SUD PONTINO – La terza sezione del Consiglio di Stato ha deciso: resta in vigore l’interdittiva antimafia che, emessa dalla Prefettura di Caserta, riguarda il Consorzio Nestore che, avendo sede legale a Falciano del Massico, gestisce anche per conto dell’Asl di Latina e del Consorzio socio sanitario Latina 5 importanti servizi socio assistenziali sul territorio del sud pontino. I giudici del secondo grado della magistratura amministrativa hanno confermato dunque la sentenza dello scorsa primavera del Tar-Campania e hanno accolto le istanze presentate in giudizio dal Ministro degli interni, della Prefettura e dell’Asl di Caserta.
Per il consiglio di Stato l’appello cautelare presentato, invece, per conto del consorzio Nestore da parte degli avvocati Arturo Testa e Stefano La Marca “non appare suscettibile di favorevole considerazione” in quanto il quadro indiziario a carico dello stesso Consorzio “presenta plurimi elementi di contiguità con ambienti e soggetti controindicati ed alimenta fondati sospetti di esposizione di esposizione al rischio infiltrativo”. Il pronunciamento nel merito del Consiglio di Stato arriva anche dopo l’ordinanza emessa alla vigilia di Ferragosto da parte della sezione Misure di Prevenzione e sorveglianza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che aveva precluso la possibilità allo stesso Consorzio di conservare gli appalti promossi nel corso di questi anni dal distretto socio sanitario del sud pontino.
Il Consorzio aveva chiesto di usufruire, ai sensi del decreto legislativo 159 del 2011, del “controllo giudiziario”, di operare, cioè, sotto tutela con la facoltà di riferire periodicamente sulla sua attività societaria con il distretto socio sanitario del Golfo alla Polizia Tributaria e alla Questura di Caserta. Ma questa possibilità è stata respinta dal Consiglio di Stato: “Questa proposta è postuma all’interdittiva antimafia, è stata prediposta con modalità tali da non determinare una chiara e netta discontinuità rispetto al precedente assetto gestionale”.
La situazione approderà ora nel consiglio comunale di Gaeta. L’ex sindaco Pds Silvio D’Amante ha definito “tombale” la sentenza del Consiglio di Stato. IL Comune di Gaeta, capofila del distretto sociosanitario Latina 5, ha l’obbligo – a suo dire – di prendere urgenti provvedimenti per revocare gli appalti in essere con Nestore. E allo stesso tempo provvedere per i lavoratori che stanno incontrando non pochi problemi da mesi per vedersi riconosciuti i rispettivi stipendi”.
Non si è fatta attendere la controreplica del neo sindaco di Gaeta Cristian Leccese:”Come tutte le stazioni appaltanti d’Italia, il comune, anche come ente capofila del consorzio socio sanitario, ha dei compiti. E’ Codice degli appalti che disci-plina tutti i passaggi che devono essere effettuati e su questo è in corso una fitta e proficua interlocuzione con la Prefettura di Caserta”.