FONDI – Con l’inizio del nuovo anno è proseguita l’attività di controllo della Capitaneria di porto di Gaeta per il contrasto alla pesca marittima praticata con metodi illegali e di vigilanza sulla filiera della commercializzazione dei prodotti ittici, presso mercati e punti di vendita, a tutela della risorsa e del consumatore.
Le donne e gli uomini della Guardia Costiera di Gaeta, nella giornata di ieri (domenica 8 gennaio) hanno focalizzato l’attenzione sulle attività di vendita ambulante presso il mercato di Fondi. L’attività di controllo è stata esperita a pochi giorni dalla chiusura dell’operazione nazionale di vigilanza e controllo denominata “Senza traccia”, promossa dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto in concomitanza delle festività natalizie e che, sotto il coordinamento regionale del Centro di Controllo Area Pesca della Direzione marittima di Civitavecchia, ha fatto registrare, nelle sole provincie di Latina e Frosinone, oltre 150 controlli presso i punti di sbarco e di vendita, con il sequestro di oltre tre quintali di prodotto ittico irregolarmente detenuto e commercializzato,.
Nella giornata di ieri, tramite l’impiego simultaneo di due nuclei ispettivi, è stato possibile, già nelle prime ore della mattina, sottoporre a controllo tutti gli operatori ivi operanti, al fine di riscontrare, prima dell’inizio della commercializzazione al dettaglio, la tracciabilità del prodotto ittico in commercio, la sua origine e la presenza della corretta etichettatura che fornisca al consumatore le informazioni previste su provenienza e metodo di produzione degli esemplari esposti alla vendita.
All’esito del controllo, sono state riscontrate alcune irregolarità riconducibili alla mancanza della documentazione prevista dalla legge per attestare la provenienza del prodotto ittico e, quindi, la sua riconducibilità alla filiera regolata e controllata. Nello specifico il personale ispettivo ha contestato ai predetti operatori illeciti di natura amministrativa, con l’applicazione delle previste sanzioni pecuniarie per un ammontare corrispettivo di tremila euro e, soprattutto, con il sequestro amministrativo di circa un quintale di prodotti ittici, che, riscontrato privo delle informazioni necessarie a garanzia della qualità e della provenienza del prodotto, presentava potenziali rischi per il consumatore.
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