VENTOTENE – Non è più sindaco di Ventotene dagli inizi di marzo dopo essere stato sfiduciato anche alcuni ex componenti della sua maggioranza consiliare ma il notaio Gerardo Santomauro offre la sua versione sui fatti sul sequestro operato la scorsa settimana dalla Guardia di Finanza di Formia che, in stretto coordinamento con la Procura di Cassino, aveva apposto i sigilli su un parte dell’albergo “Lo Smeraldo” per lavori edili non autorizzati.
Le Fiamme Gialle sarebbero arrivate in gran numero sulla seconda isola pontina dopo l’invio di un esposto dell’ex consigliere comunale ed imprenditore alberghiero Pietro Pennacchio che aveva chiamato in causa l’ex sindaco per aver bloccato al fotofinish l’asta fallimentare dello Smeraldo, poi acquistato da una società del fratello Antonio grazie alla presentazione di un concordato preventivo. Di fatto questa procedura blocca per legge quelle esecutive individuali. L’ex sindaco di Ventotene si è detto pronto a chiarire questo aspetto in Procura a Cassino e nell’intervista video allegata ha ricordato come il concordato preventivo si sia chiuso al doppio della cifra a base d’asta della procedura esecutiva individuale interrotta. Se lo stesso concordato ha garantito, quindi, un maggior ristoro a tutti i creditori, lo stesso Tribunale di Latina ha verificato con successo la legittimità di tutti i passaggi. La considerazione di Santomauro è velenosa: comprendo che ciò possa avere dato molto fastidio a chi voleva aggiudicarsi l’albergo ad un prezzo stracciato.
L’ex sindaco di Ventotene ripercorre le fasi che hanno portato i finanzieri a sequestrare l’albergo “Lo Smeraldo”, prelevato dalla società “Std srl” dopo anni di chiusura a causa di alcuni buchi economici della precedente gestione. Lo fa analizzando quello che ha sempre rappresentato la sua famiglia per la tradizione ricettiva dell’isola nell’ultimo mezzo secolo. Il notaio sostiene che il sequestro della Guardia di Finanza è figlio, inconsapevole, di quanto avvenne il 27 dicembre scorso quando fu appiccato un incendio, di probabilmente origine dolosa, all’interno del periplo dell’albergo di via degli Olivi. I danni furono contenuti solo grazie al tempestivo e provvidenziale intervento della Protezione civile dell’isola e dei Carabinieri della locale stazione. Le fiamme furono alimentate dall’abbandono in cui si trovava all’epoca “Lo Smeraldo”: materiale di ogni tipo, sterpi, arbusti e canneti. La famiglia Santomauro e l’amministratore unico della Std srl”, Antonio Santomauro, si attivarono immediatamente promuovendo una bonifica dell’area prospiciente la struttura alberghiera alle prese non tanto con cumuli di rifiuti e materiale ferroso accumulatisi negli anni quanto con bomboloni del gas che, dismessi, sono stati messi in sicurezza.
Nel corso del blitz del 24 marzo le Fiamme Gialle ha apposto i sigilli perché alcuni lavori di movimento terra effettuati alla vigilia dello scorso Capodanno erano stati realizzati senza alcun tipo di autorizzazione. Secondo l’ex sindaco di Ventotene quegli interventi – e lo ripete nell’intervista video – furono realizzati per creare una barriera frangi fuoco per mettere in sicurezza non solo “Lo Smeralto” ma anche alcuni alloggi del vicino complesso Ater di Ventotene. Nessun illecito urbanistico sarebbe stato commesso (lo stesso personale impegnato era in regola e nessun lavoratore era assunto a nero) ma a dire dell’ex sindaco l’intervento della Guardia di Finanza sarebbe stato richiesto strumentalmente per far trovare “una situazione diversa rispetto a quella che i militari immaginavano e che poi hanno trovato. Chi ha chiesto l’intervento si è preoccupato bene di fare apparire una realtà diversa e sulla base della quale loro hanno proceduto al sequestro”
INTERVISTA Gerardo Santomauro, ex sindaco di Ventotene