FORMIA – Ieri sera, con un arrivo previsto intorno alle 21.30 ma effettivamente avvenuto intorno alle 22, al binario 1 della Stazione Formia-Gaeta ha fatto tappa il “Treno della Memoria”, l’evocativo convoglio che – partito il 6 ottobre scorso da Trieste, dopo aver percorso oltre 5.000 km attraverso l’Italia e circa diciassette tappe, come prosecuzione simbolica dello storico viaggio del treno speciale che nel 1921 trasportò da Aquileia a Roma la salma del “Milite Ignoto” – ha terminato la sua corsa oggi a Roma, nel giorno in cui si celebrano le Forze Armate e l’Unità Nazionale.
Tante le persone in attesa di poter tributare un pensiero al “Milite Ignoto”: istituzioni civili, religiose e militari, rappresentanze delle Associazioni combattentistiche e d’arma del territorio e tanti giovani studenti impegnati a ritrovare nella realtà ciò che leggono nelle pagine di storia dei loro libri scolastici. Un segno più tangibile del tributo di giovani vite che ha rappresentato la Prima Guerra Mondiale per l’Italia, nonchè dell’amore materno iconicamente incarnato da Maria Maddalena Blasizza, coniugata Bergamas, che fu scelta tra le mamme dei soldati di cui non furono rese le spoglie, affinchè scegliesse una delle bare esposte nel Duomo di Aquileia – le cui identità era tutte ignote – per diventare simbolo con la tumulazione presso l’Altare della Patria di Roma.
L’arrivo del treno ha rappresentato, dunque, l’occasione di mantenere vivo il ricordo di tutti i caduti che, con il loro sacrificio, hanno contribuito a costruire l’unità nazionale e il concetto di Patria. A bordo dello stesso il Generale di Brigata Fulvio Poli, Capo Ufficio Generale Promozione Pubblicistica e Storia dello Stato Maggiore dell’Esercito, sceso in banchina per un breve ma toccante saluto e una testimonianza dell’iniziativa, che in provincia ha coinvolto con relative fermate anche gli scali ferroviari di Priverno-Fossanova e Cisterna di Latina.
“Una partecipazione inespettata, una stazione stracolma” – ha affermato il vice-sindaco di Formia Giovanni Valerio, commentando la “commemorazione che emozione la città, un triste ricordo che però è vivo ed è una memoria storica che deve accompagnare le future generazioni”.
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