GAETA – L’interessato, l’assessore alla Polizia locale, Protezione Civile, Sicurezza, Mobilità e Trasposti, Mitilicoltura e Sviluppo hub Commerciale Portuale Mario Paone (Fratelli d’Italia), è convinto che sul suo conto sia stata disposta amministrativamente una condanna a morte. Attende solo di conoscere (“e di guardarlo negli occhi”) il boia che dovrà eseguirla. Volano parole decisamente grosse a Gaeta nella fasi iniziali della campagna elettorale che tra un mese esatto terminerà con l’elezione del nuovo presidente della Regione Lazio e con il rinnovo del consiglio della Pisana. L’avvocato Paone da giorni si considera un ex assessore della prima Giunta guidata da Cristian Leccese. L’interessato attende solo che qualcuno – che naturalmente è il sindaco che l’ha nominato assessore il 26 giugno scorso a 14 giorni dalla bulgara vittoria alle amministrative – gli comunichi che non farà parte più della Giunta al comune di Gaeta.
La decisione di revocare o meno un assessore spetta al capo dell’amministrazione comunale ma Cristian Leccese, dopo giorni di silenzio su quelle che erano soltanto mere illazioni – ha confermato come “una discussione” sul futuro dell’assessore espressione ufficialmente dalla lista “Gaeta Tricolore” (che poi non è altro che il surrogato locale dei Fratelli d’Italia) sia “in corso, ormai da giorni, nella mia maggioranza consiliare”. Un crocevia di questo processo politicamente insensato all’assessore Paone e, indirettamente, al ruolo svolto sinora dall’unico consigliere comunale di Fdi Marco Di Vasta (che del partito di Giorgia Meloni è anche il portavoce cittadino) potrebbe conoscersi nel pomeriggio di martedì quando è fissata una riunione della maggioranza Leccese convocata ufficialmente in vista dello svolgimento della prossima conferenza dei capigruppo e, dunque, di una seduta di consiglio comunale. In quella sede – secondo la versione fornita dal sindaco di Gaeta – dovrebbe concludersi il processo, incardinato ufficialmente senza alcun capo d’imputazione, ai danni dello stimato assessore alla Polizia Locale. Secondo una ricostruzione l’avvocato Paone sarà invitato da una componente della maggioranza a dimettersi dagli incarichi che svolge soltanto da meno di sette mesi. L’interessato ha fatto sapere di non averne alcuna ragione a farlo “semplicemente perché sono sereno e soddisfatto del lavoro effettuato sinora. Non è un mio comodo compiacimento ma il riconoscimento offertomi dalla squadra di governo di cui faccio ancora parte…”
Naturalmente non si escludono legittimi ripensamenti dell’ultima ora (complice la campagna elettorale in corso) ma le tre parti in causa – sindaco Leccese, maggioranza consiliare e la componente di Fdi in Giunta e nella coalizione di governo – sanno che un rapporto di fiducia e di collaborazione è saltato. Lo scenario, più verosimile, che potrebbe verificarsi è uno soltanto: l’assessore Paone deciderà di non dimettersi (“lo ripeto – ha sottolineato – perché dovrei?”) sulla richiesta che gli formalizzerà la maggioranza Forza Italia-Pd Rosato ed il sindaco sarà costretto a prenderne atto revocando a Paone le deleghe conferite il 26 giugno 2022.
Ma, non essendoci un formale capo d’imputazione alla base di questo processo, perché il discreto assessore Paone è finito sulla graticola ricordando quanto avvenne nell’estate 2012 quando il neo vice sindaco ed assessore alla portualità (delega che non porta assolutamente bene a Gaeta) Gianbattista Balletta, anch’egli proveniente dall’ex An, fu cacciato dal rieletto sindaco Cosimino Mitrano? Se questo episodio politico-amministrativo è rimasto avvolto nel mistero, il sacrificio dell’avvocato Paone potrebbe essere inquadrato in un regolamento di conti dal punto di vista politico di cui sarebbe il presunto capro espiatorio il consigliere comunale di Gaeta Tricolore-Fratelli d’Italia Marco Di Vasta.
Ma cosa gli si attribuisce di negativo? Essenzialmente sarebbero due i motivi di dissenso al centro del confronto avviato – secondo il sindaco Leccese – nella maggioranza consiliare. Il primo riguarderebbe l’assenza, pare giustificata, di Di Vasta nell’ultimo consiglio comunale quando la coalizione Leccese, a causa di cinque impreviste assenze, non riuscì a modificare con la maggioranza assoluta dei suoi componenti due modifiche allo Statuto del comune di Gaeta grazie alle quali le commissioni consiliari permanenti sarebbero di fatto abrogate per essere rimpiazzate dalla commissione dei capigruppo. Ma non è finita. Al giovane Di Vasta si attribuirebbe un altro peccato originale politicamente inconfessabile: di aver sostenuto le ragioni politiche dell’ex sindaco pidiessino Silvio D’Amante di chiedere ed ottenere – cosa ancora non avvenuta dopo sette mesi dal voto amministrativo – il varo delle quattro commissioni consiliari permanenti rispettando la proporzionalità e la rappresentativa delle forze politiche e civiche presenti in consiglio comunale. Anche dei gruppi consiliari formati da un solo consigliere, come il suo, di “Gaeta Tricolore”.
In questo processo politico in corso ed in fase di ultimazione aleggia un’altra credibile ricostruzione: a chiedere la testa dell’avvocato Mario Paone sarebbe stato niente meno che l’ex sindaco di Gaeta Cosimino Mitrano e ora tra i cinque aspiranti consiglieri regionali di Forza Italia in occasione del voto del 12 e 13 febbraio prossimi. Qualcuno sostiene di aver visto l’ex sindaco di Gaeta bestemmiare in aramaico antico la notte tra sabato 7 e domenica 8 gennaio scorsi quando i vertici provinciali di Fratelli d’Italia erano giunti in pompa magna a Gaeta e, complice una bellissima e calda serata (altro che primo weekend di gennaio) e una numerosa affluenza di partecipanti provocata dalla Luminarie natalizie mitraniane, avevano inaugurato nel quartiere medioevale della città il comitato elettorale del candidato Fdi (un tempo militante in Forza Italia prima di rompere con il Senatore Claudio Fazzone) Enrico Tiero.
E chi c’erano quella sera nelle foto a fianco dell’ex capo di gabinetto del presidente della Provincia Carlo Medici e del portavoce provinciale di Fdi Nicola Calandrini? Naturalmente l’assessore alla Polizia Locale Mario Paone ed il consigliere comunale e portavoce cittadino di Fratelli d’Italia Marco di Vasta. L’ira funesta di Cosimino Mitrano ha impiegato pochi minuti per arrivare al suo successore che – secondo quanto trapelato – per non imbastire un processo punitivo sul piano personale nei confronti dell’assessore Paone avrebbe chiesto soccorso alla sua blindata maggioranza. Prevarranno il buon senso e la real politik in vista di un chiarimento all’indomani del voto regionale? Gli scettici non mancano alla luce di una telefonata di chiarimenti fatta dal Senatore Calandrini direttamente all’ex sindaco Mitrano, il quale, dall’alto del suo legittimo punta di vista, avrebbe risposto affermando di “non sapere nulla di quanto sta avvenendo nella maggioranza al comune”.
Mitrano rifiuta dunque i panni del mandante di questo omicidio politico ma non avrebbe gradito nelle ultime settimane, nella sua città, Gaeta, l’attivismo elettorale di Di Vasta a favore di Enrico Tiero che, in qualità di vice coordinatore regionale di Fdi, non ha voluto commentare l’ipotesi che circola da giorni: e se a subire di questa eventuale rottura tra Forza Italia e Fdi al comune di Gaeta potrebbe essere la stessa maggioranza nel vicino comune di Formia dove Fratelli d’Italia dispone di tre consiglieri comunali (l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo presiede lo stesso consiglio comunale) e di un assessore, il vice sindaco e delegato al turismo Giovanni Valerio, nella Giunta del sindaco Gianluca Taddeo. Lo stato maggiore provinciale di Fdi si sta sforzando di effettuare pericolose fughe in avanti in questo periodo elettorale nei comuni in cui governa con l’alleato Forza Italia ma ha assunto la consapevolezza che i rapporti con la maggioranza che regge il comune di Gaeta non sono più idilliaci come un tempo.
Fratelli d’Italia ha deciso di mettere sul piatto della bilancia la decisione, “sofferta”, di mandare in soffitta la scorsa primavera la proposta di dar vita ad un’alleanza elettorale alternativa con la Lega pur di sostenere – com’è avvenuto il 12 giugno scorso – la candidatura a sindaco di Cristian Leccese. Naturalmente è diventato l’attualità un altro quesito: se Paone non fosse più assessore, Fdi resterebbe sempre in maggioranza – magari con l’ibrida ed inutile etichetta di “indipendente”? – o passerebbe all’opposizione ? Il sindaco Leccese sa che i problemi di inizio mandato sono stati più gravosi e numerosi di quelli temuti e previsti. Se dipendesse dalla sua volontà, l’assessore Paone continuerebbe a fare l’assessore ma c’è un’altra “ragione di stato” più dominante da preservare.
In quest’ottica è iniziato un toto nomine per l’eventuale successione dell’avvocato Mario Paone. La più accreditata riguarderebbe il ritorno in Giunta dell’ex sindaco azzurro Massimo Magliozzi (Azione Popolare) che, dimettendosi da consigliere comunale, permetterebbe il recupero del primo dei non eletti, l’ex presidente della commissione Trasparenza del comune Luigi Caetani. Non si esclude che il sindaco Leccese possa gratificare con una nomina di assessore dell’ex coordinatore della Lega Vittorio Ciaramaglia: aveva deciso di dar vita ad una coalizione elettorale alternativa di centro destra con Fratelli d’Italia ma, quando il pallone si è improvvisamente sgonfiato per via delle sirene dell’ex sindaco Mitrano, ha deciso di giocare un’altra partita, quella della lista civica “Leali per Gaeta” risultando il terzo più votato (63 voti) ma distante anni luce dall’unico consigliere comunale eletto, Luigi Marzullo, che di preferenze ne aveva ottenute molte di più: 232!.