SABAUDIA – Non ha tradito le aspettative la nuova udienza del giudizio immediato che, scaturito dall‘inchiesta dei Carabinieri del comando provinciale “Dune” sugli appalti pilotati del comune di Sabaudia, si sta celebrando davanti il Tribunale di Latina presieduto dal giudice Gian Luca Soana. Al centro del dibattimento è stato il discusso iter tecnico-amministrativo seguito nel 2019 per la realizzazione del campo di regata che avrebbe dovuto ospitare l’anno successivo – ma ci fu l’annullamento provocato dalla pandemia – una delle prove della Coppa del Mondo di canotaggio. Ad aggiudicarsi l’appalto del comune per realizzare la competizione sportiva fu l’impresa “Dea” di Cassino. In Tribunale è comparsa l’amministratrice legale Annamaria Tari che, attraverso l’avvocato Giampiero Vellucci, si è costituita parte civile contro i 21 imputati insieme al comune di Sabaudia (rappresentata dall’avvocato Marco Rossi) e l’associazione anti mafia “Antonino Caponnetto”.
L’imprenditrice cassinate ha raccontato le pressioni ricevute da lei e dal marito, Danilo Roncone, geometra della “Dea”, nel giorno di apertura del cantiere affinchè rinunciassero a svolgere i lavori, Se la revoca dell’incarico poi c’è stato, il comune temeva che il cantiere aperto dalla “Dea” procurasse danni…. all’avi-fauna della zona attigua al campo di regata. Secondo la teste la Dea di Cassino, invece, aveva tutti i requisiti per iniziare l’opera che avrebbe realizzato in stretta collaborazione con una società genovese leader in campo europeo. Ma – secondo il racconto della signora Tari rispondendo alle domande del sostituto procuratore Andrea D’Angeli – alcuni degli imputati avrebbero intimato alla società cassinate di rinunciare all’appalto perchè, in caso contrario, l’Anac sarebbe stata informata della sua presunta inaffidabilità imprenditoriale e, dunque, avrebbe avuto qualche difficoltà a partecipare alle licitazioni pubbliche promosse dagli enti locali.
Il processo proseguirà il 28 febbraio quando è attesa la deposizione di Danilo Roncone che – secondo quanto ha annunciato l’avvocato Vellucci – rivelerà i nomi degli amministratori e dei tecnici del comune di Sabaudia che gli avrebbero chiesto di rinunciare ad un appalto finito poi sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Latina. Tra i 21 imputati dovendosi difendere dalle ipotesi di reato di peculato, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico ci sono l’ex sindaco di Sabaudia Giada Gervasi, l’ex assessore ai lavori pubblici Innocenzo Angelo D’Erme, l’ex consigliere comunale Sandro Dapit, l’ex direttore generale del Comitato “Sabaudia MMXX” Luigi Manzo ed il funzionario comunale Giovanni Bottoni.