Concessioni balneari, il Consiglio di Stato boccia le proroghe: bisogna metterle a gara entro fine anno

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LATINA – Il Consiglio di Stato ha dichiarato che le norme che prevedono la proroga automatica delle concessioni balneari sono in contrasto con l’articolo 12 della direttiva europea e, pertanto, non devono essere applicate. La sentenza del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso contro la decisione del comune di Manduria di prorogare le concessioni demaniali marittime fino al 2033 e ribadito che le proroghe delle concessioni balneari sono nulle. Ciò ha creato un problema per il governo italiano, che ora deve trovare una soluzione, poiché le concessioni scadono il 31 dicembre di quest’anno e devono essere messe a gara nel rispetto della normativa europea sulla concorrenza.

La sentenza del Consiglio di Stato rende nulle le proroghe concesse negli anni scorsi dalle amministrazioni pubbliche italiane. Il termine ultimo della validità delle concessioni in essere è il 2023, dopodiché devono essere messe a gara. La linea politica del governo di centrodestra, tuttavia, è avversa alla normativa europea in materia e, in particolare, Lega e Forza Italia hanno insistito affinché si arrivasse a una proroga delle attuali concessioni. Ora questa sentenza rimette tutto in discussione.

La sentenza del Consiglio di Stato arriva prima della conversione in legge del decreto Milleproroghe, quindi non può essere ignorata. Ciò significa che ci sono tutti gli elementi necessari per consentire alle amministrazioni di bandire gare per il rilascio delle concessioni demaniali. Tuttavia, c’è anche un altro ricorso pendente alla corte di giustizia europea che potrebbe fare giurisprudenza. Si tratta di un ricorso del Tar di Lecce che rischia di ribadire l’applicazione della Bolkestein, il che farebbe sì che tutte le attuali concessioni balneari in Italia sarebbero immediatamente nulle.

In sintesi, la sentenza del Consiglio di Stato ha dichiarato che le proroghe delle concessioni balneari sono nulle e che le concessioni devono essere messe a gara nel rispetto della normativa europea sulla concorrenza. Ciò ha creato un problema per il governo italiano, che deve trovare una soluzione al più presto.