Moltiplicare gli sforzi per tentare di far sopravvivere l’ultimo presidio di legalità rimasto superstite sul territorio del Golfo, quello dell’ufficio del giudice di pace. Con questo proposito presidente ed il segretario dell’ordine degli avvocati di Cassino, Gianluca Giannichedda e Marco Vento, ha inviato al presidente facente funzione del Tribunale di piazza Labriola Massimo Pignata una lettera per promuovere un urgente incontro con i sindaci e i rappresentanti di quei comune del sud pontino che, dopo la dolorosa soppressione della sezione gaetana del Tribunale di Latina, avevano deciso di dar vita ad un consorzio pubblico per sostenere le spese di gestione e di personale della struttura rimasta nell’ex palazzo di Giustizia in località Calegna a Gaeta.
La nuova presa di posizione dell’ordine forense di Cassino è finalizzata a chiedere il rispetto dei comuni, accusati dalle toghe di mantenere gli impegni assunti otto anni fa. L’ordine degli avvocati da tempo denuncia una sorta di latitanza istituzionale a cui non si sarebbe sottratto il solo comune di Gaeta, costretto a investire proprie risorse e personale per il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace e ad anticipare le spese, 406mila euro, che avrebbe dovuto affrontare – e non l’ha mai fatto – il comune di Itri.
Il comune di Itri ha chiesto al Ministro di giustizia di sostenere economicamente la richiesta avanzata dal comune di Gaeta di vedersi onorate le spese già affrontate. La stessa avvocatura del comune di Gaeta ha inviato un atto di citazione (per non incorrere in rischi di natura erariale)ai danni del Comune Itri che all’epoca prese verbalmente l’impegno sì di sostenere le spese per il funzionamento dell’ufficio del giudice di pace di Gaeta ma non ha mai garantito, attraverso una delibera di Giunta e di consiglio comunale un reale impegno finanziario. Lo stesso comportamento, economico e funzionale, del nuovo corso al comune di Formia è stato definito “altalenante” mentre furono più coerenti e corretti quelli di Minturno, Castelforte e San Cosma e Damiano che nel 2014 decisero di utilizzare l’ufficio del giudice di pace direttamente presso il Tribunale di Cassino.
Se la richiesta dell’ordine degli avvocati, attraverso il Tribunale di Cassino, dovesse fallire, il rischio della soppressione dell’ultimo presidio di legalità sul territorio del Golfo sarebbe più che fondato.