PONZA – Il sindaco uscente Francesco Ferraiuolo, il segretario generale ed il dirigente del settore finanziario del comune di Ponza rischiano una pesante sanzione pecuniaria con la restituzione della metà di parte della propria indennità e stipendi dopo la severa levata di scudi della sezione controllo della Corte dei Conti che con la delibera 67 del 24 maggio scorso ha accertato la violazione dell’obbligo di redazione e pubblicazione, nonché della trasmissione alla Corte, della relazione di fine mandato 2017-2022 del comune isolano.
La magistratura contabile ha elevato questo simbolico cartellino giallo nei riguardi dei vertici dell’amministrazione comunale, accusata di aver violato l’articolo 4, comma 6, del decreto legislativo numero 149 del 6 settembre 2011 che obbliga i comuni a redigere e a pubblicare la relazione di fine mandato entro 60 giorni dalla conclusione della consiliatura. Il sindaco Ferraiuolo ha deciso di non candidarsi ma, nonostante ciò, ha violato – secondo la Corte dei Conti – un principio di legge.
“La relazione risponde al principio di ‘accountability’ degli amministratori locali, chiamati a dare conto della gestione, al fine di favorire e rendere effettivo il controllo democratico dei cittadini in occasione delle elezioni amministrative – si legge nella sentenza emessa dal collegio presieduto dal giudice Roberto Benedetti – Essa si inserisce fra gli strumenti di attuazione dei principi di massima responsabilizzazione, di effettività e trasparenza del controllo democratico”. Insomma questa relazione sarebbe dovuta costituire “uno strumento di conoscenza dell’attività svolta nell’esercizio delle funzioni e momento fondamentale di trasparenza nella fase di passaggio fra amministrazioni, da cui si prende atto della reale situazione dell’ente; infatti, la comunità locale, nell’esercitare il diritto-dovere di voto, deve essere resa edotta del suo stato finanziario”.
In poi la relazione avrebbe dovuto contenere la descrizione dettagliata delle principali attività normative e amministrative svolte, con specifico riferimento a: a) sistema ed esiti dei controlli interni; b) eventuali rilievi della Corte dei conti; c) azioni intraprese per il rispetto dei saldi di finanza pubblica programmati e stato del percorso di convergenza verso i fabbisogni standard; d) situazione finanziaria e patrimoniale, anche evidenziando le carenze nella gestione degli enti controllati indicando le azioni intraprese per porvi rimedio; e) azioni poste in essere per contenere la spesa e stato del percorso di convergenza ai fabbisogni standard, affiancato da indicatori quantitativi e qualitativi relativi agli output dei servizi resi, anche utilizzando come parametro di riferimento realtà rappresentative dell’offerta di prestazioni con il miglior rapporto qualità-costi; f) quantificazione della misura dell’indebitamento.
Per la Corte dei Conti il comune di Ponza avrebbe dovuto pubblicare sul suo sito istituzionale la relazione di fine mandato anche per un’altra e più significativa ragione: verificare l’andamento della sua gestione economico-finanziaria. Lo ribadisce la camera di consiglio del 24 maggio scorso della Corte: “Il Comune di Ponza è stato oggetto di controllo contabile, per il periodo 2015-2018, a valle del quale sono state adottate la deliberazione ordinanza n. 108/2020 e la deliberazione n. 137/2020, con cui sono state accertate numerose irregolarità contabili, con particolare riferimento al peggioramento del disavanzo al 2019, alla situazione di indebitamento, alla errata contabilizzazione dell’anticipazione di liquidità, alla inefficiente gestione delle entrate e delle attività di riscossione, alla mancata ricognizione del contenzioso, allo sforamento dei parametri di deficitarietà e al mancato rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali”.
La deliberazione numero 67/2022 termina con un ultimatum al Sindaco, al Presidente del Consiglio comunale e all’organo di revisione del comune di Ponza. Sono stati invitati a redigere e a pubblicare la relazione di fine mandato. In caso contrario sarà inevitabile la restituzione di parte delle indennità di funzione e dei rispettivi stipendi.