al piano proposto da “Lazio in transizione”. Le idee non sono mai mancate, non ora ma da anni, ma dobbiamo capire l’esito dell’asta fallimentare che, dispiace dirlo, è un atto dovuto”.
Il delegato di Uniondustria non conferma e tantomeno smentisce la volontà di alcune realtà produttive che hanno deciso di insediare le rispettive attività economiche all’interno dell’ex sito dell’Evotape di dar vita ad una cordata per partecipare entro il 20 aprile con una propria offerta all’asta fallimentare. Conferma d’altra parte come la struttura di via Porto Galeo ha un interesse per il sud pontino che ha subito purtroppo un processo di desertificazione industriale ed economica”.
Nei giorni scorsi il segretario regionale dell’Ugl Armando Valliani aveva chiesto alla politica di intervenire per trovare soluzioni al problema Mancoop dopo anni di latinanza. Che sia troppo tardi lo ammettono anche gli industriali: “Con un iter giudiziario in corso non si può fare più nulla. E’ chiaro che si poteva intervenire in passato ma questo ruolo nessuno l’ha esercitato – conclude Pierpaolo Pontecorvo – Ora è importante fare confusione e attendere gli eventi nell’esclusivo interesse e tutela dei lavoratori e delle aziende coinvolte”.
INTERVISTA video Pierpaolo Pontecorvo, dirigente Unindustriale Latina e Vincenzo Mercuri, vice presidente Mancoop