GAETA – Sempre meno spazi per l’attività istituzionale e di controllo svolta dai consiglieri al comune di Gaeta. Soprattutto per quelli, soltanto tre, di opposizione. La denuncia, politica, è arrivata dal capogruppo consiliare del Partito Democratico Emiliano Scinicariello che nell’ultima seduta della commissione consiliare “Controllo e Garanzia”, l’ultima superstite dopo la soppressione delle altre quattro permanenti con una “forzata e necessaria” modifica di due articoli dello statuto comunale, ha presentato una proposta di modifica del regolamento che disciplina l’accesso agli Atti dei Consiglieri Comunali.
La proposta dell’esponente Dem è sintetizzabile in tre punti: possibilità di visione immediata dei documenti, ottenimento di copia cartacea o digitale entro i 7 giorni, possibilità di accesso a tutti gli atti, anche quelli contenenti dati sensibili. Si tratta di una proposta shock, quasi provocatoria ma per il richiedente la modifica del regolamento sull’accesso agli atti dei Consiglieri Comunali di Gaeta “si rende quanto mai necessaria, sia per un Regolamento che limita pesantemente il ruolo dei Consiglieri Comunali nelle loro attività di sindacato ispettivo, sia per una cronica e perdurante assenza di confronto politico in città”. Scinicariello ha voluto ora ricordare “il numero record (negativo) di convocazioni di Consigli Comunali, ed il dato ancor peggiore e di occasioni in cui dar voce alle minoranze attraverso gli strumenti delle interrogazioni, interpellanze e mozioni. Alla luce di ciò, l’unico strumento di cui dispongono i Consiglieri Comunali (tutti) è l’accesso agli atti amministrativi. Se anche il regolamento che consente al Consigliere il pieno esercizio delle proprie funzioni diventa una corsa ad ostacoli, è plasticamente dimostrato (non che occorressero ulteriori prove…) come il livello della democrazia gaetana sia prossimo allo zero”.
Il regolamento attuale consente di ottenere un atto entro i 30 giorni dalla richiesta, fatti salvi ritardi ulteriori nel caso in cui la richiesta sia formulata in modo non corretto o parziale. Né più né meno dei tempi che occorrono per un “accesso civico” ai sensi della legge 241/90 di un comune cittadino! Per il capogruppo del Pd questo regolamento limita pesantemente le categorie di atti a cui il Consigliere può accedere, in ragione di un frainteso senso della “segretezza” e della “riservatezza” degli atti amministrativi. A dimostrazione della presunta pretestuosità circa l’interpretazione regolamentare sul tema il capogruppo del OPd Scinicariello ha allegato pareri che legittimerebbe la sua richiesta, sia della Commissione per l’Accesso ai Documenti Amministrativi, operante in seno al Consiglio dei Ministri, sia del Consiglio di Stato. Da questi pareri emerge chiaro che “i consiglieri Comunali hanno diritto di accesso a tutti gli atti che possano essere d’utilità all’espletamento del proprio mandato, senza alcuna limitazione, senza che possano essere opposti profili di riservatezza, restando fermi gli obblighi di tutela del segreto e i divieti di divulgazione di dati personali. Dunque, l’eventuale segretezza che pure opera nei confronti del consigliere comunale non è quella legata alla natura dell’atto, ma – ha concluso specificando Scinicariello – al suo comportamento che non può essere divulgativo”.