FORMIA – Le maestranze – o almeno quelle che sono ancora in servizio presso l’ex pastificio Paone nella zona industriale di Penitroi – stiano tranquille. La produzione della pasta che ha reso celebre la città in tutto il mondo proseguirà senza intoppi ancora a Formia. Vogliono essere molto rassicuranti le garanzie che ha voluto fornire ai 33 dipendenti “superstiti” del rinomato stabilimento alimentare di Penitro Salvatore Pisani, il direttore della Corex spa di Battipaglia, la società che ha chiesto ed ottenuto dal giudice del Tribunale di Cassino Vincenza Ovallesco l’emissione di una sentenza con cui ha dichiarato conclusa per cessata locazione l’esperienza produttiva della “Domenico Paone spa”.
La Corex spa si rende conto che il momento è assai delicato ma, nonostante tutto, sostiene a ragione la necessità di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali. La società salernitana, affermata nell’ambito del settore delle eccellenze alimentari dal 1979, esporta pasta “Made in Italy” in moltissimi Paesi nel mondo e su un punto è categorica: “Non ha acquistato il capannone industriale per fini speculativi”. A sottolinearlo è il suo legale che sta tutelando i suoi diritti davanti il Tribunale di Cassino, l’avvocato Daniele Lancia: “La Corex spa si è vista costretta ad adire le vie legali a causa del rifiuto manifestato dalla società conduttrice al rilascio dell’immobile alla scadenza del contratto di locazione ed al fine di realizzare il proprio progetto industriale”.
La sentenza del giudice Ovallesco è apparsa una reprimenda nei confronti dell’operato della “Domenico Paone spa” che, guidata dal manager italo argentino Alejandro Quentin, sapeva che, in virtù del concordato preventivo concesso nel 2019 dal Tribunale di Cassino, avrebbe avuto soltanto due anni – scaduti il 30 settembre 2021 – per la gestione delle sue linee di produzione all’interno dello stabilimento acquistato per poco più di due milioni di euro dalla Corex spa. Un tentativo bonario di accordo era naufragato primancora della sentenza del giudice Ovallesco che ha concesso alla “Domenico Paone spa” sei mesi di tempo di lasciare il sito produttivo di Penitro al suo reale proprietario.
Con quali prospettive lo tiene ora a precisare il direttore della Corex spa Pisani:”Ci preme sottolineare e far conoscere alla pubblica opinione che intendiamo assolutamente aggravare ulteriormente lo stato di crisi dei lavoratori del Pastificio, già provati dalla cassa integrazione. Il nostro progetto industriale è quello di realizzare nel sito di Penitro di Formia un Pastificio di eccellenza continuando a valorizzare il lavoro e la storia della famiglia Paone, per la quale nutre grande stima e con la quale condivide un’amicizia ventennale”.
Questa controversia poteva essere evitata? Lo chiarisce nella sua sentenza il Tribunale di Cassino secondo il quale la “Domenico Paone spa” per evitare di essere ‘sfrattata aveva solo uno strumento: rilanciare un’offerta economica per acquisire l’intero stabilimento. Il suo collegio legale, attraverso l’avvocato Luigi Visconti, aveva sollevato la tardività della disdetta sollecitando invece il conseguente rinnovo tacito del contratto di locazione per un periodo di sei anni. Per il giudice Vincenza Ovallesco invece la locazione “per un tempo determinato dalle parti cessa con la cessazione del termine, senza che sia necessaria la disdetta”.
Ad essere preoccupati del futuro dei 33 dipendenti del pastificio formiano sono ora anche i sindacati. Presto un vertice con la nuova proprietà del pastificio Paone, un’assemblea con le maestranze in servizio ed la convocazione di un tavolo istituzionale alla Regione Lazio con gli assessorati allo sviluppo economico e agricoltura. Sono le richieste contenute in una lettera che la segreteria territoriale dello Flai Cgil ha definito concluso, per cessata locazione, il rapporto con la “Domenico Paone spa”.
Bisogna fare in fretta perché, al di là delle future scelte imprenditoriali della “Domenico Paone spa”, incombe la scadenza della cassa integrazione che, autorizzata per 19 dipendenti, sarà applicata a rotazione e sarà valida per 13 settimane, dal 28 marzo al 26 giugno prossimo.
Intanto nel futuro scenario occupazionale a Formia della Corex spa potrebbe esserci spazio per qualche rappresentante importante della famiglia Paone per 130 anni ha gestito ininterrottamente la gestione dell’omonimo pastificio. Vanno superate divisioni interne per affrontare e risolvere un ostacolo: decidere il futuro operativo dello storico pastificio di piazza Risorgimento che, sequestrato nel 2012 nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria conosciuta come “Sistema Formia”, è stato restituito agli aventi diritto per la sopravvenuta prescrizione del reato ipotizzato, lottizzazione abusiva, dal pm all’epoca titolare delle indagini, il sostituito procuratore Giuseppe Miliano.
Gli aventi diritto sono i sei soci della mai dichiarata fallita “Domenico Paone & figli”. L’amministratore è attualmente Fabio Paone che – secondo alcune indiscrezioni – ha avviato un’indagine di mercato per vendere o affittare l’ex stabilimento che versa ina una situazione di abbandono e incuria. Formia è una città di confine – non solo dal punta di vita geografico – e fortunatamente ha ancora la disponibilità di imprenditori sani che potrebbero rilanciare l’operatività (magari per altre destinazioni produttive) di uno sito che ha contribuito a fare affermare in tutto in mondo il “made in Formia”.